Alta tensione ad Atene nella giornata di sciopero generale e manifestazioni contro le nuove misure di austerità per quasi 5 miliardi concordate tra il governo di Alexis Tsipras e i creditori internazionali. I nuovi tagli sono stati imposti al Paese per sbloccare la terza tranche di “aiuti” (7,4 miliardi che finiranno per la maggior parte nelle casse dei creditori) del programma di salvataggio da circa 85 miliardi di euro concordato nell’estate del 2015. Ma arrivano proprio mentre la Commissione Ue e gli altri Paesi membri hanno raggiunto un accordo per ammorbidire l’aggiustamento dei conti pubblici che sarà loro richiesto in futuro. Infatti la settimana prossima da un lato l’Eurogruppo darà il via libera all’esborso in favore di Atene al prezzo di nuove misure lacrime e sangue, dall’altra Bruxelles, come emerso nelle scorse ore, diffonderà le “raccomandazioni” dirette agli altri Paesi (Italia compresa) senza l’indicazione numerica delle correzioni da fare per rispettare i trattati. Lasciando così aperte le porte a nuova flessibilità. Sventato il rischio Le Pen in Francia, in calendario ci sono ancora le elezioni tedesche e, a data da destinarsi, quelle italiane: essere troppo rigidi non conviene a nessuno.