lunedì 9 luglio 2018

Il digiuno e la protesta dei preti di strada contro il Governo sui migranti: "Salvare vite è il primo dovere".

Si raduneranno domani al Vaticano e poi, per dieci giorni, saranno in presidio a Montecitorio.

 

Preti di strada, missionari e suore vogliono manifestare il loro dissenso rispetto alle politiche migratorie del ministro dell'Interno Matteo Salvini e del Governo.
E per domani hanno indetto una "giornata di digiuno di giustizia in solidarietà coi migranti".
Si raduneranno a mezzogiorno davanti alla basilica di San Pietro. Per dieci giorni poi saranno in piazza a Montecitorio, dove terranno un presidio.
L'iniziativa è stata promossa da padre Alex Zanotelli a nome dei missionari comboniani, da monsignor Raffaele Nogaro vescovo emerito di Caserta, da suor Rita Giaretta di "Casa Ruth" di Caserta, da padre Giorgio Ghezzi religioso sacramentino, la Comunita' del Sacro Convento di Assisi.  
Tra gli organizzatori anche don Alessandro Santoro, della comunità delle Piagge di Firenze, che al fattoquotidiano.it ha dichiarato: "Le scelte del governo sono incompatibili con il Vangelo e con la Costituzione. Difendiamo il principio di umanità con le armi che abbiamo: il nostro corpo".
Tra gli aderenti anche Peppe Sini del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo che scrive:
"Proprio mentre il ministro dell'Interno ed effettivo capo del governo pretende scandalosamente di estorcere al Presidente della Repubblica un impossibile abominevole avallo a una politica disumana e criminale, mi sembra necessario chiamare alla solidarietà con le vittime innocenti di una folle e scellerata omissione di soccorso, di una folle e scellerata persecuzione razzista. Il gesto nonviolento del digiuno raggiunga i cuori dei governanti italiani ed europei e li persuada a recedere dalle sciagurate, barbare, criminali decisioni che hanno reso il Mediterraneo un immenso cimitero. Ogni vittima ha il volto di Abele. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà. Salvare le vite è il primo dovere".

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