mercoledì 5 luglio 2017

Block G-20: movimenti di tutta Europa ad Amburgo contro i Grandi. Da giorni, sgomberi e scontri con la polizia. Giovedì la protesta: "Welcome to hell".

Poi azioni diffuse, sabato il corteo con partiti e sindacati: "No alle deportazioni dei rifugiati". In piazza anche i profughi di 'Lampedusa in Amburgo'.


Angela Mauro Editor, politics, Huffington Post Italy
L'hanno chiamato "Welcome to hell", laddove l'inferno è il "capitalismo e le relazioni patriarcali", "lo sfruttamento globale delle risorse e la guerra". Appuntamento al mercato del pesce di Amburgo da giovedì con musica dal vivo e performance varie. Alle 19 si avvia la marcia di protesta contro il G-20, "welcome to hell", appunto, è lo slogan. Doveva essere la prima e invece già da domenica, quando la polizia ha sgomberato i campeggi allestiti nei parchi cittadini e autorizzati dal tribunale del land, Amburgo è un pullulare contestazioni, fermi e arresti. Gli ultimi scontri la notte scorsa: altro sgombero, idranti e gas urticanti.
"Vogliamo essere lì quando i grandi arriveranno e disturberemo questo summit", si legge sui siti dell'organizzazione internazionale 'Block G-20', movimenti che da tutta Europa si spostano ad Amburgo per una tre-giorni di proteste contro il summit che inizia venerdì e si conclude sabato. Una contestazione preparata da mesi, ben prima del G7 di Taormina: i movimenti europei hanno scelto di puntare su Amburgo più che sul vertice in Italia. Amburgo, città sulle rive dell'Elba, per tre quarti abitata da 'squatters' (occupazioni di case), uno dei centri più floridi per i movimenti antagonisti in Germania, la città del Saint Pauli, squadra di calcio che si autogestisce, sostenuta da una tifoseria popolare, anti-fascista.

Dall'Italia parte qualche centinaio di persone, da Roma, Napoli, Catania, Bologna, Torino, il nord-est. La protesta contro il G-20 si annuncia dura e variegata. C'è chi la paragona a quella di Genova 2001, contro l'allora G-8. Di certo c'è per ora che tanti sono i motivi della protesta visto che si scende in piazza contro 20 paesi del mondo, compresi Usa e Russia, Trump e Putin, i due target più importanti nel mirino dei manifestanti.
Il primo quale emblema della destra che sta prendendo il potere in vari Stati del mondo, "negli Usa", come per "Erdogan in Turchia e la destra populista in Europa...", si legge nei comunicati che annunciano le contestazioni. In piazza ci saranno anche i messicani contro Trump e il suo muro anti-immigrati. Putin poi è un target per la "violenza sistematica contro i movimenti Glbtq".
Ma anche gli Stati europei sono sotto accusa. Una delle rivendicazioni più forti è quella sull'immigrazione: contro i rimpatri, "deportazioni" vengono chiamate dagli attivisti. Un mese fa a Norimberga ci sono stati scontri tra la polizia e gli studenti che si sono ribellati al rimpatrio di un loro coetaneo, un ventenne afgano. Questa protesta è diventata il simbolo delle contestazioni di Amburgo. In piazza ci saranno anche i rifugiati del gruppo 'Lampedusa in Amburgo', 300 immigrati arrivati dalla Libia a Lampedusa nel 2013, scappati dalla guerra contro Gheddafi, con una procedura per l'asilo alle spalle definita in Italia secondo gli accordi di Dublino ma non riconosciuta in Germania. Chiedono un permesso di lavoro collettivo, chiedono di poter lavorare ad Amburgo, rifiutano una seconda procedura d'asilo in Germania.
E poi sono in programma manifestazioni delle donne, dei curdi contro Erdogan: Amburgo è destinata a diventare il crogiuolo di tutte le rivendicazioni del pianeta in materia di diritti. Sabato alle 13 infine la marcia unitaria con partiti e sindacati. Ma chissà come ci si arriva a sabato. Lo Spiegel online descrive un esercito tedesco preoccupato di subire azioni violente. La Bundesweher, le forze armate tedesche, ha messo in guarda tutti i soldati di stanza ad Amburgo in questi giorni: ordine di non indossare l'uniforme se non si è in servizio da oggi fino a domenica.

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