Vittorio Agnoletto Medico, professore presso l'Università degli Studi di Milano
Il forum, nato a Poro Allegre 15 anni fa, nel 2001, pur dentro un approccio globale, leggeva il mondo attraverso uno sguardo al cui centro c’era il rapporto nord/sud con i temi della solidarietà e della cooperazione internazionale, la denuncia delle politiche del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale in Africa, tutto questo letto con una forte sensibilità terzomondista. Sullo sfondo la discussione e l’analisi si ampliava al crescente dominio della finanza e al ruolo delle nuove istituzioni internazionali quali il Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio.
Oggi la drammatica crisi sociale ed economica che investe tutto il mondo e in particolare modo l’emisfero nord-occidentale ci obbliga, se vogliamo essere realisti e credibili anche per i nostri concittadini, a puntare lo sguardo innanzitutto sui nostri territori, a sforzarci di trovare soluzioni idonee ad affrontare la pesante realtà del nostro quotidiano con proposte capaci di porre al centro anche nelle nostre nazioni i temi della redistribuzione della ricchezza, della giustizia sociale, della democrazia reale e quindi dell’accesso libero e generalizzato al sapere e alle nuove tecnologie.
Questo non significa assolutamente ignorare la catastrofe umanitaria che travolge intere regioni del mondo, e infatti i temi dell’emigrazione, dei rifugiati, dell’accapparramento delle risorse, delle terre e delll’acqua hanno grande spazio nelle discussioni che si sviluppano qui a Montreal. Significa avere uno sguardo globale ma partendo dalla consapevolezza della propria situazione. E questo oggi è l’unico modo serio per poter contribuire a modificare la situazione anche nel sud del mondo.
Da Occupy Wall Street al forum
I soggetti che oggi hanno organizzato il forum sono molto diversi da quelli che lo hanno fondato nel 2001: allora i protagonisti indiscussi erano la Cut, il grande sindacato brasiliano, i Sem Terra e via Campesina, le grandi organizzazioni contadine diffuse in America Latina, in Africa e in Asia; in collaborazione, ma in seconda fila, con Attac, l’organizzazione nata nel nord del mondo, in Francia, con l’obiettivo di tassare le speculazioni finanziarie. Era la fotografia di due attraversamenti, quello a cavallo dell’equatore e quello tra i due millenni.
Questa complessità permane tutta e infatti qui nel forum vi sono importanti incontri sugli accordi commerciali internazionali tra via Campesina, e le organizzazioni dei coltivatori del Quebec; ma gli organizzatori di questo forum hanno alle spalle un’altra storia: provengono da Occupy Wall Street, dalle lotte studentesche contro la privatizzazione del sapere e per un web libero, dalla lotta contro i grandi oleodotti, contro le pipeline, dall’impegno per un’energia pulita, contro un modello di sviluppo energivoro fondato sui combustibili fossili.
Cambiare il pianeta partendo dalla nostra condizione
Sono giovani tra i venti e i trent’anni, frequentano assiduamente il mondo del web, non portano sulle loro spalle il ‘900 ma conoscono, hanno sperimentato da sempre, il dominio della finanza e dei mercati sulle loro vite e hanno piena consapevolezza dell’assenza di una qualunque tutela sul loro futuro. Conoscono forse meno la storia coloniale, ma sanno tutto del Wto, del Ttip, degli accordi TRIPs sulla proprietà intellettuale e sui medicinali, organizzano campagne per la chiusura dei paradisi fiscali e per la messa al bando nella finanza dei “derivati”.
Frequentano le università e hanno trascinato centinaia di loro professori al forum dove li troviamo impegnati in dibattiti complessi. Cresciuti in un mondo dominato dalle multinazionali, hanno chiuso rigidamente la porta a qualunque offerta di sponsorizzazione avanzata da compagnie telefoniche, da catene distributive ecc.; consapevoli dell’importanza del ruolo delle istituzioni – sia da un punto di vista democratico che nella redistribuzione della ricchezza e nella gestione del welfare, il sistema di sicurezza sociale – hanno fatto di tutto per coinvolgerle nella preparazione e nella partecipazione ai dibattiti.
Ecco perché pur con tutti i limiti, il forum che si sta svolgendo a Montreal, rappresenta comunque un’opportunità per chi, anche nel nord del mondo, non rinuncia a cercare delle alternative al dominio del sistema liberista.
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