domenica 13 ottobre 2019

Libro. Sergio Nazzaro - giornalista e scrittore è autore di "Mafia Nigeriana, la prima indagine della squadra antitratta”, Editore Città Nuova.

Dall'Africa all'Italia.

repubblica.it Sergio Nazzaro

UnknownCastel Volturno è l’avamposto e centro di insediamento della mafia nigeriana.

È nell’anno 2000 che il Commissariato della città del litorale campano porta a compimento l’operazione Restore freedom. Per la prima volta s’indaga per i reati di 416bis.
Quell’informativa stilata, nel cuore nero dell’Italia, Castel Volturno appunto, rimane il modello cui fanno riferimento la Polizia di Stato e la magistratura inquirente, per molti anni.
Per la prima volta si ipotizzano reati di mafia per gruppi criminali nigeriani. Allo sfruttamento della prostituzione e al traffico di droga vanno ad aggiungersi altri reati quali la tratta di esseri umani e la riduzione in schiavitù.
Castel Volturno viene individuato quale base della mafia nigeriana, le cui ramificazioni arrivano nel nord Italia.
L’attività della polizia recupera un ritardo di almeno vent’anni nello studio e nella comprensione del fenomeno.
Eppure, il 24 aprile 1990, c’era già stata la strage di Pescopagano, in cui erano morte cinque persone e ne erano rimaste ferite sette.
Il clan La Torre di Mondragone non aveva tollerato lo spaccio di droga nel proprio territorio da parte di una banda straniera.
Stranieri e italiani in egual misura. Spacciatori e innocenti finiti in un’unica mattanza. Cadono sotto i colpi di pistola Haroub Saidi Ally, Ally Kha- lifan Khanshi e Hamdy Salim, tanzaniani. Trasportati in ospedale, la polizia gli troverà addosso diverse confezioni di eroina. Completamente estranei alla vicenda, invece, Naj Man Fiugy, iraniano, che voleva solo bere una birra, e Alfonso Romano.
Ironia della sorte, solo un mese prima, Romano, intervistato dalla trasmissione Samarcanda, aveva parlato dell’assenza di sicurezza a Mondragone, puntando il dito contro gli immigrati piuttosto che contro i camorristi che compiranno la strage.

Un altro innocente rimasto vittima della mattanza è il figlio del gestore del bar in cui è avvenuta strage. Rimane ferito alla spina dorsale, rimarrà paralizzato a vita. Tra i feriti tre tunisini di 19, 20 e 31 anni e un turco di 27 anni.
Aprile del 1990: tanzaniani, iraniani, tunisini, marocchini, turchi, egiziani. Ci sono tutti al sud. Ma le lancette del tempo devono scorrere all’indietro: il 5 dicembre del 1986 un ghanese viene ucciso a colpi di pistola sulla Domiziana. Il 25 ottobre del 1986 viene ferito a colpi di arma da fuoco Stefan Mustafà Dia. I killer della camorra lo sorprendono a Castel Volturno. In ospedale, la polizia gli trova quasi venti milioni di lire addosso. La comunità africana sta entrando in un nuovo affare, quello della droga, i primi che se ne rendono conto sono i poliziotti di Castel Volturno, che oggi sono quelli che meno si meravigliano della mafia nigeriana. Ecco che trenta anni fa una nuova geografia delle migrazioni prendeva forma nel sud da una strage di camorra in guerra per il territorio dello spaccio.
Ma non è tutto. Il 18 settembre del 2008 sarà ancora una volta strage: sette morti, tutti di origine ghanese. Nessuno implicato in attività criminali. Setola, l’autista dei boss casalesi che si autoproclama boss, compie una strage nella sartoria Ob Ob Exotic Fashion che dista pochi chilometri da Pescopagano: è sempre il litorale Domizio, dimenticato e dimentico. In queste terre, dove il cemento abusivo arriva fin dentro la spiaggia, il fenomeno della mafia nigeriana prende forma e potere. Sono in migliaia a essere sfruttati nelle campagne. Qualcuno diventa ovulatore, cioè ingoia di bustine di droga, vola alla destinazione assegnata (non si va assolutamente su un barcone con un carico prezioso di droga) e defeca la droga prima che le bustine si rompano e si muoia. Pochi tra loro comandano, ma sempre e devotamente sono sottomessi ai bianchi, perché le mafie italiane non cedono un centimetro del loro territorio e mai lo faranno.
Moltissimi gli arresti con annessa radiografia, perché solo così si possono scovare gli ovulatori, guardando nelle loro viscere si espande sempre di più il mercato della droga, oltre a quello della prostituzione, alimentato solo e comunque dall’uomo bianco.

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