mercoledì 12 ottobre 2016

La grande freddezza. I "no" di Putin allertano l'Europa. Ma sulla corsa al riarmo Mosca e imprese italiane in Russia negano.

PUTINVladimir Putin ha annullato il suo viaggio a Parigi dove doveva incontrare Francois Hollande per parlare di Siria: il presidente francese aveva aperto a un confronto, ma solo se la Russia smetterà di bombardare, Putin parlando di scaramuccia verbale ha "chiuso" la porta e annullato l'incontro. Perché il leader russo, con Angela Merkel che ha parlato di possibili nuove sanzioni, sa che i rapporti con l'Occidente sono ai minimi termini, a una svolta. A Hollande e Merkel si deve aggiungere infatti anche la Gran Bretagna, con il ministro degli Esteri Boris Johnson che sfida i pacifisti e afferma di volerli vedere manifestare davanti all'ambasciata russa a Londra per il coinvolgimento di Mosca nella guerra in Siria. Il ministro ha così ribadito nel corso del dibattito alla Camera dei Comuni sull'emergenza umanitaria ad Aleppo le sue accuse alla Russia di aver bombardato un convoglio di aiuti umanitari. Secca la risposta russa, tramite ambasciata: "Mosca in Siria ha liberato migliaia di villaggi e distribuito migliaia di tonnellate di aiuti. Che cosa ha fatto la Gran Bretagna?". A ciò si aggiunga che il Cremlino non è ancora pronto a confermare che il presidente russo Vladimir Putin il 19 ottobre sarà a Berlino per partecipare a un incontro sull'Ucraina. Altro fatto che genera tensioni istituzionali.
La Russia stessa si è detta "preoccupata" per il deterioramento dei legami con gli Stati Uniti ma "non si tratta di una nostra scelta" ha spiegato il presidente Vladimir Putin durante un incontro con il Forum degli investitori della banca VTB. "Il dialogo con gli Usa - ha aggiunto - praticamente non c'è.
L'amministrazione Usa formula quello che le serve e poi insiste che sia eseguito. Ma questo non è un dialogo, è un diktat. E' così su quasi ogni questione" chiosa Putin ribadendo di non capire "come la Francia possa essere così asservita con gli Usa"
In questo clima di inasprimento generale dei rapporti in Russia, secondo il Corriere della Sera è già corsa al riparo e al riarmo: il governatore di San Pietroburgo Poltavchenko ha "ordinato lunedì di accumulare riserve di grano". A questo si aggiungono esercitazioni della protezione civile, idee di rifugi e progettazione. Si parla perfino di "far rientrare i parlamentari statali e funzionari regionali e i loro parenti che al momento si trovano all'estero".
"Ma quale corsa al riarmo" commentano da Mosca. I Paesi occidentali vogliono far passare le esercitazioni delle forze armate russe come una corsa al riarmo che prefigurerebbe una nuova Guerra fredda, ha detto il ministro della Difesa russa, Sergei Shoigu. "Abbiamo sentito molti rimproveri da parte dei nostri partner occidentali che temono la nostra preparazione e la nostra capacità di combattimento. Si tratta di attività di formazione operativa programmata che viene spacciata come allarmante. Le esercitazioni su larga scala non sono una minaccia, ma una condizione necessaria per assicurare la prontezza al combattimento come accade in qualsiasi altro paese". Anche gli imprenditori italiani in Russia smorzano l'allarmismo. In una dura replica al Corriere scrivono infatti che "in Russia non c`è alcun clima di guerra e gli esempi forniti sono del tutto inesatti o palesemente parziali...le esercitazioni della protezione civile vengono effettuate ormai da 16 anni con cadenza regolare, come peraltro avviene in tanti altri paesi, le scorte di grano e generi alimentari esistono in Russia dal 1949, quando venne creato un`apposito servizio statale sulle scorte strategiche, che viene alimentato e rinnovato costantemente. Tralasciamo - aggiunge il gruppo più influente di imprenditori italiani a mosca Gim Unimpresa - le considerazioni sulle vicende militari in quanto oggetto di sostanziale disinformazione mediatica in atto da tempo". Gli imprenditori aggiungono poi che "la nostra comunità italiana in Russia non vive le ansie e le agitazioni che sono rappresentate".
Resta il fatto che la situazione Russia-Occidente rimane politicamente caldissima. Sullo sfondo di tutto questo infatti c'è l'annuncio - sabato scorso - del dispiegamento di missili balistici a Kaliningrad, alle porte della Nato. Al versante siriano si è dunque aggiunto il forte allarme di un'Europa che torna a vedersi puntati contro dei missili balistici, gli "Iskander", piazzati dal governo russo nell'enclave di Kaliningrad.

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