sabato 12 giugno 2021

Meglio varianti virali naturali o generate dal vaccino?

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Meglio varianti virali naturali o generate dal vaccino?

Abbiamo fatto bene a scegliere di far prevalere le seconde?

Varianti emergenti per vaccino resistenza
Il premio nobel, Luc Montagnier, ha recentemente affermato che è propriamente la vaccinazione COVID-19 a selezionare ulteriori varianti del virus in circolazione (vedi qui l’intervista). Alla domanda “da dove vengono queste varianti?” Montagnier risponde senza esitazione:
Ma è molto semplice, le varianti si originano dalle vaccinazioni!
Si tratta del fenomeno della vaccino resistenza che seleziona ceppi virali resistenti agli anticorpi vaccinali (1).

Varianti naturali
Sull’altro versante sappiamo che è la comparsa di varianti naturali del virus a permettere l’endemizzazione dell’epidemia. La circolazione del virus in ospiti sani, dotati di robusti sistemi immunitari seleziona varianti attenuate del virus in grado di infettare ma non di ammalare l’ospite umano. Una vaccinazione naturale (vedi fondo pagina – nota 2 ). È così che si realizza, in condizioni fisiologiche, una convergenza tra le reciproche necessità di sopravvivenza dell’umano e le forme virali che lo abitano (vedi qui).

Il naturale processo di endemizzazione rischia perciò di essere fortemente rallentato dalla vaccinazione di massa che disarma o rende più vulnerabili i sistemi immunitari delle persone più sane, dopo che già distanziamento e lockdown hanno agito nello stesso verso. Dovevamo limitarci ad isolare e curare le persone più fragili, con deficit immunitario e comorbilità, e invece abbiamo messo in quarantena gli asintomatici positivi impedendo loro di svolgere il loro virtuoso ruolo endemizzante.

Per di più, le varianti, selezionate per vaccino resistenza, risultano aggressive e pericolose. Come se non bastasse, oltre ad allontanare nel tempo l’agognata endemizzazione dell’epidemia esse possono causare il potenziamento fatale della malattia (‘Anticorpo-Dependent Enhancement’ (ADE)) (3). Soprattutto chi si vaccina, al momento in cui dovesse infettarsi con il virus effettivamente circolante, è soggetto ad ADE. Ricordiamo che essendosi vaccinato contro un virus che non esiste più, quello della prima ora, gli anticorpi vaccinali rischiano di non essere in grado di neutralizzare il virus, nel frattempo mutato, che dovesse infettare i soggetti vaccinati. La pretesa, da parte delle multinazionali farmaceutiche, di volersi sostituire alla plasticità del sistema immunitario, proponendo nuove vaccinazioni ad ogni mutazione del virus è quanto meno pretenziosa, di sicuro estremamente pericolosa.

Alla domanda retorica del titolo di questo articolo a ciascuno dovrebbe esser chiaro cosa preferire. Se così non fosse proseguiamo con la nostra piccola indagine a rilevare quei segnali emergenti, a rafforzamento della nostra tesi.

Sappiamo, per esempio, che potrebbero svilupparsi forme resistenti al vaccino, ogni virus cambia per cercare di sopravvivere. Così si esprime la professoressa Francesca Di Gaudio dell’Università di Palermo.

Era lo scorso gennaio, quando posi, nel corso di un’intervista, alla dott.ssa Loretta Bolgan, la seguenta domanda:

Quindi gli asintomatici piuttosto che tenerli in quarantena avremmo dovuto lasciarli circolare… Le chiedo allora pensando all’altra faccia della medaglia se il vaccino possa contribuire a indurre una selezione di mutanti più contagiosi e più pericolosi

