domenica 10 novembre 2019

Valori. Giovanni Vincenti confessa: "L’attentato alla cascina per frodare l’assicurazione".

La confessione arriva nella notte a poche ore dei funerali dei 3 pompieri. Ma la tragedia si poteva evitare.

CascinaA poche ore dai funerali solenni di Antonino, Marco e Matteo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria, arriva la confessione.
A provocare la tragica esplosione della cacina di Quargnento che ha causato tra il 4 e 5 novembre la morte dei tre vigili del fuoco è stato il proprietario.

Che ha confessato dopo un lungo interrogatorio: “Volevo il premio dell’assicurazione: 1,5 milioni di euro”.
Giovanni Vincenti e la moglie erano pieni di debiti, e lo scorso agosto avevano stipulato l’assicurazione.
A incastrarli il bugiardino del timer. La notizia arriva dal procuratore Capo di Alessandria Enrico Cieri che racconta i particolari della vicenda in conferenza stampa.
Il bugiardino del timer. Il ritrovamento del foglio di istruzioni del timer avvenuta ieri durante una perquisizione in casa di Giovanni Vincenti ha permesso di arrivare alla soluzione del caso. Il procuratore ha raccontato: ”È stato ritrovato il foglietto di utilizzo del timer, che è stato sequestrato nella parte di abitazione crollata parzialmente, e da questo sequestro sono stati attivati ulteriori accertamenti e riscontri oggettivi che, alla fine, hanno indotto Vincenti a rendere una prima confessione ai carabinieri ribadita poi davanti al pm”.
La tentata frode per i debiti: il premio dell’assicurazione era di un milione e mezzo di euro.
Anche la moglie di Giovanni Vincenti è indagata a piede libero nell’inchiesta che ha portato all’arresto del marito. I due, secondo le indagini, erano “fortemente indebitati. Lo scorso agosto l’assicurazione dell’edificio era stata estesa al fatto doloso. Il premio massimale era di un milione e mezzo di euro”.
La tragedia si poteva evitare. Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina di Quargnento nella cui esplosione sono morti tre vigili del fuoco, poteva evitare la tragedia. “La notte della tragedia Vincenti è stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato - spiega il magistrato -. Vincenti non ha detto che all’interno della casa c’erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. Era intorno all′1, ci sarebbe stata mezz’ora di tempo per evitare la tragedia”.
 Una confessione dettagliata. La confessione è stata “precisa, esaustiva, riscontra le evidenze oggettive acquisite in precedenza”. Lo precisa il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, illustrando i particolari dell’indagine dei carabinieri del Comando provinciale di Alessandria. “Questi uomini - ha aggiunto il magistrato riferendosi ai militari dell’Arma - lavorano da giorni a pancia a terra”. Gli accertamenti proseguono: “l’intenzione dell’attività investigativa è arrivare a un quadro pieno di elementi circostanziati e conferme. Un lavoro che è stato e continua ad essere fatto bene”.
I funerali dei vigili del fuoco. La svolta nelle indagini a poche ore dai funerali solenni di Antonino, Marco e Matteo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria, alla presenza tra gli altri del premier Giuseppe Conte, del presidente della Camera Roberto Fico e del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli”, è stato l’appello che i parenti delle tre vittime hanno rivolto nell’occasione al presidente del Consiglio. “Bisogna capire perché e chi ha fatto questo”, è l’invito pressante del comandante provinciale dei vigili del fuoco, Roberto Marchioni, nell’esprimere la “rabbia” dei pompieri di fronte a questa tragedia.

Nessun commento:

Posta un commento