La
sindaca Virginia Raggi ha revocato l’incarico ad Aldo Barletta, da
qualche tempo capo del dipartimento Edilizia residenziale pubblica. In
pratica colui che firma le assegnazioni delle case popolari.
L’ultima
carognata, quella che avrebbe definitivamente convinto la sindaca
(autentica sciagura, anche su questo fronte…) è stata la vicenda di via
Cardinal Capranica, con il violentissimo sgombero voluto da Salvini.
Per
affrontare il problema delle centinaia di sfollati, inizialmente era
stato deciso di ospitare una parte degli sgomberati in un palazzo in via
Labicana. Ma neanche 24 ore dopo è arrivato lo stop.
L’assessorato
al Sociale, «a seguito di indagine di mercato», ha infatti affidato
l’accoglienza temporanea di oltre cento sgomberati alla onlus
Medihospes, fino al 14 agosto. Perché «nessun immobile del patrimonio
del Comune o in gestione dello stesso risulta disponibile, in quanto
l’unico messo a disposizione (via Labicana) non risulta idoneo e/o
agibile».
A
settembre, invece, la stessa sindaca aveva chiesto a Barletta di
acquisire edifici da destinare all’emergenza abitativa attingendo al
patrimonio inutilizzati di proprietà dell’Inps. Ma sembra non ci sia
stato neanche il contatto con l’istituto di previdenza.
Problemi amministrativi a parte, il nome di Barletta
circolava pubblicamente tra i possibili indiziati di essere la “gola
profonda” che faceva sapere ai fascisti di Forza Nuova e CasaPound –
addirittura prima che agli assegnatari – indirizzo, nominativi e
appartenenza etnica di coloro che avrebbero ricevuto un alloggio
popolare.
Erano nate così le incursioni fasciste a Torre Maura e, due volte, a Casalbruciato. Così come lo scorso anno a San Basilio.
Poi
le indagini si erano indirizzate verso un paio di impiegati con note
simpatie fasciste. In ogni caso, la sua rimozione può far cambiare
l’aria all’interno di uno degli uffici socialmente e politicamente più
delicata del Comune di Roma.
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