sabato 16 novembre 2019

Il Corriere della Sera invita tutti alla resa.

Se si vuol capire la resistibile ascesa di Matteo Salvini non si può fare a meno di maledire la “classe dirigente” di questo paese, compresa ovviamente – quasi in prima fila – la scarsa intellighenzia borghesuccia che pontifica dai media mainstream.


Su diversi “interventi”, sul Corriere della Sera di oggi, dànno la misura del livello ignobile in cui è precipitata questa “classe” in palese confusione.
Si tratta di prese di parola diverse per contenuto e competenza (toh!), ma convergenti nella conclusione politica (tipica del Corriere, peraltro): “non vi opponete mai, sarà peggio!”.
L’editoriale più “pesante” e pensato è quello di Lucrezia Reichlin, esempio paradigmatico della trasformazione della “sinistra” in baluardo del neoliberismo delle multinazionali. La figlia di Alfredo Reichlin (dirigente di altissimo livello del Pci) e Luciana Castellina (tra le fondatrici de il manifesto) è da decenni interna alle tecnoburocrazie che guidano verso il disastro le economie europee.

Con un cursus studiorum tutto costruito nei templi del “pensiero unico” (New York University, Université livre di Bruxelles, tranne l’adolescenza al liceo Tasso), è stata nientepopodimeno che Direttore generale alla Ricerca alla Banca centrale europea, durante la presidenza di Jean-Claude Trichet, una delle 12 direzioni generali della BCE. Nel Gotha, insomma…
Su cosa interviene? Sulla proposta di “riforma” avanzata dal ministro delle finanze tedesco, Olaf Scholz, di portare avanti “l’unione bancaria” in base a uno scambio: la Germania (e l’Olanda, con altri paesi del Grande Nord) accetta di condividere la garanzia dei conti correnti di banche che falliscono (oggi fino a 100.000 euro, ma a carico degli stati nazionali dove quelle banche sono basate), e gli altri, tra cui l’Italia, accettano una “stima di rischio” alta per i titoli di Stato emessi dai paesi del Sud Europa, trasformando il ruolo del Mes (meccanismo europeo di stabilità) in un meccanismo automatico anziché affidato alla mediazione tra governi nazionali.
Sull’argomento, effettivamente poco trattato dalla stampa nazionale mainstream, abbiamo già scritto, evidenziando come persino “europeisti” senza se e senza ma – dopo aver analizzato la proposta di Scholz – l’hanno diplomaticamente declinata in chiave di tentativo di rapina da parte tedesca.
Rinviamo a quello ed altri articoli per chi vuole approfondire la parte tecnica, qui ci limitiamo alla considerazione politica. 
La Reichlin, in buona sostanza, dice che la proposta di Scholz andrebbe accolta “anche se gli elementi singoli della proposta Scholz sono discutibili”, perché “chiudere il dialogo [con la Germania] non conviene a noi e impedisce ogni progresso del progetto europeo”.
Ai comuni mortali può sfuggire la “convenienza” del farsi rapinare mostrandosi arrendevoli con i criminali, ma in questo modo sono state condotte tutte le trattative tra governanti italiani ed europei negli ultimi 30 anni. 
La dimostrazione più lampante sta nella patetica scena di Romano Prodi – ex Presidente della Commissione Europea, prima di Barroso e Juncker, mica uno che passava di lì per caso – davanti alle critiche per la dismissione dell’Iri, che ha quasi azzerato il patrimonio industriale italiano. 
Una scena che ai cinefili richiama il John Belushi dei Blues Brothers, quando incontra nei sottopassaggi la fidanzata mollata il giorno del matrimonio…
Ma tant’è, per chi lavora da anni a una Unione asimmetrica, pro-multinazionali e paesi forti, “non c’è alternativa”. 
Tocca sottostare, farsi rapinare sorridendo altrimenti ci prendono pure a mazzate…
Simile, ma più terra terra, il “ragionamento di Aldo Cazzullo davanti alle contestazioni bolognesi a Salvini. 
La tesi è quasi imbarazzante: “Di sicuro avvantaggiano Salvini le contestazioni (quelle aggressive, non quella pacifica di Piazza Maggiore)”.
Chi ha seguito le due piazze (Salvini era chiuso nel Palazzetto) sa che una delle due manifestazioni è stata aggredita, sì, ma dalla polizia (nostalgica di Mr. Mojito?).
Peggio: “i sedicenti anarchici che vorrebbero impedirgli di parlare in realtà gli fanno il controcanto”. 
 Siamo consapevoli che c’è sempre qualcuno che aspira a una anche piccolissima citazione nella “Storia universale dell’infamia; e conosciamo anche le grossolane tecniche retoriche dei reazionari al potere (“mostrificare l’avversario”), costretti a dipingere le migliaia di giovani e anziani (compreso il padre della candidata leghista!) come “aspiranti terroristi” (gli anarchici, nelle classifiche dell’immaginario borghese, sono quasi il massimo degli incubi, a dispetto della loro irrilevanza e indole pacifica).
Ma sappiamo benissimo che il povero Cazzullo è stipendiato – bene, ci sembra di capire – per portare ogni discorso sull’unico piano che interessa alla proprietà del Corriere: “non vi opponete, né alla Germania, né all’Unione Europea, né a Salvini… Lasciate che ci pensiamo noi, che sappiamo come venderci e soprattutto come vender voi”.
Non ci stiamo.

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