mercoledì 23 maggio 2018

Scuola, educazione, povertà. Illuminiamo il futuro 2018: in Italia il 14 per cento degli adolescenti abbandona la scuola.


Nella nostra esperienza sul campo, accanto a migliaia di bambini e ragazzi nelle scuole e nei luoghi più deprivati del paese, tocchiamo ogni giorno con mano il nesso ingiusto e dannoso tra la povertà materiale delle famiglie e l'impossibilità per i più piccoli, sin dalla nascita, di accedere ad opportunità educative, culturali e ricreative indispensabili alla crescita.
La crisi economica ha colpito in Italia soprattutto i minori: un milione e trecentomila sono in condizioni di povertà assoluta, senza i beni e i servizi necessari per la vita quotidiana. La povertà familiare spesso coincide con la povertà dei contesti territoriali: assenza di servizi per la prima infanzia come gli asili nido, scuole senza mense, senza tempo pieno e in condizioni fatiscenti, attività sportive e culturali solo a pagamento. In questo quadro, la povertà materiale diventa "povertà educativa" e blocca sul nascere le passioni e le aspirazioni dei bambini e degli adolescenti per il futuro.
Il nuovo Rapporto di Save the Children, "Nuotare contro corrente", approfondisce i vari aspetti dello svantaggio educativo nelle diverse regioni italiane.
Allo stesso tempo, però, il Rapporto indica anche alcune strade da seguire per invertire la rotta. Grazie alla collaborazione con l'Università di Tor Vergata, siamo andati a individuare i fattori di successo dei ragazzi "resilienti", ovvero di quei ragazzi che, partendo da condizioni di grave disagio familiare, nuotando contro corrente sono riusciti a sviluppare ottime competenze in matematica e in lettura. La loro storia ci insegna che alcuni elementi incidono moltissimo sulla rottura del circolo vizioso della povertà.
La scuola ha una funzione di primo piano: una scuola ricca di attività extracurriculari e dotata di infrastrutture adeguate (laboratori, biblioteche, palestre), caratterizzata da relazioni positive tra insegnanti e studenti, fa aumentare molto la probabilità che gli studenti svantaggiati sviluppino percorsi di resilienza. Non solo la scuola, ma anche l'ambiente di vita in senso più ampio gioca un ruolo fondamentale: nei quartieri dove l'offerta di attività sportive e culturali è più alta, i ragazzi delle famiglie più disagiate hanno il triplo delle probabilità di diventare resilienti.
In un paese come l'Italia, dove un quindicenne su cinque non raggiunge le competenze minime in matematica e lettura e quasi il 14% abbandona prematuramente la scuola, la povertà educativa è una vera emergenza. È urgente dunque che la lotta a questa dimensione così drammatica della povertà minorile divenga una priorità per le istituzioni a ogni livello, perché le famiglie, le scuole, le associazioni e gli stessi ragazzi e ragazze non possono essere lasciati da soli nel fronteggiarne gli effetti.
Tante realtà locali e nazionali stanno portando avanti un ottimo lavoro grazie ai progetti approvati dall'impresa sociale "Con i Bambini" con le risorse del Fondo di contrasto alla povertà educativa, istituito 3 anni fa con legge di bilancio, con una dotazione di circa 120 milioni l'anno, per tre anni, apportati dalle fondazioni bancarie. Serve ancora una azione sistematica e di lungo periodo su tutto il territorio nazionale, a partire dalle zone più deprivate. In questo quadro, proponiamo di mettere al centro il recupero degli spazi pubblici in stato di abbandono e degrado, affinché siano restituiti ai bambini e agli adolescenti come luoghi per attività sportive, artistiche e culturali, ludiche e ricreative.
Chiediamo a tutti di sostenere questa proposta aderendo alla petizione che abbiamo lanciato per cercare di trasformare concretamente il volto dei tanti quartieri oggi "vietati ai minori". Combattiamo la povertà educativa restituendo spazi di vita ai bambini e ai ragazzi. Sappiamo che ne sapranno fare buon uso.
(Questo post è a cura di Raffaella Milano – Direttore programmi Italia-Europa Save the Children)

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