domenica 6 maggio 2018

"I disastri ambientali e le morti sul lavoro hanno un elemento comune: non sono mai prodotti dalla casualità". Il Domenicale di Controlacrisi, a cura di Federico Giusti



controlacrisi Autore: federico giusti
Dietro agli infortuni e alle morti sul lavoro si cela l'inosservanza delle normative di sicurezza determinata dagli appalti al ribasso, dalla ricerca di maggiori profitti riducendo il numero della forza lavoro o accrescendone i tempi e i ritmi produttivi.
Tra gli stessi capitalisti italiani esistono ormai due fazioni, chi continua a produrre senza rispetto della sicurezza e quanti, investendo nella tecnologia vogliono ambienti di lavoro diversi dal passato.
Ma non commettiamo l'errore di pensare ad un capitalismo moderno rispettoso degli operai, trattasi di padroni 4.0 che vogliono ambienti di lavoro piu' sani e puliti ma allo stesso tempo disconoscono le innumerevoli malattie professionali non ancora presenti nell'elenco Inail ma già abbastanza diffuse da non potere essere ignorate.
Poi, se le fabbriche Fca sono un esempio di modernità e di maggiore attenzione alle normative di sicurezza, perchè certa attenzione stride con il diniego di diritti elementari, il logoramento psicofisico della forza lavoro nell'arco di pochi anni, i reparti confino, il controllo maniacale della forza lavoro, la presenza ai tavoli di trattativa solo dei sindacati che hanno accettato un contratto separato solo per i dipendenti ex Fiat? Torniamo alla presunta casualità, il nostro paese ha un elevato numero di infortuni e di morti sul lavoro, è forse un caso che in Italia e in altri paesi europei si continuasse a lavorare con l'eternit quando negli Usa lo stesso era, da anni, bandito con tanto di ricerche scientifiche e attestazioni mediche a denunciarne la estrema pericolosità ?
E perchè nessuno ha ancora studiato le produzioni esternalizzate dall'Italia al terzo mondo, l'impatto sulla salute e sull'ambiente provocato da queste attività industriali? Non varrà , come nel caso del colonialismo, il concetto di rimozione del problema, magari per narrare la buona e pacifica imprenditoria italiana portatrice di lavoro , benessere e infrastrutture? Quando si parla delle imprese italiane all'estero lo si fa con un velo di ipocrisia e sovente leggiamo pagine enfatiche simili all'epopea (si fa per dire) colonialista.
Sarà un caso che sui distretti italiani all'estero ci siano poche ricerche limitate per altro a studi universitari e case editrici con scarsa distribuzione?
Sarebbe come attribuire a Poseidone e alla sua crudeltà la causa dei terremoti, oggi i media non sarebbero cosi' sciocchi ma nello spiegare i fenomeni continuano a ricorrere a luoghi comuni.
In Italia i terremoti sono devastanti, le normative in materia antisismica sono sovente non rispettate, se poi crolla un acquedotto e una strada da poco costruita la responsabilità non sarà di chi l'ha costruita con materiali scadenti e di quanti avrebbero dovuto vigilare sui lavori e non l'hanno fatto?
Non c'è niente di casuale nella esondazione di un fiume, nel crollo di una strada perchè sappiamo che è mancata la ordinaria pulizia dei fossi e dei corsi d'acqua o si è verificato il taglio inspiegabile di alberi o l' errata realizzazione\progettazione di alcuni lavori.
La casualitàè la versione moderna del fato per gli antichi greci e latini, una divinità nascosta ma sempre presente alla quale attribuire cause di fenomeni legati a errori umani dettati dalla sete di profitto, dalle privatizzazioni, dai mancati investimenti in salute e sicurezza.
Non è casuale che la recente sentenza della Cassazione abbia deciso di non applicare la reintegra sul posto di lavoro anche nei pochi casi in cui sarebbe ancora prevista, la ragione sta nel fatto che il diritto del lavoro è diventato una variabile dipendente dai profitti di impresa per cui, in caso di crisi aziendale, si potrà sostituire la reintegrazione con un mero e irrisorio risarcimento economico.
Se interi villaggi ,o paesi, a distanza di anni dai terremoti sono ancora distrutti non è frutto della casualità ma della volontà politica di chi non vuole anteporre la ricostruzione e la salvaguardia del territorio al pagamento del debito o a regalari pacchetti di sgravi e contributi alle imprese.
La casualità non esiste,l'ignavia, i luoghi comuni e la non curanza degli esseri umani e dei territori invece si

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