ed ecco la sua risposta:
Certo che sì! Fa vaccino resistenza. Sì, dobbiamo tener conto che i virus a RNA, a singolo filamento come questi, formano rapidamente mutanti, soprattutto nella parte della Spike ché quella è immunogenica; riescono così a sfuggire rapidamente all’attacco del sistema immunitario, soprattutto adattativo. C’è, infatti, un RNA polimerasi RNA dipendente che introduce molti errori nella sua replicazione, formando, quindi, molto rapidamente mutanti con mutazioni che sono presenti in tutti i virus del nuovo mutante, ossia in tutte le copie, al 100%. Può però formare anche una popolazione di mutanti minori, presenti in una percentuale che varia dal 20 all’80% del mutante maggiore che si chiamano quasispecie. Quindi accanto al mutante maggiore si hanno anche centinaia di questi mutanti minori, tutti in equilibrio competitivo tra di loro. Quando si vaccina si producono degli anticorpi specifici per l’antigene vaccinale ma questi anticorpi prodotti attraverso il vaccino non sono in grado di legarsi a tutti i mutanti minori, quindi i mutanti minori che sfuggono dal legame con l’anticorpo vaccinale sono propriamente quelli che si replicano e fanno la resistenza perché godono di un vantaggio selettivo. Essi vengono quindi selezionati proprio dalla vaccinazione ed ecco la vaccino resistenza! Ed ecco che la famosa variante di Londra, così come quelle che si sono manifestate in Francia o altrove che potrebbero avere questa origine. Facile presupporre che siano state causate dalla vaccinazione.
Bisognerebbe fare uno studio per vedere se le mutazioni cadono nel sito di legame degli anticorpi vaccinali perché se così fosse allora è stato effettivamente il vaccino a creare le varianti. In ogni caso, dal punto di vista della plausibilità biologica è assai probabile che si originino mutanti da vaccino resistenza. Più vacciniamo la popolazione, più rapidamente creiamo vaccino resistenza. Il risultato sarà che invece di avere un effetto gregge (loro dicono che bisogna vaccinare il 75% della popolazione perché si riesca ad interrompere il contagio) in questo caso saremo di fronte a un virus che il vaccino non potrà contenere perché la trasmissione non si interrompe vaccinando e non ha alcun senso parlare di effetto gregge. Si otterrà viceversa l’effetto contrario, ossia la vaccino resistenza e anche molto rapidamente! (vedi qui i libri della dott.ssa Bolgan).

Il caso cileno

per il confronto si agisca sulle freccette per visualizzare le immagini complete

 

 

 

 

I casi, i ricoveri e i decessi in Cile, hanno subito (vedi grafici) un vistosissimo incremento malgrado il Paese sia tra i campioni mondiali dell’avanzamento della campagna vaccinale. Trovandosi nell’emisfero meridionale, il Cile ha stagioni invertite rispetto all’Europa; a giugno è entrato nella stagione invernale. Il sistema sanitario cileno è attualmente in grande difficoltà a causa dell’impennata dei contagi. Secondo La Presse, il 97 % dei posti letto negli ospedali del paese risultano occupati da pazienti Covid gravi. Al 5 giugno erano 3.216 i pazienti in terapia intensiva. Nell’ultima settimana si sono registrati più di 50 mila casi. La corrispondente settimana dell’anno scorso (senza vaccini) aveva visto meno di 35 mila casi. Come ciascuno può comprendere il Cile potrebbe, malauguratamente, rappresentare il nostro futuro immediato nel caso in cui non riuscissimo a bloccare prima possibile la follia vaccinale in corso.

Anche il Regno Unito, insieme al Cile, con quasi 69 milioni di dosi di vaccini Covid somministrati, è tra i primi paesi al mondo nella corsa alla realizzazione della campagna vaccinale. I dati dei contagiati del mese di maggio e giugno 2020 con quelli degli stessi mesi del 2021 certamente non depongono a favore della bontà della vaccinazione di massa. Nel 2020 la curva aveva avuto un andamento decrescente contrariamente a quanto sta avvenendo nel 2021 malgrado si stia andando verso la stagione estiva…
I dati forniti dal governo britannico denunciano, infatti, troppi casi in aumento tanto che il governo sta valutando se reintrodurre quelle restrizioni che sembravano ormai un triste ricordo del passato. Si deciderà il 14 giugno. A complicare il quadro la comparsa della cosiddetta variante Delta, nota con il nome di variante indiana.

Italia
Nel nostro paese la media dei casi dell’ultima settimana (10 giugno 2021) è pari a 2101 casi rispetto ai 175 di un anno fa… Identica la media dei decessi attribuiti alla covid registrati nello stesso periodo (73 l’anno scorso senza vaccinazioni, 73 quest’anno).

Ci auguriamo che governo e CTS prendano atto, in tempo utile, dell’errore in corso, smettano di dare un ruolo a certa gente e risparmino al nostro paese, con l’arrivo della prossima stagione autunnale e invernale, scenari cileni.

