infosannio.wordpress.com Marco Mensurati e Fabio Tonacci – la Repubblica)
E’ una delle circostanze che emerge da carte giudiziarie, finora inedite, dell’inchiesta della procura di Firenze, e che raccontano come funzionavano le cose attorno a Open, nonché quale fosse il vero ruolo di Bianchi.
Un uomo capace, nella sua doppia veste di avvocato e braccio destro di Renzi, di intromettersi in tre diversi dossier del ministero delle Infrastrutture, cercando di indirizzarli verso gli interessi del Gruppo Toto.
Suo cliente, e, “incidentalmente”, tra i maggiori finanziatori di Open.
La mail col tariffario
Nel computer di Bianchi gli investigatori del Nucleo
di polizia economico-finanziaria hanno trovato una mail, datata 23
novembre 2013, avente oggetto “fondazione Big Bang”. Big Bang era
l’embrione di Open. E’ firmata “Alberto” e “Marco”, cioè Alberto Bianchi
e Marco Carrai, ed è inviata a potenziali finanziatori: Davide Serra,
Vito Pertosa, Beniamino Gavio, Luigi Scordamaglia. Tutti facoltosi
imprenditori. “La fondazione – scrivono i pm Luca Turco e Antonino
Nastasi – ha necessità di reperire risorse e offre la possibilità di
periodiche interlocuzioni con Renzi Matteo”.
La comunicazione aveva lo scopo di definire
“presupposti” e “impegni reciproci”, che i magistrati sintetizzano così:
“Supporto di 100 mila euro all’anno per cinque anni, sostegno di idee,
suggerimenti, proposte per Matteo e per la Fondazione, interlocuzioni
con Matteo sia dirette, sia tramite Alberto e Marco”.
Terminali delle
comunicazioni a Renzi, quando non fosse stato possibile parlare
direttamente con lui, erano Bianchi e Carrai.
La mail è stata scritta il
giorno dopo una cena di supporto all’allora sindaco di Firenze, che di
lì a due settimane sarebbe diventato segretario del Pd.
Toto e il Giglio Magico
Sin qui, per quanto esosa, si tratta di attività di
fundraising. Ma il ruolo di Bianchi, vedremo, va ben oltre, sconfinando,
secondo gli inquirenti, nel finanziamento illecito ai partiti e nel
traffico di influenze. E’ il caso dell’affaire Toto, che viene
ricostruito nel decreto in tutti i suoi passaggi, e il cui esito,
sappiamo, sono i 400 mila euro che Bianchi bonifica metà a Open e metà
al Comitato per il Sì al referendum sulla riforma della Costituzione.
Con ordine. Nel 2016 Bianchi viene ingaggiato dalla
Toto Costruzioni, nonostante avesse già un altro avvocato, per risolvere
un contenzioso con Autostrade per l’Italia. E’ la storia dei due lotti
della variante di Valico, il cui costo si era rivelato superiore a
quanto preventivato e per cui Toto Costruzioni batteva cassa. La prima
mossa di Bianchi è apparentemente incomprensibile: scrive, infatti, a
Patrizio Donnini, imprenditore del settore Comunicazione e membro ad
honorem del Giglio Magico per conto del quale organizza la Leopolda. A
Donnini Bianchi parla non solo del contenzioso, ma anche di altre
“pratiche concernenti i Toto”, un Gruppo che Donnini conosce bene visto
che da questi ha incassato, negli ultimi anni, 4,3 milioni di euro.
L’appunto per Lotti
Donnini non è l’unico petalo del Giglio compulsato da
Bianchi: “Nell’adempimento dell’incarico si rivolge anche a Carrai, il
quale, a sua volta, interagisce con l’amministratore delegato di
Autostrade per l’Italia (Giovanni Castellucci, ndr)”.
L’avvocato tiene costantemente informato pure Luca
Lotti, che in quel momento è sottosegretario alla Presidenza del
consiglio e segretario del Comitato interministeriale per la
programmazione economica. Ancor più strano, e del tutto incompatibile
col concetto di trasparenza invocato in queste ore da Renzi per
difendere la reputazione di Open, è ciò che Bianchi fa una volta
raggiunta l’intesa tra Toto e Autostrade per l’Italia: “I soci del suo
studio legale – si legge nel mandato di perquisizione – si sono
accordati, in via eccezionale, affinché un terzo del compenso (750 mila
euro) fosse corrisposto non alla associazione professionale, bensì
all’avvocato Bianchi in proprio”.
Gli affari del Gruppo Toto sono vissuti come di
primaria importanza dal Giglio Magico, e lo si deduce da un appunto
riservato, recuperato durante le perquisizioni. Bianchi comunica a Lotti
di “aver avuto 750k sulla base dell’accordo con Toto e che riceverà
altri 80k per l’accordo con la British American Tobacco (altro
finanziatore di Open, ndr)”. Quindi lo informa di aver determinato “con
l’aiuto di un commercialista” una cifra netta: i famosi 400 mila euro.
Le tre “intromissioni” di Bianchi
Il sospetto dei pm è che, stavolta, non si tratti di
semplice fundraising. Sospetto alimentato dai fatti accaduti
successivamente a quella dazione, e che i pm qualificano come
“un’intromissione dell’avvocato Bianchi” nei percorsi normativi di tre
importanti dossier sui tavoli del governo, tutti di grande interesse per
il Gruppo “amico”, chiamato, dopo i terremoti dell’Aquila (2009) e di
Amatrice (2016), a mettere in sicurezza antisismica le due autostrade
A24 e A25. Un’operazione da 265 milioni di euro.
Centododici i Toto li trovano con la sospensione del
pagamento dovuto ad Anas per il canone di concessione, misura ottenuta
con un emendamento alla cosiddetta “Manovrina” del maggio 2017, sotto il
governo Gentiloni. Questo è il primo dossier su cui Bianchi è accusato
di indebita “intromissione”. Il secondo è il decreto Sud (giugno 2017),
che vale, per i Toto, un contributo statale da 50 milioni di euro per
quattro anni, dal 2021 al 2025. Sul terzo dossier i pm, nell’atto con
cui dispongono la perquisizione dello studio di Bianchi, rimangono
vaghi, sottolineando solo che riguarda “corrispettivi derivanti dai
rapporti con i concessionari autostradali”. A quel che si capisce, i
canoni e le tariffe.
Il triangolo
Tutto l’affaire Toto viene così interpretato dai pm,
in un passaggio cruciale del documento, che rappresenta la base su cui
poggia l’intera inchiesta. “Le operazioni di trasferimento di denaro dal
Gruppo Toto a Bianchi, e quindi da Bianchi ad Open (articolazione di
partito) risultano in effetti dissimulare un trasferimento diretto dal
Gruppo ad Open, laddove una pluralità di soggetti della fondazione
(Bianchi, Carrai e Lotti) si sono interessati all’accordo transattivo
Toto-Autostrade e, taluni (Bianchi), anche a modifiche normative
inerenti il settore delle infrastrutture autostradali”. Lo schema
Bianchi, appunto.
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