sabato 15 gennaio 2022

Sondaggio rivela: il 15% dei vaccinati ha reazioni avverse importanti

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Quante sono davvero le reazioni avverse al vaccini? Tantissime stando ai report ufficiali in Nord America e in Europa che sono le aree dove maggiormente vengono usati i preparati a mRna chiamati erroneamente vaccini, ma siccome sappiamo che i medici spesso rifiutano di segnalare i casi, il numero reale rimane nascosto. In Germania qualcuno ha pensato di vederci chiaro in questa nebbia e ha finanziato un sondaggio Insa ( nota società che si occupa di questo tipo di ricerche)  per cominciare ad avere una qualche idea quantitativa ( qui l’analisi del sondaggio commissionato da uno dei più noti giornalisti tedeschi). E così è saltato fuori che il 15 per cento di chi ha risposto al sondaggio ha dichiarato di soffrire di gravi effetti collaterali dopo la vaccinazione. Sebbene il campione fosse composto da 1044 persone ( comunque lo standard in Germania per i sondaggi politici) è certamente rappresentativo tanto che alla prima domanda “Sei vaccinato contro il coronavirus?” il 60% del campione ha risposto di essere stato inoculato anche con la terza dose e il 23% cento solo una o due dosi il che corrisponde esattamente al numero dei vaccinati in Germania.

Bene il 15 per cento ha i rivelato di aver avuto o di avere tutt’ora dei disturbi importanti dopo le iniezioni, mentre  il 45% ha dichiarato di aver avuto disturbi minori e il  restante 40 di non aver avuto alcun disturbo. Da notare che tutto questo avviene per far fronte a una malattia che nel 90  per cento è asintomatica o pauci sintomatica. Comunque queste percentuali sembrano valere per l’intero arco di età del campione, mentre una differenza c’è stata per il sesso, sempre che ancora si possa usare questa parola e si è visto che gli uomini  hanno dichiarato di aver riscontrato disturbi sia lievi che gravi nel 48 per cento dei casi, mentre per le donne si è arrivati al 51%. Ora è pur vero che l’entità dei disturbi è soggettiva, ma è anche vero che la maggioranza del campione o al limite il 60 per cento dei terzo dosisti è stato un forte assertore delle vaccinazioni e quindi è più portato a semmai a minimizzare che a esagerare. In ogni caso si tratta di cifre ricavate da un sondaggio professionale e che non possono più autorizzare nessuno, specie qualche politico irresponsabile, a dire che si tratta di pochi casi di reazioni avverse sul totale: qui siamo invece a un 15 %  che molto spesso non viene confessato apertamente dal vaccinato per paura di essere additato come negazionista, anche se le assenze sul lavoro per malattia ( ovviamente mai addebitata ai vaccini) danno un quadro spesso drammatico e men che meno segnalato dai medici anche si tratta di eventi (spesso di tipo circolatorio)  che possono poi avere importanti strascichi nel tempo.

La prova che questo sondaggio abbia colpito nel segno lo si vede dal fatto che pur essedo stato portato a termine da un istituto molto rinomato e stimato per la precisione dei suoi rilevamenti, non è stato ripreso dalla stampa di nessun Paese europeo sebbene in Germania e in Francia i sondaggi dell’Insa siano utilizzati pressoché quotidianamente. Purtroppo c’è qualcosa che manca nel campione, una categoria impossibilitata a rispondere alle domande: si tratta delle persone decedute dopo la vaccinazione, magari entro le due settimane dalla puntura durante le quali si è considerati non vaccinati. Tra Nord America ed Europa sono ormai quasi 50 mila mentre in molti Paesi occidentali l’aumento della mortalità generale fa pensare che questa cifra vada moltiplicata per almeno un fattore 5.

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