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Sono molti i lavoratori che anche se hanno raggiunto l’età pensionabile non hanno raggiunto gli anni di contributi che fanno maturare il diritto ad una pensione. Tutto ciò a causa della crisi, lavori saltuari e precariato che non hanno dato una continuità lavorativa a molti italiani. Altri invece hanno perso il lavoro poco prima di raggiungere il requisito contributivo e per pochi anni non possono andare in pensione. Ma c’è un modo che fa sì che l’INPS possa sbloccare il diritto alla pensione per queste persone. Vediamo quale.
I contributi volontari INPS che fanno maturare il diritto alla pensione
La soluzione per sbloccare il diritto all’assegno pensionistico anche se non si dispone del requisito contributivo necessario sono i contributi volontari. Si tratta di versamenti da fare all’INPS per riscattare i contributi mancanti in modo da completare il quadro contributivo richiesto. In pratica c’è la possibilità di ricostruire la propria pensione in modo volontario andando a risanare quei buchi contributivi che non ne fanno maturare il diritto.
Ma non tutti hanno le possibilità economiche per versarsi i contributi mancanti, ed è un vero peccato vedersi sfumare la propria pensione per qualche anno non pervenuto. Ricordiamo che se si versano dei contributi ma non si raggiungere la soglia per accedere alla pensione minima (20 anni), questi vanno persi e classificati come silenti.
Allora perchè regalare dei soldi che noi abbiamo versato allo Stato per accumulare una seppur minima pensione? Non ne vale la pena, bensì sarebbe meglio fare in modo di sbloccare il diritto all’assegno pensionistico. di seguito vediamo come.
Il prestito agevolato “obiettivo pensione” di Intesa Sanpaolo
La
banca Intesa Sanpaolo ha promosso una iniziativa chiamata “obiettivo
pensione” che offre la possibilità di versare i contributi mancanti per
maturare il diritto alla pensione.
Si tratta di un prestito di
massimo 75mila euro con vantaggiose condizioni che andrebbe versato poi
all’INPS con l’obiettivo di coprire i buchi contributivi.
I requisiti richiesti per accedere al prestito agevolato sono:
- aver raggiunto i 67 anni di età;
- non aver raggiunto il requisito contributivo minimo di 20 anni;
- avere un buco contributivo non troppo esteso (max 2 o 3 anni).
Ovviamente,
come appurato, non si può pretendere di ottenere il prestito non avendo
quasi mai lavorato. Questa iniziativa è stata realizzata per aiutare
coloro che sono vicini alla pensione a cui mancano due o tre anni o
pochi mesi di contributi, che non permettono l’accesso.
In pratica
con questo prestito si vanno a pagare i contributi volontari mancanti
per accedere all’assegno pensionistico. Ma poi come restituire questi
soldi ad Intesa Sanpaolo?
Il
denaro va restituito appena maturato il diritto alla pensione e quindi
dopo che è iniziata l’erogazione. E’ possibile farlo con la cessione di
un quinto della pensione stessa fino al raggiungimento della somma
prestata oppure in un unica soluzione.
Riassumendo, la banca vi
presta i soldi (che possono essere utilizzati solo ed esclusivamente per
pagarvi i contributi), riscattate i contributi mancanti, andate in
pensione e poi glie li restituite un po’ alla volta.
Una soluzione ad hoc specie per i disoccupati che per pochi anni non riescono ad andare in pensione. Maggiori informazioni sull’iniziativa sopra descritta di Intesa Sanpaolo.
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