lunedì 12 novembre 2018

Uranio impoverito, parlano i protagonisti della vicenda. "Continuiamo la nostra protesta nel dramma delle morti e ignorati da tutti". Intervista a Simone Lepore


 

controlacrisi
Simone Lepore, 28 anni, guardia carceraria, ex militare, ha organizzato con un comitato di parenti e amici vittime dell'uranio impoverito a una clamorosa protesta all'altare della Patria lo scorso 4 Novembre. Ci vuoi parlare delle ragioni di questa protesta e di quanti siano oggi le vittime dell'uranio impoverito ?
Le vittime ammalate sono 7mila, se si contano solo i nostri militari. Il numero dei civili ammalatisi per via dei veleni della guerra è tutt’ora imprecisato ma decisamente piu' alto. Tra i militari oggi abbiamo 363 vittime decedute. Anche questa stima non può essere fedele alla realtà, in quanto molti militari non denunciano, o si ammalano diverso tempo dopo il congedo militare, non ricollegando la propria malattia al servizio svolto.


Poligono di Quirra. Molti dei morti e degli ammalati sono transitati da questo sito in Sardegna.
Il Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ) è un poligono interforze. Interforze non solo per quanto riguarda le nostre truppe, ma con questo termine si intende le forze NATO. Diversi eserciti, ma anche agenzie private, testano i propri armamenti al PISQ, affittando i 13mila ettari di territorio sottoposto a servitù militare per sperimentare armi su cui il nostro Stato non ha alcun minimo controllo. Il PISQ riguarda una parte della Sardegna sud orientale, a Nord di Cagliari, e possiede un distaccamento a mare, denominato Capo San Lorenzo. Questo distaccamento è oggetto delle esercitazioni di Marina e Aeronautica. Il mare nei dintorni di Capo San Lorenzo è disseminato, sui fondali, di proiettili di artiglieria inesplosi, residui di brillamenti e di proiettili esplosi.
Diverse zone del PISQ, durante il periodo estivo in cui non ci sono esercitazioni, sono adibite al pascolo degli allevamenti locali con l’elevatissimo rischio di contaminazione animale, che finisce sulle tavole della popolazione locale.
Attualmente il PISQ è attraversato da una inchiesta giudiziaria denominata “I Veleni di Quirra”, inchiesta in cui inizialmente erano imputati 20 generali per omicidio colposo e disastro ambientale. Gli imputati e i capi d’accusa si sono ridotti nel tempo: gli imputati da 20 sono passati a 8, i capi d’accusa sono passati da quelli gravissimi appena elencati a responsabilità penale per “omessi controlli”. In questo processo sono chiamati a testimoniare molti dei militari che sono stati interrogati dalla IV Commissione Parlamentare di Inchiesta (gli articoli di giornale li ho allegati alla mail di ieri).
Secondo me responsabili del vero e proprio disastro ambientale non sono soltanto i generali che hanno taciuto su quanto accadesse, e sono stati conniventi con tutto un sistema di lucro e devastazione ambientale. Ma responsabili sono anche le varie società che hanno appaltato le bonifiche dei poligoni sardi senza mai andare fino in fondo nella bonifica. Ancora oggi si dissotterrano missili e testate che sono in disuso da decenni!
Le vostre prossime iniziative e cosa dite al Governo e alle autorità sanitarie nazionali?
Nelle prossime settimane con il Comitato Amici e Parenti delle Vittime dei Veleni di Guerra ci muoveremo per avere una serie di incontri con alcuni esponenti parlamentari, svilupperemo una collaborazione sicuramente più attiva e diffusa con tutti quei comitati e quelle associazioni che già si muovono sul territorio nazionale su aspetti che in qualche modo sono associati a quello dell’uranio impoverito e dei veleni della guerra.
Come comitato facciamo un appello al ministro Trenta (appello già pubblicato attraverso testate giornalistiche) di convocare un incontro con i familiari delle vittime dei veleni della guerra e con il nostro comitato: un incontro pubblico, in cui prendersi le responsabilità che in tanti anni altri ministri non si sono presi, quelle riguardo ai tanti ammalati e familiari di ammalati che vengono ammazzati due volte perché impiegano 20 anni per vedersi riconosciuta giustizia. Alle autorità sanitarie nazionali chiediamo di prendere una posizione pubblica e di smascherare chi ancora oggi, tra i vari CTU in tribunale e specialisti, si affanna a portare avanti tesi antiscientifiche pur di continuare a garantire la permanenza di un velo di omertà su tutta la vicenda uranio impoverito e veleni di guerra.
Voglio cogliere l’occasione per fare anche un appello a tutti i militari e i familiari di militari ammalati che oggi non denunciano per timore di ritorsioni: il nostro comitato è disposto a instaurare rapporti di collaborazione e di sostegno attivo mettendo in campo tutte le misure necessarie per difendere il diritto a condurre una vita dignitosa e sana e a lavorare in maniera dignitosa e sana!
Gli individui che denunciano sono oggetto di ritorsioni ma se si legano a strutture e collettivi affrontano le ritorsioni e le rivoltano contro il proprio aguzzino!

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