mercoledì 4 luglio 2018

Dopo tre mesi, Niccolò è ancora in carcere per gli scontri contro Casapound a Torino


 

dinamopress
A seguito della manifestazione avvenuta il 22 febbraio a Torino contro il comizio elettorale di Casapound, l’attivista del centro sociale Askatasuna rimane in carcere a causa dell’assenza dei braccialetti elettronici. L’accusa è quella di “concorso morale”. Una campagna social ne chiede l’immediata scarcerazione
Ci sono alcune vicende che sono così assurde da non sembrare vere. E invece lo sono. Nicolò Mirandola è un attivista del centro sociale torinese Askatasuna ed è stato arrestato ormai tre mesi fa per gli scontri avvenuti a Torino il 22 febbraio in occasione del comizio elettorale del leader di CasaPound, Simone Di Stefano. Nicolò non è stato arrestato per aver partecipato agli scontri, ma perché si trovava lì quando questi sono avvenuti. Si tratta del cosiddetto “concorso morale”, un reato che viene direttamente dal Codice Rocco adottato durante il fascismo.

Perché Nicolò è ancora in carcere? Nicolò non può uscire di prigione perché non ci sono i braccialetti elettronici, altrimenti sarebbe potuto stare ai domiciliari. Sono tre mesi quindi che è chiuso in una cella e non si sa per quanto ancora ci dovrà restare. Tre giorni fa la madre di Nicolò ha iniziato lo sciopero della fame per denunciare quello che sempre più sembra un accanimento nei confronti del figlio. Contemporaneamente è stata lanciata una campagna per la liberazione di Nicolò che sta raccogliendo moltissime adesioni.
L’ultima campagna elettorale è stata caratterizzata da una forte sovraesposizione mediatica di CasaPound, organizzazione neofascista che si è sempre distinta per la violenza dei suoi discorsi e delle sue azioni. Il tour che ha accompagnato Simone Di Stefano in giro per l’Italia, però, è stato sempre seguito da dure contestazioni, molte delle quali sono sfociate in scontri.
A questo si deve aggiungere l’incredibile disparità di trattamento riservato ai fascisti e agli anti-fascisti: il clamore delle condanne mediatiche nei confronti delle manifestazioni di opposizione alle formazioni neo-fasciste e il carattere persecutorio delle misure nei confronti degli attivisti, viste oggi, sembrano aver preparato il terreno all’affermazione di un discorso pienamente neo-autoritario incarnato ora dal nuovo governo.

Nicolò libero!
Per scrivere a Nicolò:
Nicolò Mirandola
Casa circondariale Lorusso e Cutugno
Via Maria Adelaide Aglietta, 35
0149 – Torino

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