La
disoccupazione giovanile dovrebbe essere inferiore a quella generale:
invece in Italia è addirittura il triplo. Senza dimenticare che la gran
parte dei giovani occupati in Italia svolge lavori precari e mal
retribuiti: nel 2016 ben il 54,7% degli occupati, nella fascia di età
fino a 24 anni, svolgeva lavori temporanei.
La situazione è notevolmente peggiorata negli ultimi anni.
Nel 2000 i giovani precari erano meno della metà di quelli attuali: erano, infatti, il 26,6% (OECD,2017).
La
precarietà del lavoro e la disoccupazione dei giovani è un problema
veramente grave per l'Italia. E questo sono in molti a dirlo. Ma quali
sono le proposte per affrontarlo e risolverlo? Con la ripresa
dell'economia si alzerà l'acqua che solleverà tutte le barche, anche
quelle dei giovani?
Ma
quanto tempo ci vorrà e quanto effettivamente la crescita economica
attuale è in grado di risolvere effettivamente la precarietà e la
disoccupazione giovanile? Visti i dati degli ultimi anni, compresi
quelli della ripresa dell'economia, non c'è da essere ottimisti: la
disoccupazione giovanile cala troppo poco e troppo piano è la precarietà
rimane alta.
Sarebbe
ora di mettere in campo nuove proposte per combattere la precarietà e
la disoccupazione giovanile. Per esempio quella di puntare sulla green
economy che ha dimostrato di avere potenzialità elevate di creare nuovi e
buoni posti di lavoro.
Dal
2003 al 2013-ultimi dati disponibili di Eurostat- in Europa, infatti,
l'occupazione nel settore dei beni e dei servizi ambientali è aumentata
del 40%, mentre l'occupazione negli altri settori diminuiva. Dal 2012 al
2016 l'occupazione mondiale nella produzione di energia da fonti
rinnovabili è aumentata del 37%.
Potenzialità di maggiore occupazione sono presenti anche nell'incremento del riciclo e dell'economia circolare, nelle produzioni agroalimentari biologiche e certificate, nella crescita degli interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione energetica degli edifici, nel turismo di qualità ecologica e in molte altre attività green dove si possono moltiplicare anche le start-up innovative.
Con politiche pubbliche mirate, con incentivi e agevolazioni fiscali, limitati e non eccessivamente onerosi, con iniziative locali e regionali che utilizzino meglio risorse esistenti e anche risorse europee utilizzabili, si potrebbe attivare un programma di attività green in grado di creare buona occupazione per i giovani.
Ci sono anche altre proposte? Vediamole. In ogni caso le potenzialità di nuova occupazione green per i giovani non andrebbero trascurate.
La situazione è notevolmente peggiorata negli ultimi anni.
Nel 2000 i giovani precari erano meno della metà di quelli attuali: erano, infatti, il 26,6% (OECD,2017).
Potenzialità di maggiore occupazione sono presenti anche nell'incremento del riciclo e dell'economia circolare, nelle produzioni agroalimentari biologiche e certificate, nella crescita degli interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione energetica degli edifici, nel turismo di qualità ecologica e in molte altre attività green dove si possono moltiplicare anche le start-up innovative.
Con politiche pubbliche mirate, con incentivi e agevolazioni fiscali, limitati e non eccessivamente onerosi, con iniziative locali e regionali che utilizzino meglio risorse esistenti e anche risorse europee utilizzabili, si potrebbe attivare un programma di attività green in grado di creare buona occupazione per i giovani.
Ci sono anche altre proposte? Vediamole. In ogni caso le potenzialità di nuova occupazione green per i giovani non andrebbero trascurate.
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