"Dopo oltre cinque mesi dall’elezione del nuovo sindaco non è stato ancora svelato alla cittadinanza in quale modo il comune di Viterbo intenda affrontare il problema dell’acqua all’arsenico...
tusciatimes.eu Riceviamo da Solidarietà Cittadina,
aderente al comitato "Non ce la beviamo" e publichiamo: ...Abbiamo soltanto sentito
parlare di sgravi fiscali, peraltro mai concessi, per l’installazione di
impianti di depurazione familiare: proposta gravemente discriminante e
lesiva della dignità di coloro i quali non potrebbero permettersi un
dearsenizzatore domestico. La correlazione tra arsenico e vari tumori è
nota da diverso tempo ed è stata concordemente osservata in numerosi
studi, come quelli recentemente redatti dal CNR e dal Dipartimento di
Epidemiologia della Regione Lazio.
Ma la cittadinanza non ne è a
conoscenza, o almeno non come dovrebbe. Tutto ciò che abbiamo a
disposizione sull’argomento è il comunicato disinformativo - stringato,
volutamente poco chiaro, letto sicuramente da una minoranza di utenti -
allegato alle nostre bollette dell’acqua che sono, ricordiamolo, tra le
più care d’Italia. In qualità di cittadini abbiamo il diritto di essere
correttamente informati e debitamente salvaguardati. Nella sua qualità
di tutore della salute pubblica, il sindaco ha il preciso dovere di
rendere edotta la cittadinanza sui rischi reali legati all’assunzione di
arsenico.
L’informazione fornita dal comune è stata e continua ad
essere scarsa, lacunosa e difficilmente reperibile: tanto da indurre
molte persone a credere si tratti di esagerazioni. “L’abbiamo sempre
bevuta.. “: chi di noi non si è sentito rispondere in questo modo almeno
una volta? Per questo il sindaco ha responsabilità gravissime: è il suo
silenzio colpevole a indurre buona parte della cittadinanza a
sottovalutare il problema. La diffusione capillare di opuscoli
informativi, scritti chiaramente ed esaustivi nei contenuti, non è
prerogativa della campagna elettorale: il sindaco sia onesto, dica ai
cittadini di osservare scrupolosamente le limitazioni di utilizzo, e nel
contempo renda noto il programma per contrastare l’emergenza. Perché di
emergenza si tratta, ma nessuno ha il coraggio di dirlo, tanto meno di
scriverlo. E ci dica anche, il sindaco, se e come verranno realizzati
gli impianti comunali di dearsenizzazione o qualsiasi altra soluzione
ritenuta opportuna, e soprattutto quando entreranno in funzione: la
cittadinanza ha bisogno di acqua potabile subito. Dobbiamo fare fronte
all’emergenza dotandoci di mezzi in grado di raggiungere capillarmente
ogni punto del territorio comunale, così da consentire finalmente ai
cittadini tutti, non solo a chi può, di rivendicare il diritto alla
salute.
E proprio perché la salute è un diritto,
occorre che il comune si faccia garante di questo coordinandosi,
secondo le modalità che riterrà idonee purché SUBITO, con ASL e Regione,
al fine di eseguire controlli periodici e gratuiti sulla popolazione
per individuare e contrastare le conseguenze sulla nostra salute
derivanti dalla assunzione prolungata di arsenico, fluoruri e vanadio
presenti nella nostra acqua. La gravità della situazione non ci consente
di tollerare oltre un simile atteggiamento di inerzia da parte delle
istituzioni; i nostri amministratori dovranno essere chiamati a
rispondere per tali responsabilità e negligenze.
Abbiamo bisogno di iniziative serie,
risolutive e urgenti. Il sindaco si faccia finalmente carico dei
problemi reali della città. Il comitato “Non ce la beviamo” si fa
promotore di una iniziativa finalizzata ad una corretta informazione
sull’acqua e sui rischi connessi, e naturalmente all’individuazione dei
rimedi più opportuni per restituire acqua potabile ai cittadini.
Partecipiamo numerosi alla giornata
dell’acqua, giornata di festa e di impegno sociale: troviamoci sabato 14
dicembre a partire dalle ore 10,30 a piazza del Plebiscito (piazza del
Comune).
Diamo il nostro contributo in questa battaglia di civiltà e giustizia.
Troviamoci tutti: donne, uomini,
bambini, giovani, vecchi, sani, malati, studenti, disoccupati,
lavoratori…“ognuno con i suoi mezzi”:… strumenti musicali, giuochi,
maschere, bandiere... Per rivendicare il nostro diritto alla salute. Per
riscoprire la sana e giusta prassi della partecipazione attiva dei
cittadini alla vita sociale e politica della città".
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