giovedì 10 giugno 2021

Vaccini gratta e vinci.

Ieri mattina il Parlamento Europeo, organismo privo di qualsiasi potere, salvo quello di condanna discrezionale dei totalitarismi, salvo quello in corso,  ha dato il via libera definitivo l’Eu Digital Covid Certificate,  che verrà applicato in tutti i paesi europei dal primo luglio,  “permettendo di ripristinare la libertà di movimento nel perimetro comunitario”, cito dal Sole 24 Ore che, con una certa fierezza, comunica che sono evidenti le analogie con il documento già vigente in Italia.

 

Simplicissimus Anna Lombroso

Eh si, perché da noi c’è già una certificazione verde, notare il riferimento alla doverosa pennellata di colore che attesta una relazione solidale con l’ambiente intorno a noi, condivisa e propagandata dalle più infami industria inquinanti ma senza olio di palma,  introdotto dal decreto anti-Covid del 22 aprile 2021, poi modificato dal decreto del 18 maggio, che dimostra di essere stati vaccinati o di essere guariti dal Covid-19 o di essersi sottoposti a tampone con esito negativo,  e che verrà soppiantato il primo luglio dal  passaporto comunitario.

Già qui da noi, che siamo molto “avanti”, «la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria ovvero dall’esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione», dura” 9 mesi, contraddicendo ogni regola di buonsenso relativa  al valore di verifica dei tamponi, e serve  per spostarsi tra le regioni in fascia arancione e rossa (anche se in questa fase l’Italia in realtà è solo gialla o bianca), ma anche per visitare gli anziani nelle case di riposo (Rsa), per partecipare a feste e banchetti di nozze,  e in futuro  consentirà, pare, di presenziare ad altri eventi, come i concerti con capienza maggiore di quella attualmente consentita e per andare in discoteca.

Avete presente le tesserine del supermercato per la raccolta punti che dà diritto alle simpatiche pentole in ghisa o alle pirofile in gradazione? Possiamo dire che anche in questo caso si tratta di un premio fedeltà che certifica dei ligi consumatori del brand sanitario, meritevoli quindi di accedere a una gamma di servizi e offerte vantaggiose.

Ma non finisce qui. Proprio come nei grandi magazzini è in corso una grande campagna per offrire due prodotti al posto di uno, allo scopo di incoraggiale la clientela soprattutto quella giovanile, un target fino ad oggi trascurato dall’advertising  della grande catena dei prodotti vaccinali, dedicati fa unicamente al pubblico dei più piccini,  estesi nel corso di quest’anno agli anziani e via via a adulti ipocondriaci o impauriti più dall’anticonformismo e dalla riprovazione delle autorità e dell’opinionismo di regime che alla malattia.

Un passo che pare si sia reso necessario per incoraggiare i più riottosi,  quello di promuovere delle offerte speciali, confezioni famiglia o il comodo apri e chiudi, come è stato fatto per la scuola. In fondo è il naturale epilogo di un processo cominciato nella prima fase, quella che non aveva ancora risentito della militarizzazione, quando il dogma della vaccinazione, al posto di assistenza, cura domiciliare, rafforzamento della medicina di base, aveva un preciso e inderogabile significato morale: ti impegnavi in nome della responsabilità individuale e collettiva per il bene di tutto il “gregge”, lo facevi per mammà, per autorizzare i nipotini a visitare i vetusti avi dimentica per mesi, per milioni di sconosciuti dei quali ti facevi carico grazie a un particolare spirito di abnegazione e virtuosi sentimenti civici.

Poi una volta saputo che non bastava a riparare dal contagio, che non era garantita l’immunità è stata avviata una fase più consona con l’ideologia corrente: la somministrazione procurava e assicurava vantaggi certi, potevi viaggiare, andare in pizzeria, presenziare all’apericena senza pensieri e anche alla convention aziendale, sia pure con mascherina e opportuna distanza.

Si è anche capito che la vaccinazione poteva comportare effetti positivi in termini di competitività, tanto gradita all’attuale Esecutivo. Ballerini di tango in previsione di una gara, personale avventizio del settore sanitario, precari in vari comparti merceologici si sono mobilitati per esigere misure punitive per i dubbiosi e renitenti, esibendo la credenziale vaccinale in concorrenza leale lealissima contro i potenziali e augurabili oggetti di Tso, meritevoli di essere discriminati e impediti al casquè, al lavoro di sportello in Asl o in imprese pubbliche e private, ormai talmente comprese della loro responsabilità sociale da allestire festosi corner per la somministrazione, ultima sponda del Welfare aziendale.

E non stupisce che soggetti dotati di una particolare lungimiranza e di un consolidato istinto nei settori del marketing abbiano già fatto un passo in più. Negli Usa associazioni che si battono da anni per la legalizzazione delle droghe hanno promosso una generosa e pare fruttuosa iniziativa, l’aspirante vaccinato riceve contestualmente al prodotto una canna ricostituente, come l’ovetto battuto di mamma prima dell’esame. Per celebrare questa importante occasione sociale, cito dal comunicato stampa di una onlus di Washington, e ringraziare le persone che hanno aderito alla campagna vaccinale, dozzine di coltivatori  domestici hanno distribuito legalmente sacchetti gratuiti di cannabis fuori dai centri di vaccinazione riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica.

Proprio vero, la pubblicità è l’anima del commercio. Lo sapeva il commissario all’emergenza Covid di Messina, che ha promosso  la distribuzione di birre quasi gratuite contestualmente alla somministrazione per gli over 16 anni, in linea con quanto si fa da mesi in Israele, o come i negozianti di armi della Virginia e di alcune zone del Texas dove il riconoscimento al cittadino scrupoloso consiste in una estensione del concetto di “difesa” con un buono sconto per l’acquisto di armi. Spopola l’offerta di gratta e vinci, di biglietti della lotteria in tutti gli Usa, ma anche in India dove gli osservanti della fede vaccinale in condizioni di indigenza ricevono un buono pasto.

Ci possiamo aspettare una nobile gara di creativi pronti a generare iniziative di carote premiali cui fa riscontro minaccioso il bastone del generale che vuole stanare e coartare i disertori, con ogni mezzo legale e marziale. E d’altra parte cosa possono aspettarsi popoli infantilizzati, regrediti, a comando, a condizioni di subalternità culturale e morale,  addestrati a credere a qualsiasi baggianata che provenga dalle autorità imperiali tramite Tg, talk e reality sanitario, se non qualche gadget sostituivo di diritti espropriati, dignità obliterata, sicurezze e redditi retrocessi a biglietti della lotteria, o fiche della roulette, dove vince sempre il banco.

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