giovedì 10 giugno 2021

“TEST SIEROLOGICI NON OPPORTUNI PRIMA E DOPO LA VACCINAZIONE”. LA NOTA DELLA DIREZIONE GENERALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA IN CONTRASTO CON QUANTO RICONOSCIUTO DALLA PROCURA DI SIRACUSA

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Vi ricordate la storia di Stefano Paternò, il sottufficiale della marina di 43 anni morto quindici ore dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca? La Procura della Repubblica di Siracusa ha riconosciuto il nesso causale tra la morte e la circostanza che il militare fosse stato vaccinato pur avendo già sviluppato gli anticorpi. Dalle indagini è infatti risultato che Paternò aveva sviluppato l’infezione in forma asintomatica.
Questa tragedia avrebbe dovuto suggerire di far eseguire, prima della vaccinazione, dei test sierologici per capire se le persone hanno gli anticorpi. La presenza di questi insieme alla risposta immunitaria indotta dal vaccino potrebbe, come accaduto al militare deceduto, provocare una risposta infiammatoria esagerata letale.

Ebbene non è successo nulla, ma non solo.

La Direzione generale della Regione Emilia Romagna ha comunicato ai direttori generali, ai direttori sanitari e ai direttori dei Dipartimenti delle Aziende Sanitarie della Regione Emilia-Romagna una nota nella quale sconsiglia di effettuare test sierologici prima della vaccinazione e dopo la vaccinazione. La Direzione generale ritiene “non opportuno studiare eventuali infezioni pregresse non note o misurare il livello di anticorpi allo scopo di ottenere informazioni sulla base delle quali decidere la successiva strategia vaccinale”. Allo stesso modo si legge nella comunicazione che “non è opportuno effettuare test sierologici dopo la vaccinazione per misurare il grado di protezione dalla infezione, dalla malattia o dalla malattia grave”.
Secondo la Direzione generale dell’Emilia Romagna “la valutazione del grado di protezione basata solo sulla determinazione quantitativa degli anticorpi rischia di etichettare persone come non responder al vaccino oppure di dare una erronea sensazione di sicurezza alle persone, che sentendosi rassicurate rischiano di adottare comportamenti non corretti“.

Ci chiediamo: fare prima un test sierologico non eviterebbe decessi come quelli di Stefano Paternò? E poi ai sanitari, obbligati per legge al vaccino a pena della sospensione dal lavoro, non tranquillizzerebbe fare prima un test sierologico?

Byoblu ha raccolto un commento della dottoressa Barbara Balanzoni: “così si impone agli esercenti le professioni sanitarie una roulette russa”. Sul punto, secondo la dottoressa Balanzoni, la Procura di Siracusa dovrebbe informare quella di Bologna per indagare la commissione di eventuali reati. “Non è ammissibile che una vaccinazione venga imposta sulla base di queste premesse“.

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