giovedì 24 maggio 2018

Quelli bravi. Deutsche Bank mina vagante d'Europa. La banca tedesca taglia più di 7mila posti.

Taglio obbligato per ridurre i costi e ripristinare la redditività. Scontro in assemblea sulla governance.

La grande ritirata è iniziata. Deutsche Bank annuncia di voler tagliare fino a 7mila posti di lavoro in tutto il mondo, portando i suoi dipendenti dagli attuali 97mila a meno di 90mila.
Un taglio consistente, che interesserà tutte le attività e che è la cartina di tornasole di una situazione molto difficile per la più importante banca tedesca.
Il taglio del personale si è reso di fatto obbligato per ridurre i costi dell'istituto (con l'obiettivo di tenerli sotto i 23 miliardi nel 201) e per ripristinare la redditività. 
Alcuni indicatori spiegano bene lo stato di salute precario di Deutsche Bank. Da gennaio le azioni hanno perso circa il 32% del loro valore. 
Nel 2017 la banca ha registrato una perdita netta di 512 milioni: un rosso superiore alle previsioni degli analisti, che avevano fissato l'asticella a 290 milioni. Ieri il titolo ha chiuso alla Borsa di Francoforte a 10,8 euro: un anno fa ne valeva quasi 17.
I problemi sono noti ma non per questo meno gravi e preoccupanti: derivati, operazioni di trading di grande portata. Poi ci si è messa anche la riforma fiscale di Trump, che ha impedito alla banca di registrare un utile di 900 milioni.

Tutti elementi che si faranno sentire durante l'assemblea degli azionisti che si riunisce oggi a Francorforte, la prima con il nuovo numero uno dell'istituto, Christian Sewing, che ha sostituito l'inglese John Cyran. Sfida alquanto difficile per Sewing e il nuovo presidente Paul Achleitner perché i fondi premono per un cambio dei vertici.
Non a caso, infatti, Hans-Christoph Hirt, responsabile del fondo attivista britannico Hermes Eos, ha scritto una lettera in cui si chiede agli azionisti della prima banca tedesca di porre le condizioni per preparare la sostituzione di Achleitner: "Deve dare prova di una governance più efficace alla testa del Consiglio di sorveglianza". Il manager viene criticato da più parti per le scelte del passato effettuate dall'investment bank, all'origine delle perdite degli ultimi anni.
"Paul Achleitner - si legge ancora nella lettera - non ha solo supervisionato il significativo numero di turnover di ceo e management durante il suo mandato di sei anni ma anche tutti i tentativi di definire e implementare una strategia di creazione di valore per Deutsche Bank".

Nessun commento:

Posta un commento