domenica 17 giugno 2018

Lavoratori, lavoretti e Classe dirigente...Rider, Foodora: “Impossibile assumere tutti. Pronti a tutele, ma con il decreto di Di Maio saremo costretti a lasciare Italia”.

Gianluca Cocco, amministratore delegato di uno dei principali operatori del food delivery, si dice preoccupato per i vincoli contenuti nella bozza. Ma assicura: "Non abbiamo problemi a sostituire il pagamento a consegna con altre forme come il minimo garantito, la paga oraria o sistemi misti".

... “Oggi un nostro fattorino guadagna 5 euro per ciascuna consegna e in un’ora ne può fare anche tre. In busta paga gli entrano 3,60 euro, il resto è contribuzione Inps e Inail. Se ne può discutere rispettando però la sostenibilità del conto economico delle nostre aziende”...

Rider, Foodora: “Impossibile assumere tutti. Pronti a tutele, ma con il decreto di Di Maio saremo costretti a lasciare Italia”

“Se fossero vere le anticipazioni del decreto dignità che il ministro Di Maio ha fornito alle delegazioni di rider incontrate, dovrei concludere che il nuovo governo ha un solo obiettivo: fare in modo che le piattaforme digitali lascino l’Italia”. Gianluca Cocco, amministratore delegato di Foodora Italia, una dei big del settore del food delivery finito nel mirino del ministro del Lavoro, prefigura uno scenario di fuga dal paese con il piano ipotizzato da Di Maio per aumentare i diritti dei rider: “Quella che filtra è una demonizzazione della tecnologia che ha dell’incredibile, quasi medievale e in contraddizione con lo spirito modernista del Movimento 5 Stelle“, dice Cocco intervistato dal Corriere della Sera.
Secondo Cocco, il piano lanciato dal ministro del Lavoro “ingessa la flessibilità, parte dal riconoscimento dell’attività dei rider come lavoro subordinato. Così gli operatori saranno costretti ad assumere tutti i collaboratori, chiuderanno i battenti e trionferà il sommerso“. Il ceo di Foodora cita poi una ricerca condotta in collaborazione con l’Inps: “Solo il 10% dei rider lo considera un lavoro stabile. Il 50% sono studenti, il 25% lo esercita come secondo lavoro e un altro 10% lo considera un’attività di transizione. La durata media è 4 mesi, non di più”.

Cocco sottolinea anche che “la consegna del cibo a domicilio vale oggi in Italia 450 milioni di euro, azzerarlo sarebbe un errore tragico. Ne soffrirebbero per primi i ristoranti“.
Sul piano delle tutele, l’amministratore delegato sostiene che Foodora “non ha problemi a sostituire il pagamento a consegna con altre forme come il minimo garantito, la paga oraria oppure sistemi misti con base oraria più parte variabili”. E sulla possibilità di alzare la paga dice: “Oggi un nostro fattorino guadagna 5 euro per ciascuna consegna e in un’ora ne può fare anche tre. In busta paga gli entrano 3,60 euro, il resto è contribuzione Inps e Inail. Se ne può discutere rispettando però la sostenibilità del conto economico delle nostre aziende”.

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