mercoledì 14 marzo 2018

Classe dirigente. Crac Ferrovie Sud Est, indagato dirigente della Bnl. I pm: "Pressioni nella crisi Atac a Roma"

Giuseppe Maria Pignataro, responsabile mercato pubblica amministrazione della direzione centrale di Bnl, è accusato con due funzionari di Bari di aver aggravato la situazione debitoria di Fse.


repubblica.it
Crac Ferrovie Sud Est, indagato dirigente della Bnl. I pm: "Pressioni nella crisi Atac a Roma"Una interdizione di 12 mesi è stata disposta nei confronti di Giuseppe Maria Pignataro, Responsabile mercato pubblica amministrazione direzione centrale di Bnl di Roma, nell'ambito dell'indagine della Procura di Bari sul crac della società Ferrovie Sud Est. Ma non solo, il dirigente Bnl sarebbe coinvolto anche nella crisi Atac (municipalizzata del Comune di Roma) nella gestione dei rapporti fra Bnl e la pubblica amministrazione.

Pignataro risponde di bancarotta fraudolenta in concorso con l'ex amministratore unico di Fse, Luigi Fiorillo, e altri due funzionari Bnl in servizio presso la filiale di Bari, Fabio Ferretti, responsabile dei rapporti con Fse, Vito Colaprico, responsabile dei rapporti con la pubblica amministrazione.


Stando alle indagini della guardia di finanza, coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dai pm Francesco Bretone, Luciana Silvestris e Bruna Manganelli, le condotte dei funzionari dell'istituto di credito avrebbero aggravato la situazione debitoria della società di trasporto pugliese attraverso la concessione di finanziamenti a fronte di una serie di garanzie praticamente illimitate, il mantenimento di linee di credito in favore della società oramai in fase di dissesto e l'assenza di qualunque tipo di controllo sulla destinazione delle somme erogate.

In particolare agli indagati si contestano i reati di bancarotta fraudolenta impropria, per effetto di operazioni dolose, ai danni della società Fse e bancarotta fraudolenta preferenziale in favore di Bnl. I funzionari, cioè, avrebbero continuato ad erogare credito che l'ex amministratore Fiorillo avrebbe usato per sostenere ingenti e sproporzionate spese indebitando ulteriormente la società, contribuendo così a causare un grave impoverimento finanziario di Fse.

A partire dal 2012, poi, avrebbero rimodulato i rapporti bancari a proprio favore, determinando il rientro della propria posizione creditori a scapito della massa degli altri creditori.

Per Giuseppe Pignataro la Procura di Bari aveva chiesto il carcere mentre il gip, Alessandra Susca, ha ritenuto sufficiente ad evitare il rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato il divieto per un anno di esercitare gli uffici direttivi dell'istituto di credito Bnl ovvero di alta persona giuridica o impresa operante nel settore.

· GLI ARRESTI
Per il crac da 300 milioni, lo scorso febbraio, 11 persone, tra cui l'ex commissario Fiorillo, erano state arrestate (ai domiciliari) dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Bari per i reati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale, dissipazione e distrazione di ingenti quantità di denaro.

Pochi giorni dopo la Bnl non era stata ammessa al concordato preventivo, perchè sulla banca erano in corso accertamenti da parte della Procura che aveva depositato in aula un decreto di perquisizione eseguito nei mesi scorsi nei confronti di Bnl, la banca di riferimento di Fse negli anni in cui sarebbero state commesse le condotte fraudolente che avrebbero portato al crac.


· LA CRISI ATAC
Ci sarebbe un 'sistema Pignataro' che coinvolgerebbe anche la crisi Atac (municipalizzata del Comune di Roma) nella gestione dei rapporti fra Bnl e la pubblica amministrazione. Dagli atti della Procura di Bari sul crac della società di trasporti pugliese Ferrovie Sud Est che ha portato all'interdizione di Giuseppe Maria Pignataro  emergono infatti "analoghe pressioni nella gestione della crisi Atac".

Secondo i magistrati baresi  "attraverso molteplici logiche organizzative, indubbie capacità relazionali e discutibili trame comunicative si conferma l'estrema pericolosità sociale di Pignataro sempre pronto a cercare, anche attraverso evidenti mezzi di pressione, soluzioni alternative allo schema legale onde evitare, per evidenti finalità affaristiche, che società pubbliche come Atac e Fse, finanziate da Bnl, possano essere assoggettate a procedura concorsuale".

Agli atti ci sono intercettazioni telefoniche del luglio 2017 fra Pignataro e Maria Grazia Russo, direttore Amministrazione e Finanza di Atac e anche con Lorenzo Bagnacani, amministratore delegato di Ama (altra municipalizzata di Roma Capitale) con cui la banca stava valutando una linea di credito. Per convincere Russo a non ricorrere alla procedura di concordato, Pignataro dice alla dirigente Atac che la questione "riguarda tutte le società del Comune di Roma che andrebbero immediatamente in default perché le banche uscirebbero da tutti i rapporti" e definisce l'eventuale concordato "una scorciatoia" che porterebbe "direttamente al burrone tutto il Comune.

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