Record di adesioni a
Osservatorio indipendente e Trasparenza e merito, le due associazioni
che dal basso contestano il clientelismo nel sistema di reclutamento.
C'è chi attiva la magistratura e chi sceglie la strada della lettera al
rettore: "Il bando del suo ateneo è irregolare". Ma finora quasi nessuno
ha risposto.
· Lettere preventive: i bandi su misura da Bergamo a Salerno
L'Osservatorio indipendente, che annovera tra gli iscritti anche il rettore dell'Università di Ferrara, Giorgio Zauli, e professori delle università di Bristol e Gent, Maastricht e Dublino, del Quebec e dell'Oregon, sta rodando un metodo interessante. Laddove gli associati avvistano un "bando profilato", cioè un concorso scritto su misura per un candidato gradito all'ateneo, scrivono una lettera e con la posta certificata la inviano al rettore dell'università, al direttore di dipartimento, al presidente della società della disciplina coinvolta. Agli "illustrissimi professori" l'Osservatorio segnala: il bando "emanato dal Suo Ateneo" potrebbe contenere "elementi di irregolarità".
Hanno scritto all'Università di Bologna per Storia della Filosofia antica, due volte all'Università di Bergamo, Letteratura italiana e Letteratura francese, per Storia medievale a Perugia, per un concorso da ricercatore di tipo A alla Sapienza di Roma, Progettazione architettonica. Ancora Storia dell'arte a Roma Tre. Poi Firenze, Filologia classica e tardoantica, un assegno al Dipartimento di Biotecnologie di Siena e un posto da ricercatore per Diritto romano a Salerno. Nell'oggetto della mail scrivono proprio così: "Segnalazione di bando profilato". All'Università di Torino sono incappati in quaranta assegni di ricerca (su ottantatré controllati) degni di segnalazione perché "costruiti sull'identikit di giovani cloni dei docenti, magari molto diligenti, ma con competenze scientifiche limitate". L'ateneo di Torino ha risposto che non c'è alcun scandalo in corso, ma solo "la ricerca di figure a elevata specificità e specializzazione".
· Finora ha risposto solo un ateneo
Quelli dell'Osservatorio concorsi universitari hanno inviato la stessa mail a tutti i magnifici rettori italiani per ricordare loro che, così come accade nel resto della Pubblica amministrazione, "nelle procedure comparative la pubblicazione della valutazione dei titoli deve avvenire prima della prova orale" al fine di "prevenire rischi di manipolazione dei punteggi e di favoritismi, agevolare l'imparzialità della valutazione, anticipare ricorsi e contestazioni". Alle molteplici segnalazioni finora ha risposto solo l'Università di Bologna: "Grazie, siamo già attenti", hanno fatto sapere. È pronta una seconda lettera. Marco Federici, uno dei fondatori dell'Osservatorio, dice: "In questi sei mesi non è mai accaduto che un ateneo abbia fermato un concorso da noi considerato su misura, ma continueremo a utilizzare questa forma di pressione. Se un rettore non ne tiene conto dovrà risponderne, successivamente, di fronte a un possibile esposto".
"L'unica strada è rivolgersi alla magistratura"
"Trasparenza e merito" (L'università che vogliamo) oltre ai 207 iscritti con carta d'identità ha registrato 1.087 sostenitori e segnalato 27 nuovi casi che si aggiungono ai dieci già denunciati. Gli ultimi chiamano in causa la Statale e la Bicocca di Milano, Cagliari, Messina. Da questo alveo sono uscite storie universitarie che stanno facendo letteratura oltreché giurisprudenza. Il processo al rettore di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, per esempio, avviato sulle intercettazioni fatte dall'avvocato Giuliano Gruner e dal chirurgo Pierpaolo Sileri. O la mancata assegnazione di un posto da ricercatore a Giambattista Scirè da parte dell'Università di Catania. Scirè, ora, è il portavoce di "Trasparenza e merito" e dice: "Le segnalazioni preventive rimbalzano sui muri di gomma dei rettorati italiani. L'unico modo per ottenere giustizia e provare a cambiare l'abito culturale dei nostri atenei è quello di far emergere pubblicamente i singoli casi e rivolgersi alle magistrature".
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