martedì 16 luglio 2013

Italia, 35.000 persone sfruttate dal caporalato

Si chiama “Gli invisibili delle campagne di raccolta” e si tratta di un progetto di monitoraggio organizzato della Flai Cgil per raccogliere dati sul fenomeno relativo al lavoro sotto caporalato attivo nei terreni di una gran parte del Sud Italia e presente anche in certe regioni del Nord.

I lavori di ricerca e di osservazione sono cominciati circa un anno fa e, dopo un anno di supervisioni, i primi risultati sono stati resi noti.
Sono dati parziali, a causa della difficoltà di mappare la presenza sul territorio italiano di lavoratori senza contratto e senza alcun tipo di garanzia, ma molto preoccupanti, perché denunciano uno sfruttamento che, nonostante il grado di civiltà acquisito, persiste immutato rispetto a decenni passati.
controlacrisi.org
Il fenomeno del caporalato è ancora utilizzato per normare le prestazioni di lavoratori migranti (spesso provenienti dall’Africa e dall’Europa dell’Est) nel settore della raccolta in campo agricolo.

Sono intorno alle 30.000 le persone giunte in Italia dalla Nigeria, la Sierra Leone, il Mali, l’Uganda, il Burkina Faso, la Romania, la Polonia, la Bulgaria.

Si occupano di agricoltura pugliese senza aver mai firmato alcun tipo di contratto e persino percependo uno stipendio che non rispetta minimamente i minimi sindacali imposti dalla legge. Alloggiano in baracche o in bivacchi (anche all’aperto) di fortuna, e vivono costretti a subire ogni giorno le vessazioni dei caporali.

5.000 migranti di questo tipo sarebbero attivi in Basilicata: le coltivazioni dove lavorano sono quelle dei pomodori (soprattutto in Puglia e Basilicata – si ricorda a questo proposito lo sciopero di Nardò del 2011, durante il quale i lavoratori denunciarono lo sfruttamento), quelle di agrumi (Siracusa,Gioia Tauro), olive (Salento), patate (Sicilia), pesche (Caserta), uva (Veneto), mele (Trentino).

Ricordiamo a tal porposito il libro di DeriveApprodi Sulla pelle viva, riguardante la lotta dei braccianti di cui ne abbiamo parlato lo scorso anno.

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