domenica 22 novembre 2020

Lancet: non c’è alcuna correlazione tra lockdown e tasso di mortalità per covid

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È importante sottolineare che bassi livelli di preparazione nazionale nella diagnosi precoce e nella segnalazione, capacità di assistenza sanitaria limitata e caratteristiche della popolazione come età avanzata, obesità e tassi di disoccupazione più elevati sono stati fattori chiave associati all’aumento della diffusione virale e della mortalità generale.

Gli autori non sconsigliano i governi di cessare ogni misura ma ritengono che debbano anche tener d’occhio e migliorare altri fattori direttamente connessi con la letalità della malattia: “…bassi livelli di preparazione nazionale nella diagnosi precoce e nella segnalazione, capacità di assistenza sanitaria limitata e caratteristiche della popolazione come età avanzata, obesità e tassi di disoccupazione più elevati sono stati fattori chiave associati all’aumento della diffusione virale e della mortalità generale”.

In particolare mi ha colpito che anche la disoccupazione è risultato un fattore di rischio reale. Infatti, si è riscontrato che – nei paesi esaminati – più è alto il tasso di disoccupazione e più esiste diffusione del virus tra la popolazione. Va da sé che un alto  livello di disoccupazione abbia diverse implicazioni sul tenore di vita delle famiglie e sullo stato di salute degli individui.
In proposito non di rado medici ed esperti hanno affermato che la capacità del sistema immunitario di reagire , è direttamente connessa non solo al grado di salute che godono i singoli individui ma è connessa anche alla psiche, con ricadute sulla  depressione e all’ansia (con i notori effetti sul sistema immunitario).

L’esortazione è quindi che i governi tengano conto di tutto questo (e non solo dei quotidiani grafici dei contagi):

Poiché i governi prendono in considerazione l’eliminazione parziale o totale delle restrizioni sui viaggi e delle misure di contenimento, comprendere il ruolo di queste politiche nella mitigazione delle infezioni è fondamentale per ridurre al minimo l’impatto della seconda e terza ondata di epidemie. Un’attenta considerazione delle prove epidemiologiche può aiutare i governi a identificare i fattori socioeconomici e di salute della popolazione di base che potrebbero indicare un livello aggiuntivo di rischio e ulteriori sfide durante il tentativo di contenere COVID-19.

Non aspettiamoci di trovare nello studio un atto di accusa verso i governi, questo non è compito della scienza. Però è chiaro che a determinare le politiche attuali non esiste solo l’epidemia. Quindi una comprensione completa di questo anno di pandemia, tenendo conto solo dei fattori sanitari, non è possibile.

Non è possibile una comprensione esatta di ciò che succede senza considerare che – come ha detto l’ex segretario americano Kerry – , da parte delle grandi organizzazioni e potentati che guidano gli stati (l’Unione Europea è uno di questi potentati), esiste innanzitutto la preoccupazione di eseguire un dato cambiamento nel mondo (vedi Scenari Economici).

Lo studio è stato pubblicato qui: https://www.thelancet.com/journals/eclinm/article/PIIS2589-5370(20)30208-X/fulltext#tbl0001

 

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