mercoledì 3 luglio 2013

Egitto, alle 17 scade ultimatum militari. Morsi resiste: “Eletto dal popolo”

Lontana da una soluzione la crisi al Cairo, a poche ore dalla fine dell’aut aut delle forze armate. Il presidente ha chiesto loro di fare un passo indietro e ha ribadito di non accettare diktat: “Le elezioni sono state libere”.

Egitto, alle 17 scade ultimatum militari. Morsi resiste: “Eletto dal popolo”

Lontana da una soluzione la crisi in Egitto, a poche ore dalla fine dell’ultimatum dei militari alle forze politiche e al presidente Mohamed Morsi. Il presidente ha chiesto all’esercito di fare un passo indietro e ha ribadito di non accettare diktat. Poi si è rivolto agli egiziani e ha detto che “le elezioni sono state libere e rappresentative della volontà popolare”.

Intanto, scontri tra  sostenitori e oppositori del presidente egiziano Mohamed Morsi si sono registrati nella notte vicino all’Università del Cairo, a Giza: 16 morti e 200 feriti il bilancio delle violenze scoppiate prima del discorso di Morsi, che – rivendicando la propria legittimità – ha detto in un discorso televisivo che non farà alcun passo indietro. Dall’inizio delle proteste contro il presidente, eletto lo scorso anno,  si parla di almeno 30 morti e più di 1.400 feriti. Nel suo discorso di ieri notte, a poche ore dalla scadenza dell’ultimatum dei militari, Morsi ha detto di essere pronto a sacrificare la sua vita come “prezzo per la legittimità”. Il presidente chiesto ai militari di ritirare l’ultimatum di “48 ore” lanciato due giorni fa alle forze politiche per trovare un’intesa e “soddisfare tutte le richieste dei cittadini”. Morsi ha anche accusato il “vecchio regime di non volere la democrazia”.
“Giuriamo che sacrificheremo anche il nostro sangue per l’Egitto e la sua gente, per difenderla dai terroristi, dagli estremisti e dai pazzi”, si legge sulla pagina Facebook del Consiglio supremo delle Forze armate egiziane (Scaf), guidato dal ministro della Difesa e capo di Stato maggiore, generale Abdel Fattah al-Sisi. Intanto, gli attivisti della campagna Tamarod che da giorni portano in piazza in Egitto milioni di persone contro Morsi hanno chiesto alla Guardia repubblicana di “arrestare” il presidente egiziano Mohamed Morsi, espressione dei Fratelli musulmani. “L’unica risposta al discorso di Mohamed Morsi è protestare in strada, scendere in strada in milioni, a partire da oggi, in modo che Morsi e il suo gruppo sentano la voce del grandioso popolo egiziano – si legge in un comunicato degli attivisti di Tamarod – Non solo chiediamo la sua uscita di scena, ma chiediamo anche che venga sottoposto a processo insieme al suo gruppo. Chiediamo alla Guardia repubblicana di arrestare Mohamed Morsi e di mandarlo immediatamente a processo”.

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