venerdì 8 giugno 2018

La cocaina torna a impadronirsi dell'Europa.

Il mercato degli stupefacenti si sta modificando ma l'Osservatorio europeo sulle droghe lancia l'allarme sulla "polvere bianca", più pura e disponibile in grandi quantitativi. Intanto nel continente crescono i morti per overdose di eroina. 

 L'Espresso Nicolò Canonico

La cocaina torna a impadronirsi dell'Europa

Cocaina, cannabis, eroina. Il tris delle droghe più assunte in Europa resta invariato. Aumenta la produzione e, di conseguenza, la disponibilità, ma a preoccupare è soprattutto la maggior purezza della “polvere bianca” nella vendita al dettaglio. Il rapporto annuale dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda) restituisce un'immagine di un continente che attrae grandi quantitativi dall'estero (America latina, Africa settentrionale e Asia occidentale), ma che sta crescendo anche sotto il profilo produttivo: molta cannabis per uso locale e droghe sintetiche da esportare nel resto del mondo.



Il documento dell'agenzia con sede a Lisbona presenta le stime sul consumo sia a livello europeo sia a livello nazionale: in tutta l'Ue sono stati oltre 92 milioni gli adulti (15-64 anni) ad aver provato almeno una sostanza illecita nella loro vita, poco più di un quarto dell'intera popolazione. Nell'ultimo anno si stima che quasi 19 milioni di ragazzi al di sotto dei 35 anni abbia assunto almeno una droga. Tra gli stimolanti la cocaina è padrona assoluta: 3,5 milioni di persone in Europa che ne hanno fatto uso nell'anno passato, 17 milioni nell'arco della vita.

Nel nostro Paese meno del 2 per cento dei giovani l'ha consumata, ma andando a vedere il dato sull'intera vita si scopre che il tasso sale al 6,8 per cento, il quarto dato più elevato dopo Regno Unito (9,7 per cento), Spagna (9,1 per cento) e Irlanda (7,1 per cento). Cresce la produzione di “polvere bianca” e crescono anche i sequestri: nel 2016 in tutto il continente sono stati circa 98 mila per un totale di quasi 71 tonnellate.

Il lavoro investigativo cerca dunque di stare al passo con le nuove rotte degli stupefacenti. Il Belgio, con il gigantesco porto di Anversa, è uno dei principali varchi di accesso per la cocaina, tanto che il 43 per cento del totale è stato bloccato dalle forze dell'ordine proprio qui. Uno studio sui residui di droghe nelle acque reflue urbane ha rivelato che, tra il 2015 e il 2017, si è verificato un aumento dei residui di cocaina in ben 26 città europee e le tracce più elevate sono state registrate a Barcellona, Londra e Amsterdam.

A livello di consumo di sostanze illecite, la regina incontrastata resta però la cannabis: 24 milioni di cittadini europei ne ha fatto uso negli ultimi 12 mesi e 87 milioni nel corso della propria vita. L'Italia è al secondo posto per numero di giovani che l'hanno assunta nell'ultimo anno, con un tasso che sfiora il 21 per cento, subito dietro alla capofila Francia. L'osservatorio dell'Unione europea segnala che la cannabis è stata coinvolta in oltre tre quarti degli 800 mila reati di consumo o detenzione di droghe nel 2016. È inoltre lo stupefacente più sequestrato e il responsabile della maggior parte dei nuovi ingressi in trattamento per tossicodipendenza in Europa (45 per cento).

Un capitolo a parte è dedicato alle nuove sostanze psicoattive (Nps), le cosiddette “nuove droghe”, che non sono sottoposte ai controlli internazionali. Nel 2017 sono state 51 le Nps scoperte, tra le quali risultano cannabinoidi sintetici, oppiacei, catinoni e benzodiazepine. Un numero inferiore rispetto agli anni passati, ma che non deve ingannare, perché la cifra complessiva ha superato quota 670 sostanze. I riflettori sono puntati soprattutto sui cannabinoidi sintetici, un mix di erbe innaffiate con sostanze chimiche, e sugli oppiacei sintetici, che simulano gli effetti di quelli naturali come la morfina e l'eroina ma che sono potenzialmente molto più pericolosi. In particolare l'agenzia sottolinea la pericolosità dei derivati del fentanil, un potente analgesico utilizzato per la cura dei dolori cronici, che utilizzato ad alti dosaggi aumenta sensibilmente i rischi di overdose.

E le morti a causa del consumo di droga sono uno dei temi più scottanti presenti nel rapporto. Nel 2016 si stima siano stati 7929 i decessi per overdose nei 28 Paesi dell'Unione; una cifra che sale a oltre 9 mila se si includono anche Norvegia e Turchia. Si parla appunto di stima, perché molte volte i dati in questo ambito vengono omessi oppure non registrati. In sostanza, le morti per droga potrebbero essere molte di più.

Sui dati disponibili l'osservatorio rileva che ben il 79 per cento delle persone morte per overdose sono maschi, l'età media è di 39 anni, con il Regno Unito (34 per cento) e la Germania (15 per cento) che coprono quasi la metà del totale europeo. Da questo punto di vista l'Italia è tra i Paesi con il tasso più basso (266 le morti nel 2016 per overdose), rientrando nel gruppo in cui ci sono meno di dieci decessi ogni milione di abitanti insieme a Francia, Portogallo, Belgio e a svariati Stati dell'Est Europa. Benché il suo consumo sia ridotto rispetto alla cocaina, l'assunzione di eroina resta la prima causa di morte per droga in gran parte del continente.

Il trattamento della tossicodipendenza è una sfida che richiede investimenti notevoli a livello economico. Molti Paesi europei hanno speso negli ultimi dieci anni cifre che vanno dallo 0,01 allo 0,5 per cento del loro Pil. Nel 2016 sono state 1,3 milioni le persone sottoposte a cure a causa dell'uso di sostanze illecite, oltre 600 mila i pazienti in terapia sostitutiva per la dipendenza da oppiacei. Generalmente, sottolinea il rapporto dell’Emccda sono molti di più gli uomini ad essere trattati rispetto alle donne. A giustificare il dato c'è, come accennato, una netta discrepanza nel consumo di droghe da parte dei due sessi, ma va anche aggiunto che per le donne sarebbero necessari ulteriori servizi che in molti Paesi sono nella migliore delle ipotesi inadeguati o addirittura totalmente assenti.

Nessun commento:

Posta un commento