domenica 15 luglio 2018

Neet, l'Italia maglia nera in Europa: due milioni i ragazzi che non studiano e non lavorano.

Il rapporto Istat sui livelli d'istruzione. Troppo pochi i laureati, appena il 18,7% contro il 31,4% della Ue a 28. Ed è allarme per i giovani che lasciano gli studi.


repubblica.it

Neet, l'Italia maglia nera in Europa: due milioni i ragazzi che non studiano e non lavoranoROMA - Sono oltre due milioni in Italia i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti neet (Neither in employment nor in education and training).  
Per l'esattezza 2 milioni e 189 mila, pari al 24,1%. A dirlo è l'Istat nel suo rapporto 2017 sui livelli di istruzione. Una condizione minima tra i 15-19enni, in gran parte ancora studenti (11,9%), ma che arriva al 31,5% tra i 25-29enni.

La quota di neet in Italia resta la più alta tra i 28 Paesi dell'Unione europea ed è decisamente superiore non solo alla media Ue (13,4%) ma anche a quella dei più grandi Paesi europei: anzi, rispetto a questi ultimi, il differenziale è aumentato.
  

Chi ha studiato verso l'uscita dalla crisi
In Italia, la percentuale degli scoraggiati è cresciuta in modo costante dall'inizio della crisi, toccando un picco nel 2014. Poi ha iniziato a scendere, in concomitanza con i primi segnali di ripresa, ma è ancora molto al di sopra dell'ultima rilevazione pre-crisi del 2008, quando i neet erano il 19,3%.  

Le cose, negli ultimi tre anni, sono migliorate soprattutto per i giovani con un titolo di studio "medio" (qui i neet sono passati dal 28,3% al 25,5%) o "alto" (dal 26,4% al 21,4%). 
Il calo è minimo invece tra i ragazzi che hanno solo il diploma di terza media (dal 23,9% al 23,4%).


Record di giovani che lasciano gli studi
Nel 2017, la quota di 18-24enni che hanno abbandonato precocemente gli studi si attesta al 14%; per la prima volta dal 2008 il dato non è migliore rispetto all'anno precedente. Le differenze territoriali sono forti e non accennano a ridursi: il tasso di abbandono è del 18,5% nel Mezzogiorno, del 10,7% al Centro, dell'11,3% al Nord.

Arriva al 60,9% la quota di popolazione tra i 25 e i 64 anni che ha almeno un diploma di scuola superiore: dato in deciso aumento, ma ancora molto distante dalla media europea (77,5%). A pesare sulla differenza, secondo l'Istat, in particolare è il basso numero di laureati: sono appena il 18,7% in Italia e il 31,4% nella media Ue.

Le donne più istruite degli uomini
Esaminando più da vicino la fascia di età dai 30 ai 34 anni, la quota in possesso di un titolo di studio "terziario" (ossia laurea, Afam o titoli post-laurea) è pari al 26,9% (39,9% la media Ue). Così, nonostante un aumento di 7,7 punti in dieci anni, l'Italia resta penultima tra i Paesi dell'Unione e non è riuscita a ridurre il divario con l'Europa. Anche in questo campo la quota di 30-34enni laureati, già bassa al Nord e al Centro (30% e 29,9%), nel Mezzogiorno si riduce ulteriormente al 21,6%.

Il livello d'istruzione delle donne è più alto di quello degli uomini: il 63% ha almeno un titolo superiore (contro il 58,8% degli uomini) e il 21,5% ha una laurea (contro il 15,8% degli uomini). Inoltre, l'istruzione femminile sta aumentando più velocemente di quella maschile.

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