Giuseppe Maria Pignataro, responsabile mercato pubblica amministrazione
della direzione centrale di Bnl, è accusato con due funzionari di Bari
di aver aggravato la situazione debitoria di Fse.
repubblica.it
Una interdizione di 12 mesi è stata disposta nei confronti di Giuseppe Maria Pignataro,
Responsabile mercato pubblica amministrazione direzione centrale di Bnl
di Roma, nell'ambito dell'indagine della Procura di Bari sul crac della società Ferrovie Sud Est.
Ma non solo, il dirigente Bnl sarebbe coinvolto anche nella crisi Atac
(municipalizzata del Comune di Roma) nella gestione dei rapporti fra Bnl
e la pubblica amministrazione.
Pignataro risponde di bancarotta fraudolenta in concorso con l'ex amministratore unico di Fse, Luigi Fiorillo, e altri due funzionari Bnl in servizio presso la filiale di Bari, Fabio Ferretti, responsabile dei rapporti con Fse, Vito Colaprico, responsabile dei rapporti con la pubblica amministrazione.
Stando alle indagini della guardia di finanza, coordinate dal
procuratore aggiunto Roberto Rossi e dai pm Francesco Bretone, Luciana
Silvestris e Bruna Manganelli, le condotte dei funzionari dell'istituto
di credito avrebbero aggravato la situazione debitoria della società di
trasporto pugliese attraverso la concessione di finanziamenti a fronte
di una serie di garanzie praticamente illimitate, il mantenimento di
linee di credito in favore della società oramai in fase di dissesto e
l'assenza di qualunque tipo di controllo sulla destinazione delle somme
erogate.
In particolare agli indagati si contestano i reati di bancarotta
fraudolenta impropria, per effetto di operazioni dolose, ai danni della
società Fse e bancarotta fraudolenta preferenziale in favore di Bnl. I
funzionari, cioè, avrebbero continuato ad erogare credito che l'ex
amministratore Fiorillo avrebbe usato per sostenere ingenti e
sproporzionate spese indebitando ulteriormente la società, contribuendo
così a causare un grave impoverimento finanziario di Fse.
A partire dal 2012, poi, avrebbero rimodulato i rapporti bancari a
proprio favore, determinando il rientro della propria posizione
creditori a scapito della massa degli altri creditori.
Per Giuseppe Pignataro la Procura di Bari aveva chiesto il carcere
mentre il gip, Alessandra Susca, ha ritenuto sufficiente ad evitare il
rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato il divieto
per un anno di esercitare gli uffici direttivi dell'istituto di credito
Bnl ovvero di alta persona giuridica o impresa operante nel settore.
· GLI ARRESTI
Per il crac da 300 milioni, lo scorso febbraio, 11
persone, tra cui l'ex commissario Fiorillo, erano state arrestate (ai
domiciliari) dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Bari per
i reati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta documentale,
societaria e patrimoniale, dissipazione e distrazione di ingenti
quantità di denaro.
Pochi giorni dopo la Bnl non era stata ammessa al concordato preventivo,
perchè sulla banca erano in corso accertamenti da parte della Procura
che aveva depositato in aula un decreto di perquisizione eseguito nei
mesi scorsi nei confronti di Bnl, la banca di riferimento di Fse negli
anni in cui sarebbero state commesse le condotte fraudolente che
avrebbero portato al crac.
· LA CRISI ATAC
Ci sarebbe un 'sistema Pignataro' che coinvolgerebbe anche la crisi Atac (municipalizzata
del Comune di Roma) nella gestione dei rapporti fra Bnl e la pubblica
amministrazione. Dagli atti della Procura di Bari sul crac della società
di trasporti pugliese Ferrovie Sud Est che ha portato all'interdizione
di Giuseppe Maria Pignataro emergono infatti "analoghe pressioni nella
gestione della crisi Atac".
Secondo i magistrati baresi "attraverso molteplici logiche
organizzative, indubbie capacità relazionali e discutibili trame
comunicative si conferma l'estrema pericolosità sociale di Pignataro
sempre pronto a cercare, anche attraverso evidenti mezzi di pressione,
soluzioni alternative allo schema legale onde evitare, per evidenti
finalità affaristiche, che società pubbliche come Atac e Fse, finanziate
da Bnl, possano essere assoggettate a procedura concorsuale".
Agli atti ci sono intercettazioni telefoniche del luglio 2017 fra
Pignataro e Maria Grazia Russo, direttore Amministrazione e Finanza di
Atac e anche con Lorenzo Bagnacani, amministratore delegato di Ama
(altra
municipalizzata di Roma Capitale) con cui la banca stava valutando una
linea di credito. Per convincere Russo a non ricorrere alla procedura di
concordato, Pignataro dice alla dirigente Atac che la questione
"riguarda tutte le società del Comune di Roma che andrebbero
immediatamente in default perché le banche uscirebbero da tutti i
rapporti" e definisce l'eventuale concordato "una scorciatoia" che
porterebbe "direttamente al burrone tutto il Comune.
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mercoledì 14 marzo 2018
Classe dirigente. Crac Ferrovie Sud Est, indagato dirigente della Bnl. I pm: "Pressioni nella crisi Atac a Roma"
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