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Vi ricordate la storia di Stefano Paternò,
il sottufficiale della marina di 43 anni morto quindici ore dopo la
somministrazione del vaccino Astrazeneca? La Procura della Repubblica di
Siracusa ha riconosciuto il nesso causale tra la morte e la circostanza
che il militare fosse stato vaccinato pur avendo già sviluppato gli
anticorpi. Dalle indagini è infatti risultato che Paternò aveva
sviluppato l’infezione in forma asintomatica.
Questa tragedia avrebbe dovuto suggerire di far eseguire, prima della vaccinazione, dei test sierologici
per capire se le persone hanno gli anticorpi. La presenza di questi
insieme alla risposta immunitaria indotta dal vaccino potrebbe, come
accaduto al militare deceduto, provocare una risposta infiammatoria
esagerata letale.
Ebbene non è successo nulla, ma non solo.
La Direzione generale della Regione Emilia Romagna
ha comunicato ai direttori generali, ai direttori sanitari e ai
direttori dei Dipartimenti delle Aziende Sanitarie della Regione
Emilia-Romagna una nota nella quale sconsiglia di effettuare test
sierologici prima della vaccinazione e dopo la vaccinazione. La
Direzione generale ritiene “non opportuno studiare eventuali
infezioni pregresse non note o misurare il livello di anticorpi allo
scopo di ottenere informazioni sulla base delle quali decidere la
successiva strategia vaccinale”. Allo stesso modo si legge nella comunicazione che “non
è opportuno effettuare test sierologici dopo la vaccinazione per
misurare il grado di protezione dalla infezione, dalla malattia o dalla
malattia grave”.
Secondo la Direzione generale dell’Emilia Romagna “la valutazione
del grado di protezione basata solo sulla determinazione quantitativa
degli anticorpi rischia di etichettare persone come non responder al
vaccino oppure di dare una erronea sensazione di sicurezza alle persone,
che sentendosi rassicurate rischiano di adottare comportamenti non
corretti“.
Ci chiediamo: fare prima un test sierologico non eviterebbe decessi come quelli di Stefano Paternò? E poi ai sanitari, obbligati per legge al vaccino a pena della sospensione dal lavoro, non tranquillizzerebbe fare prima un test sierologico?
Byoblu ha raccolto un commento della dottoressa Barbara Balanzoni: “così si impone agli esercenti le professioni sanitarie una roulette russa”. Sul punto, secondo la dottoressa Balanzoni, la Procura di Siracusa dovrebbe informare quella di Bologna per indagare la commissione di eventuali reati. “Non è ammissibile che una vaccinazione venga imposta sulla base di queste premesse“.
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