domenica 13 ottobre 2019

"L'Europa con Erdogan non farà nulla".

Lucio Caracciolo, direttore di Limes, non si illude: l'Italia può parlare, ma tutti sanno che alle parole non seguiranno i fatti.


“L’Italia? Può parlare, ma tutti sanno che alle parole non seguiranno i fatti. Di questo Erdogan può stare certo”. 
A sostenerlo è Lucio Caracciolo, direttore di Limes, la rivista italiana di geopolitica.

Foto del viernes del presidente de Turquía, Tayyip Erdogan, hablando durante una entrevista con Reuters...Di fronte all’invasione turca del nord della Siria, cosa potrebbe o dovrebbe fare, a suo avviso, l’Europa?
Innanzitutto, dovrebbe trovare una linea comune e già questo mi pare molto difficile. 
Il rapporto con Erdogan è stato gestito dalla signora Merkel quando ha capito che la sua politica di apertura ai profughi e ai migranti non poteva reggere. Risultato: Erdogan ha le chiavi dell’Europa. 
Il presidente turco ha intascato diversi miliardi per non rovesciare in Germania e in Europa 3,5 milioni di profughi siriani attendati in Turchia e quindi è come se avesse una bomba atomica pronta all’uso contro gli europei, se questi provassero a disturbare la sua riconquista del Kurdistan siriano.


Quindi siamo in un vicolo cieco?
Noi europei non abbiamo particolari armi di pressione nei confronti della Turchia. Certamente ne hanno gli americani, ma dubito che vogliano usarle fino in fondo.

E Putin?
Putin ha stretto con Erdogan negli ultimi anni un singolare sodalizio basato sull’energia e sulle armi. La Turchia ha acquistato missili S-400 russi in grado di abbattere i più moderni aerei americani, teoricamente alleati. 
Oggi pero Putin teme che la Turchia penetri in profondità nella Siria del suo amico Assad, dove restano ancora militari e basi russe. 
Il rischio di una frizione russo-turca è concreto.

I curdi sono destinati al sacrificio?
I curdi anzitutto non sono una nazione, ma una etnia divisa in varie fazioni storicamente e attualmente rivali. Ad esempio, i curdi iracheni non mostrano particolare solidarietà per i ‘connazionali’ siriani, avendo stabilito concreti rapporti con la Turchia. 
Noi stessi occidentali non abbiamo le idee molto chiare. Consideriamo i curdi del Pkk terroristi e allo stesso tempo quelli dell’Ypg, loro alleati siriani, combattenti per la libertà. Forse bisognerebbe sciogliere questa contraddizione

Abbiamo iniziato il nostro colloquio parlando di Europa, terminiamo con l’Italia. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, hanno condannato a più riprese l’operazione militare turca contro i curdi nel nord della Siria...
L’Italia può parlare, ma tutti sanno che alle parole non seguiranno i fatti. Di questo Erdogan può stare certo.

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