(1)  dall’abstract di  “anticorpi contro SARS-CoV-2 e varianti circolanti suscitati dal vaccino mRNAapparso su Nature lo scorso febbraio:
(…) Tuttavia, l’attività contro le varianti SARS-CoV-2 che codificano E484K-, N501Y- o K417N/E484K/N501-mutante S è stata ridotta di un piccolo ma significativo margine. Gli anticorpi monoclonali suscitati dai vaccini neutralizzano potentemente la SARS-CoV-2 e prendono di mira un numero di diversi epitopi RBD in comune con gli anticorpi monoclonali isolati da donatori infetti 5,6,7,8. Tuttavia, la neutralizzazione da parte di 14 dei 17 anticorpi monoclonali più potenti che abbiamo testato è stata ridotta o abolita dalla mutazione K417N, E484K o N501Y. In particolare, queste mutazioni sono state selezionate quando abbiamo coltivato il virus della stomatite vescicolare ricombinante che esprimeva SARS-CoV-2 S in presenza degli anticorpi monoclonali suscitati dai vaccini. Insieme, questi risultati suggeriscono che gli anticorpi monoclonali nell’uso clinico dovrebbero essere testati contro varianti di nuova comparsa e che i vaccini mRNA potrebbero dover essere aggiornati periodicamente per evitare una potenziale perdita di efficacia clinica.

(2)
Caccuri, F., Zani, A., Messali, S. et al.
A persistently replicating SARS-CoV-2 variant derived from an asymptomatic individual.
J Transl Med 18, 362 (2020). https://doi.org/10.1186/s12967-020-02535-1
https://translational-medicine.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12967-020-02535-1

L’importanza del Sars-Cov-2 naturalmente attenuato nella lotta contro il Covid-19
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7267670/

Decodifica dell’infezione e della trasmissione asintomatica di COVID-19
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33179934/

In un recente studio, Wang et al hanno analizzato le mutazioni del SARS-Cov-2 in individui asintomatici.
In particolare, sulla base della genotipizzazione di 75.775 isolati del genoma del SARS-CoV-2, hanno riscontrato che l’infezione asintomatica è collegata alla mutazione SARS-CoV-2 11083G>T (cioè L37F nella proteina non strutturale 6 (NSP6)). Analizzando la distribuzione di 11083G>T in vari paesi, hanno scoperto che questa mutazione può essere correlata all’ipotossicità del SARS-CoV-2, con una tendenza globale al decadimento del rapporto della mutazione 11083G>T , indicando che 11083G>T ostacola la capacità di trasmissione del SARS-CoV-2.
La mutazione 11083G>T comporta la sostituzione del residuo di leucina (L) nella posizione 37 di NSP6, in fenilalanina (F). Questa mutazione destabilizza la struttura dell’NSP6 e può comportare l’inefficienza dell’NSP6 nel partecipare al ripiegamento delle proteine virali, all’assemblaggio virale e al ciclo di replicazione, e di conseguenza può essere rilevante nella manifestazione delle infezioni asintomatiche e nell’indebolimento della virulenza del SARS-CoV-2. [1]

Emerging of a SARS-CoV-2 viral strain with a deletion in nsp1
https://translational-medicine.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12967-020-02507-5

Genomic monitoring of SARS-CoV-2 uncovers an Nsp1 deletion variant that modulates type I interferon response
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7846228/

Emerging of a SARS-CoV-2 viral strain with a deletion in nsp1
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7457216/

(3) Il potenziamento della malattia dipendente dall’anticorpo è noto sin dalle esperienze precliniche relative alla sperimentazione contro le prime forme di Sars (2002/2003) e nel caso della Dengue ed altre (vd. a seguire i lavori della dott.ssa Bolgan)
vedi i lavori della dott.ssa Loretta Bolgan
COVID-19 IL VACCINO
• Parte Prima: le piattaforme tradizionali (vaccini a virus attenuati, inattivati, a proteine ricombinanti e a nanoparticelle) e gli adiuvanti vaccinali, con approfondimenti sulla genetica dei virus, la risposta del sistema immunitario ai vaccini e la nanotossicologia.
Prima Parte SCARICALA QUI

• Parte Seconda: le piattaforme innovative (vaccini OGM a vettori virali e a DNA/RNA) con l’approfondimento dei risultati sperimentali dei due vaccini attualmente in commercio in Italia con tecnologia a mRNA (vaccino “Pfizer” e “Moderna”), in particolare riguardo le criticità sulla qualità, l’efficacia, e la sicurezza di questa nuova tipologia di vaccini, nonchè l’aggiornamento sul vaccino a vettore adenovirale (vaccino “Astrazeneca), già revisionato nel primo ebook
Seconda Parte SCARICALA QUI (mRNA)
Seconda Parte SCARICALA QUI (Spike)

Ringraziamenti: l’autore ringrazia la dott.ssa L. Bolgan per la revisione dell’articolo e i suggerimenti bibliografici

 

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