Il 14 maggio, mentre Israele e Stati Uniti festeggiavano il trasferimento
dell’ambasciata americana a Gerusalemme, a Gaza le forze israeliane,
seminavano la morte tra le centinaia di migliaia di Palestinesi, tra cui
molti anziani, donne e bambini, che pacificamente protestavano per il
diritto al ritorno, per la fine dell’assedio e contro il trasferimento
dell’ambasciata USA a Gerusalemme.
www.retidipace.it
Quando
gruppi di manifestanti si sono avvicinati alla recinzione, armati solo
di aquiloni e pneumatici, I soldati israeliani, l’artiglieria e i droni
hanno cominciato a sparare pesantemente e senza interruzione non solo
contro di loro, ma anche contro la folla che si trovava lontana dalla
barriera, facendo una strage.
Sul terreno sono rimasti 55 civili
palestinesi uccisi, tra cui 6 minorenni e un disabile su sedia rotelle,
oltre 2.700 feriti, tra cui 203 bambini, 78 donne, 8 giornalisti e 11
paramedici.
Almeno 150 i feriti gravi, perché il fuoco israeliano ha
voluto colpire testa, collo e torace. (Ministero della Salute).
Ospedali
da campo, ambulanze, personale medico e sanitario sono stati
deliberatamente presi di mira impedendo loro di avvicinarsi ai feriti.
Gli ospedali, già provati dall’assedio, dalle guerre precedenti e dal
carico di feriti delle ultime settimane, oltre 8000, sono al collasso e
non riescono più a far fronte alle nuove necessità.
La
responsabilità prima di questi crimini contro l’umanità è di Israele e
degli Stati Uniti, che ne sono lo sponsor principale, ma anche
dell’Unione Europea e di ciascuno dei suoi paesi che continuano a
garantire l’impunità di Israele, nonostante le sterili condanne.
E’ inaccettabile il silenzio dei nostri politici di fronte ai continui massacri perpetrati da Israele.
Israele va fermato: lo dobbiamo ai palestinesi che continuano a morire.
Il 15 Maggio sarà il giorno della Nakba, che ricorda quando, 70 anni fa, decine di
migliaia di Palestinesi vennero uccisi e oltre 800.000 furono costretti a
lasciare la loro terra e le loro case. Sulle rovine della Palestina
sorse Israele che domani, 15 maggio, festeggerà la sua nascita. Sarà
anche il giorno in cui inizia il mese di Ramadan, sacro ai Musulmani: di
fronte all’accavallarsi di queste ricorrenze cariche di dolore e
sofferenza la frustrazione, la rabbia e le proteste dei Palestinesi non
cesseranno.
Chiediamo
alle associazioni e a tutte le persone di coscienza che hanno a cuore
la libertà, la giustizia e la sorte dei popoli oppressi di trovarsi oggi
alle 17.30 davanti a Montecitorio, per chiedere con forza il rispetto e
l’applicazione delle innumerevoli risoluzioni ONU di condanna di
Israele, perché si ponga finalmente fine alla sua impunità, perché
cessino l’occupazione e l’assedio di Gaza, perché a tutti i Palestinesi
siano garantiti uguali diritti, perché sia riconosciuto il diritto al
ritorno.
Nessun commento:
Posta un commento