Altri nomi illustri che hanno rivestito posizioni importantissime a livello economico mondiale e che hanno fatto previsioni altrettanto errate sono: Alan Greenspan, ex governatore della Riserva Federale Americana, e il suo successore Ben Bernanke. Entrambi, fino al crollo della Lehman Brother, ripetevano che non c’era nulla di cui preoccuparsi.
Chi era al timone dell’economia e della finanza mondiale non ha capito nulla della crisi anche dopo il suo scoppio. Mervyn King, governatore della banca d’Inghilterra, era certo che i salari nel Regno Unito e nel resto del ricco Occidente sarebbero cresciuti esponenzialmente, intanto oltreoceano Greenspan annunciava un lungo periodo di inflazione a doppie cifre. Ancora adesso Jay Powell, governatore in carica della Fed, ammette di non capire perché i salari non salgano. Per aiutarlo dovrebbe guardare questo grafico.
Dagli anni Settanta gli economisti predicano la magia del mercato: in altre parole questo è infallibile. I bei risultati del mercato sono visibili nella differenza tra il reddito reale e i salari, una massa immensa di denaro che le élite, un tempo definito capitale, ha intascato. Il liberismo ci ha regalato l’ineguaglianza cronica. Ed ecco perché i salari non aumentano, la ricchezza non viene redistribuita ma investita sul mercato finanziario, dove gli indici non fanno che crescere e generare fiumi di denaro per chi ha la fortuna di poter investire in borsa. E quando le cose vanno male, le banche centrali corrono alle presse e stampano nuova moneta, altri fiumi di denaro che le banche incanalano verso piazza Affari.
Per agevolare il corso del denaro verso i settori finanziari c’è anche la manovra fiscale. Ai livelli dei tassi d’interesse odierni, cioè bassissimi, nazioni come gli Stati Uniti dovrebbero rimodernare tutte le infrastrutture, e cioè lanciare un enorme piano di lavori pubblici pagato con l’erario dello Stato, e invece non succede. Donald Trump piuttosto ha tagliato le tasse per un valore di 1.600 miliardi di dollari ai più ricchi, dichiarando che l’effetto a cascata avrebbe fatto ricadere tale ricchezza sulle classi meno abbienti, un fenomeno che i liberisti continuano ad aspettare con fede messianica come l’avvento del messia.
Sulla base di questo bilancio forse non sarebbe male tornare agli anni Sessanta e restituire agli economisti, e tra questi c’è anche chi scrive, il titolo di semi-contabili e farli giocare nei retrobottega con le loro teorie ad una sorta di Risiko economico: lì di certo non potrebbero più danneggiare nessuno.
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