martedì 16 marzo 2021

INTERVISTA A ANDREA CECCHI: IL VIRUS GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

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A cura di Tiziano Bonanni

Andrea Cecchi, classe 1969, lavora come operatore finanziario dal 1990 con vari incarichi in tutta Italia. Ex ufficiale dell’Aeronautica Militare, controllore della difesa aerea presso le basi di Lampedusa e Marsala. Presidente dell’Associazione Italia – Bahamas si dedica ad onorevoli attività filantropiche e di scambio culturale. La ricerca economica è la sua passione personale, insieme alla pesca, la scultura lignea, la musica, la lettura e l’attività fisica. Recentemente ha partecipato alla produzione di un’importante pubblicazione dal titolo “Operazione Corona, colpo di stato globale” a cura di Nicola Bizzi e Matteo Martini, edita da Aurora Boreale.

D1: Nel tuo contributo editoriale ”Il virus giusto al momento giusto” hai evidenziato quanto gli aspetti speculativi della finanza internazionale hanno contribuito a produrre il “Grande reset” del quale siamo tutti testimoni e vittime: ci puoi riassumere in sintesi cosa è successo dal tuo punto di vista?

R1: Il libro è stato scritto da 9 autori: lo storico Nicola Bizzi ha riunito alcuni dei più interessanti contributi che fornivano una visione diversa da quella della narrazione ufficiale che ha preso campo con una prepotenza inaudita e che ancora presenta grandi lacune e stranezze che non credo verranno mai chiarite. Il mio campo di esperienza, quello prettamente economico finanziario, mi ha fatto seguire la pista dei soldi. Nell’aprile 2020, ho scritto il mio pezzo ”Il virus giusto al momento giusto” partendo da importanti informazioni raccolte da analisti americane che seguo; sono arrivato a proporre l’ipotesi che si possa trattare di un’operazione globale concertata che ha avuto una scaletta di progressione. Seguendo le tappe di detta progressione, si arriva a ricostruire un disegno molto verosimile che inizia con un problema economico globale estremamente drammatico che bisogna affrontare in modo urgente e concertato. Il mondo globalizzato si riunisce e si accorda su come gestire questa situazione. Quello che potrebbe emergere come una ricostruzione oggettivamente osservabile è quindi l’utilizzo di un virus, (argomento che nel libro è trattato dai medici e di cui io non mi occupo) per una operazione globale concertata dalle banche insieme ai maggiori centri di potere per ottenere determinati risultati economici e di controllo utili all’implementazione di nuovi sistemi monetari e per gestire il disastro finanziario che non sarebbe disinnescabile senza i lockdown. La cosa andrà avanti a fasi alterne per ancora diversi anni. Non finirà finché non avranno sistemato il contro bilanciamento della bolla galattica di Repo e derivati. Tutto questo insieme all’agenda “green” che ci abituerà ad essere felici di avere meno, di consumare meno e di morire prima. Il libro va letto anche alla luce del programma denominato Grande Reset di Davos dove l’autore, Klaus Schwab, spiega senza mezzi termini quale sarà il mondo futuro che ci stanno preparando con una demolizione controllata del modello sociale dove il ceto medio non sarà più previsto.

D2: Le tue doti di osservatore degli eventi e del loro interconnettersi con la storia della società hanno permesso a molta gente comune di sviluppare punti di vista più trasversali in un momento storico nel quale il globalismo tende a frenare il pensiero divergente: qual è il tuo parere sull’ importanza democratica del dissentire quale valore di confronto e di crescita intellettuale?

R2: Questa è una domanda molto difficile, richiederebbe una vera e propria analisi filosofica della società attuale, cosa che non ho la presunzione di essere in grado di fare; Il grande pericolo adesso è quello di dimenticare ciò che siamo. L’avanzata tecnologica e la privazione di contatti tra persone compresa la rinuncia al nostro volto, che deve essere sempre obbligatoriamente mascherato, porteranno ad una cancellazione della personalità e all’avvento dell’identità digitale: questa è forse la parte più spaventosa. Oggi dissentire è impossibile e pericoloso, ma in questo momento storico è anche inutile, perché il “pensiero unico”, grazie all’enorme potenza persuasiva dei media, ha ormai permeato la vita di tutti. Noi proveniamo da una civiltà che ha dato origine al Rinascimento, speriamo che dopo questo momento buio, di vera e propria inquisizione nei confronti di chi vuole semplicemente esprimere un parere diverso dal “pensiero unico”, ci sia la possibilità di dare origine a nuove forze che qui, in Toscana, si sono manifestate nei secoli scorsi liberando l’uomo dalle tenebre del Medioevo. Durante i primi giorni di emergenza, quando era ormai chiaro in me che si sarebbe trattato di un evento epocale estremamente drammatico e di durata molto lunga, ricordo che ero dal mio macellaio di fiducia al Salumificio Senese di Scandicci e Raffaello, il proprietario, mi chiese: “Andrea, che fine si fa qui?” Gli risposi: “speriamo che gli bastino i quattrini”. L’affermazione resta valida tutt’ora, perché con il Grande Reset c’è sul piatto merce molto più preziosa dei semplici soldi!

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