venerdì 13 luglio 2018

L’economia circolare una forza potente per la mitigazione climatica.

L'economia circolare portando a ridurre il consumo di materiali comporta anche una riduzione dell'energia impiegata per estrarli e lavorarli per realizzare prodotti. La riduzione dei consumi di energia, per la gran parte ancora di origine fossile, comporta anche una riduzione delle emissioni di gas di serra che concorrono al cambiamento climatico.
 

Ma a che dimensione può arrivare questo contributo alla mitigazione climatica della circular economy? Analizzando settori industriali energivori (acciaio, alluminio, plastica e cemento) in Europa, Material Economics di Stoccolma (The Circular Economy, a Powerful Force for Climate Mitigation, 2018) stima che l'impatto dell'applicazione della circular economy porterebbe a tagliare il 56% delle emissioni di CO2 generate al 2050 e contribuire quindi in modo veramente rilevante all'attuazione dell'Accordo di Parigi.
L'abbattimento potenziale delle emissioni di CO2 della produzione di acciaio dipende direttamente dall'aumento della quota di acciaio prodotto con il riciclo di rottami ferrosi rispetto a quello primario, prodotto con carbone e minerale di ferro. L'impiego dell'acciaio riciclato potrebbe estendersi anche migliorandone la qualità nei processi di riciclo.
Una riduzione delle emissioni di CO2 potrebbe venire anche dallo sviluppo della produzione di acciaio con l'impiego di gas invece del carbone. Lo studio citato stima che almeno 30 delle 92 milioni di tonnellate di acciaio primario prodotte in Europa potrebbero essere sostituite con acciaio riciclato, con una riduzione di 57 milioni di tonnellate di CO2.

Molto acciaio viene anche impiegato dall'industria automobilistica. Sviluppando la sharing mobility,con l'utilizzo condiviso di un minor numero di auto, si riduce anche il consumo di acciaio. Con numeri che possono arrivare anche ai due terzi della domanda di viaggi, si può arrivare a riduzioni di emissioni del 75% di CO2 associate al consumo di materiali nella produzione.
Anche se la maggior parte delle plastiche potrebbe essere riciclata e usata più volte, la plastica secondaria in Europa copre appena il 10% del totale della domanda. Uno studio dettagliato dei diversi tipi di plastica usati dimostra che almeno il 56% della plastica potrebbe essere riciclata e riutilizzata e che almeno un altro 11% potrebbe essere recuperato col riciclo chimico (pirolisi, depolimerizzazione ecc). Insieme queste misure potrebbero ridurre le emissioni di CO2 del settore da 233 a 144 milioni di tonnellate all'anno.
Il riciclo dell'alluminio è particolarmente vantaggioso perché richiede circa il 5% dell'energia necessaria per produrre alluminio dal minerale. Riciclando l'alluminio si possono ridurre quindi circa il 98% delle emissioni di CO2.
In Europa il settore delle costruzioni usa circa 1,6 miliardi di tonnellate di materiali all'anno con un'impronta carbonica di grande peso. Con i consumi attuali di cemento, acciaio, alluminio e plastica nelle costruzioni al 2050 si produrrebbero 230 milioni di tonnellate di CO2, applicando misure di circular economy si potrebbero invece ridurre di almeno il 30%.

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