mercoledì 14 marzo 2018

Sassari. Sequestrare mimose agli ambulanti come se fosse droga.

E’ difficile trovare le parole.
Sembrerebbe quasi una spiritosa parodia dei sequestri di droga, una presa in giro, una goliardata.
Invece è tutta tragica realtà, ed è terribilmente seria la foto che ritrae due agenti della polizia municipale di Sassari che mostrano orgogliosi il carico sequestrato ai poveracci che, nella giornata internazionale della donna, cercavano di racimolare due soldi vendendo mimose per strada.
E’ tragica e seria, perché porta alla memoria tutte quelle misure, striscianti, crudeli, progressive, che quotidianamente vanno prendendo piede un po’ ovunque per rendere la vita impossibile ai disgraziati arrivati qui, dall’altra parte del mondo, sperando di fare fortuna.
Gente che, per inciso, non sta rubando, spacciando, facendo traffici, truffando, rapinando…


Gente che cerca solo di sopravvivere, senza fare del male a nessuno. Se ancora voler sopravvivere può essere considerato umano e lecito.
Questa grande operazione repressiva è stata messa a punto da pattuglie e reparti di motociclisti che hanno battuto a tappeto la città, dando la caccia a queste persone.
Io mi chiedo se le persone che si sono occupate di questa operazione, a partire dall’amministrazione comunale fino agli stessi agenti, abbiano la percezione della sproporzione e della disumanità di ciò che hanno fatto.
Nello stesso mondo in cui otto uomini detengono la ricchezza di tre miliardi di persone, causano la fame e le malattie di milioni di persone, decidono della felicità o della paura, della vita o della morte di centinaia di milioni di esseri umani… sono stati capaci di scatenare la caccia all’uomo, rastrellando nei vicoletti i disperati che vendevano mimose.
Timidi e prudenti con gli industriali, che per decenni hanno riversato impunemente milioni di metri cubi di veleni in territorio comunale; implacabili e crudeli con dei morti di fame.
 * da Facebook

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