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venerdì 16 novembre 2018
Nessuna giustizia per Riccardo Magherini
contropiano
#RiccardoMagherini perché “il fatto non costituisce reato.” La Corte di Cassazione ha oggi annullato la condanna ai tre carabinieri per la morte di
Nel luglio del 2016 il Tribunale di Firenze aveva condannato i tre carabinieri imputati per omicidio colposo nell’ambito del processo per la morte di Riccardo Magherini, 40enne fiorentino deceduto nella notte tra il 2 e 3 marzo 2014 durante un arresto in una strada del centro di Firenze.
La notte del 3 marzo 2014, a Firenze, in pieno centro storico, Riccardo, padre di un bimbo di due anni, muore stroncato da un arresto cardiaco mentre tre carabinieri lo tengono bloccato a terra. Come Federico Aldrovandi anche, ‘Richy’ è morto per ‘asfissia posturale’ mentre gridava: “Aiuto! Ho un figlio!”. Ma i segni sul suo corpo raccontano di violente percosse ricevute proprio mentre era immobilizzato, a terra ed a pancia in giù.
“I carabinieri gli tiravano calci e Riccardo urlava di essere un bravo ragazzo, che non aveva fatto niente e che aveva figli mentre due persone incitavano ‘Dagliene ancora’ “. Così il racconto del testimone principale della vicenda di Magherini, Matteo Torretti, che aggiunge ” i militari hanno tirato calci a Riccardo: cinque all’addome e due in faccia”.
Torretti racconta l’azione dei militari: “I carabinieri lo hanno accerchiato, poi portato in ginocchio e buttato a terra, dopodiché gli sono saliti sopra fino ad averlo letteralmente schiacciato”. “Il carabiniere più anziano – continua – era su Magherini schiacciandogli la testa con due mani e teneva un ginocchio sul collo”.
Poi descrive l’atteggiamento di Riccardo: “Agitato, ma non aggressivo. Ha anche liberato le braccia – continua il testimone – poteva colpire qualcuno ma non l’ha fatto”. Quando Torretti suggerisce ai carabinieri di non tirare calci, bensì di chiamare un’ambulanza per sedare Magherini, i militari rispondono dicendogli di “non rompere i coglioni”.
Poi prendono le sue generalità, e alla domanda di Torretti ‘Tutto a posto?’, rispondono: “Se è tutto a posto lo deciderà il maresciallo”. Quando sente arrivare l’ambulanza, Torretti si allontana. Di lì a poco, iniziano le manovre di rianimazione del personale paramedico ma per Riccardo, ormai, non c’è più niente da fare.
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