giovedì 12 luglio 2018

La Camera va verso l'abolizione dei vitalizi. La Lega ha fatto ballare l'accordo e in cambio ha chiesto certezza sui voucher.

Lo scambio suggellato direttamente da Di Maio e Salvini.

 


Lo sgambetto sembrava essere dietro l'angolo e l'abolizione dei vitalizi se non saltata del tutto quantomeno rimandata o parecchio annacquata. Fino a quando nel tardo pomeriggio Matteo Salvini ha diffuso una nota per fugare ogni dubbio: "Il taglio di privilegi e vitalizi del passato era, è e rimane una priorità mia, della Lega e del governo. Prima lo si fa, meglio è, perché i politici non abbiano nulla in più e nulla in meno rispetto a tutti gli altri cittadini italiani". Ad aver vinto – salvo colpi di scena dell'ultimo momento – è la delibera presentata da Roberto Fico e che domani l'ufficio di presidenza dovrebbe approvare. Ma, come spesso succederà in questa strana alleanza gialloverde, c'è una merce di scambio e questa volta porta il nome di "voucher". Il tema tanto caro al Carroccio che da giorni chiede che vengano reintrodotti in agricoltura e nel settore del turismo all'interno del Decreto dignità, fiore all'occhiello dei grillini.

Non a caso ora Luigi Di Maio ha annunciato la fine dell'impasse in cui è finto il provvedimento promettendo "tra oggi e domani il testo definitivo". E nello stesso tempo ha fissato un punto sui vitalizi: "Noi ci aspettiamo che vengano aboliti sul serio senza annacquare i conti perché l'obiettivo è tagliare il 99%-100% dei soldi che vanno ingiustamente agli ex parlamentari e su questo la Lega mi ha dato tutta la disponibilità a votare il taglio dei vitalizi".
Il voto sulla delibera, su cui Fico sta andando avanti in solitaria poiché invece il Senato prende tempo, sarà preceduto dall'esame degli emendamenti. Quello di Fi e Fdi punta a riscrivere completamente il testo. Più moderati, invece, i sei emendamenti di Alessandro Colucci, di Noi con l'Italia, volti ad una mediazione tra l'entità dei tagli alle pensioni degli ex onorevoli e i tempi di applicazione.
La presidenza della Camera a questo punto non si aspetta sorprese dai leghisti: voteranno la delibera, anche se chiedono una tutela "a prova di ricorso". In ogni caso, la coesione della maggioranza passa anche dalla delibera sui vitalizi, rispetto alla quale il M5S si aspetta fedeltà dall'alleato "soprattutto – spiegano fonti pentastellate – se nel Dl Dignità bisognerà ridiscutere i voucher".
Intanto gli ex deputati sono sul piede di guerra e annunciano una raffica di ricorsi e diffide il Senato, dove non sono state ancora fissate le date in cui il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama udirà, tra gli altri, il presidente dell'Inps Boeri. E se la presidente Elisabetta Alberti Casellati ha più volte puntualizzato di non nutrire "nessuna chiusura" in materia, al Senato si intende seguire un percorso autonomo rispetto alla Camera. Al netto di sorprese dell'ultimo momento, ma in questo caso a saltare sarebbero le modifiche relative ai voucher.

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