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«Quello che è successo in Europa dipende dall’aver anticipato la parte monetaria rispetto a quell’unificazione politica
mai arrivata», dice qualcuno. In realtà non si è trattato di un errore,
ma di un qualcosa di voluto e premeditato dai grandi poteri. La
ricchezza di metà del pianeta è concentrata nelle mani di pochissimi, e
questo si ripercuote nella vita di tutti noi. Quello che non funziona,
dalla sanità al sociale, dipende da questo. Siamo obbligati ad avere il
pareggio di bilancio in Costituzione, i padri costituenti si
rivolteranno nella tomba. Sono dinamiche volute dalla grande economia e appoggiate da una politica supina prima, e supina oggi. Il Movimento 5 stelle e la Lega hanno raccolto i voti sulla critica serrata all’Ue
e poi si sono rimangiati tutto. Sono andati lì per battere i pugni e
sono tornati con le ginocchia sbucciate, perché a Bruxelles si sono
inginocchiati. La Bce e il Fmi, Mario Draghi e Christine Lagarde,
contano più del presidente del Consiglio italiano: ma li ha per caso
eletti qualcuno? Queste organizzazioni sovranazionali contano più dei
governi: siamo nel mondo della globalizzazione capitalista, dove
un’impresa è più forte dello Stato. La Apple si è rifiutata di
decriptare lo smartphone di un terrorista. Una cosa impensabile, alcuni
decenni fa. La dittatura finanziaria ed economica è la peggior cosa che
esista.
Non può essere un singolo paese, da solo, a ribellarsi alla dittatura
dei mercati. L’Italia non ha mai avuto una sovranità effettiva, e non
appena le personalità importanti sono uscite dalla falsariga di ciò che
era determinato per il paese, sono state fatte
fuori (Mattei, Craxi per Sigonella, Berlusconi per le vicende di
Gheddafi e Putin). In Italia abbiamo centinaia di bombe atomiche e non
sappiamo dove sono, anche andando al governo non potremmo farci niente.
Bisogna riunire i popoli. Non bisogna contrapporre gli italiani ai
tedeschi o agli spagnoli, ma unificare la maggioranza dei popoli.
Potremmo lavorare meno e lavorare tutti. La ricchezza potrebbe essere
redistribuita, visto che il progresso tecnologico ci permetterebbe di
vivere meglio. La moneta è un accordo tecnico. L’euro è stato costruito a
tavolino: gli italiani l’hanno provato sulla loro pelle. Quello che
costava mille lire costa un euro, ma gli stipendi non sono raddoppiati.
Da quando c’è l’euro le cose vanno peggio, nel nostro paese. C’è chi
dice: sarebbero andate ancora peggio, senza la moneta unica, ma non c’è
la prova di questo. Quando un lavoratore prendeva due milioni di euro
stava bene, oggi con mille euro è al palo.
Arriveremo al 2030 dove l’1% della popolazione avrà la ricchezza dei
due terzi del mondo: stiamo andando verso una società neomedievale. A
New York si stanno costruendo dei grattacieli antimissile. Larga parte
del pianeta sarà disastrato dal punto di vista ambientale e della
sicurezza, ma allo stesso tempo ci saranno delle isole felici blindate.
Già oggi ci sono appartamenti venduti a 100 milioni di dollari per 100
metri quadrati, cifre mostruose. Nel resto del mondo moriremo tutti di
fame. Lo Stato è forte: ogni anno ha 850 miliardi da spendere. La crisi del governo gialloverde con l’Ue
era relativa a circa 15 miliardi, tra “quota 100″ e reddito di
cittadinanza (una piccola parte). Possiamo decidere cosa spendere. Serve
un piano nazionale di messa a punto del nostro territorio. Potremmo
assumere giovani geometri, ingegneri, architetti per evitare di pagare i
danni da alluvioni e calamità naturali. Questa società è basata solo
sul profitto, ma sulla salute non si può guadagnare. La sanità privata
serve a chi la fa, non all’utenza. L’istruzione e i trasporti dovrebbero
essere pubblici: hanno fatto apposta, a distruggerli, per favorire la
loro privatizzazione. L’Europa dei popoli purtroppo oggi non esiste, esiste solo l’Europa dell’euro e delle grandi banche. Non dobbiamo essere dipendenti da Bruxelles, per fare una riforma. Bisogna uscire dall’Ue
in un processo collettivo, rivoluzionario, che coinvolga i popoli.
Quello italiano non è mai stato troppo avvezzo alle rivoluzioni, ma
potrebbe anche imparare molto presto.
(Marco Rizzo, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti nella
video-intervista “Una rivoluzione dei popoli per uscire dall’euro”,
pubblicata sul canale video di “Money.it” il 23 gennaio 2019).
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venerdì 6 dicembre 2019
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