mercoledì 31 gennaio 2018

Diciassette anni


 dinamopress - zeitun

Oggi, 31 gennaio è il compleanno di Ahed Tamimi, compie 17 anni. Era prevista la prima udienza del suo processo per aver scacciato da casa sua due soldati israeliani, ma è stata rimandata al 6 febbraio. In tutto il mondo stanno continuando le proteste e la richiesta del suo rilascio. Riceviamo e pubblichiamo questo contributo personale

Con Bentivegna la boxe popolare punta al titolo italiano

A Palermo nel cuore del centro storico, nei pressi dei mercatini di via Maqueda, numerosi giovani ogni settimana si allenano negli spazi aperti tra i murales di Che Guevara e di Muhammad Ali, saltando la corda, correndo e tirando di pugno.

Umberto Galimberti – La regione del sacro e il conflitto tra fede e verità

Acqua in movimento: per il diritto all'acqua, per il diritto al futuro


Una carovana partirà dai territori e giungerà a Roma in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua
1 febbraio – 25 marzo 2018

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Il movimento per l'acqua ha aggregato culture ed esperienze differenti,facendo così intravedere nella battaglia per l’acqua il paradigma di un altro modello di società.
Dal 2011 sono cambiati 5 governi, tutti hanno ignorato e contraddetto il referendum favorendo la privatizzazione del servizio idrico e degli altri servizi pubblici locali, e reinserendo in tariffa un profitto garantito ai gestori.
Oggi una strategia ben più subdola di quella sconfitta dal referendum favorisce i processi di fusione e aggregazione (come ad es. la società interregionale, prevista dall’ultima legge di stabilità, che creerà il mega acquedotto del Mezzogiorno d’Italia) tra aziende con protagonisti le 4 mega-multiutility - A2A, Iren, Hera e Acea - già quotate in Borsa, per competere sul mercato globale.
La crisi idrica, aggravata dal surriscaldamento globale e dai relativi cambiamenti climatici, ha fatto emergere le responsabilità di una gestione privata che risparmia sugli investimenti infrastrutturali per massimizzare i profitti.

La cannabis e il sistema endocannabinoide

Altan.

Altan

Senza vergogna! ‘Giù le mutande’ al concorso per magistrati, esiste un luogo immune dalla violenza?

“Quello che è successo ad altre colleghe come me si chiama in un solo modo: VIOLENZA” è la denuncia indignata che Cristiana affida il 26 gennaio alla sua pagina Facebook raccontando di una perquisizione subita nei bagni del padiglione dove si stava svolgendo il concorso per entrare in magistratura.

‘Giù le mutande’ al concorso per magistrati, esiste un luogo immune dalla violenza?
Profilo blogger
Attivista presso il Centro antiviolenza Demetra
 Tra i commenti al suo post anche quello di una donna che riferisce che l’estate scorsa è accaduta la stessa cosa. Mi domando che diamine sta accadendo a questo Paese? Che cosa sta passando sulla pelle delle donne? A volte si ha l’impressione che quanto più si smascheri il sistema di violenza simbolica, psicologica, fisica contro le donne quanto più quel sistema reagisce come fosse un mostro che ha molte teste.
O forse tutto ciò accade a causa della decomposizione di una società che sta annichilendo la propria stessa civiltà, contaminata fin nelle fondamenta da una barbarie che ha fatto crollare il limite tra il lecito e illecito.
O semplicemente accade che le donne hanno deciso di non tacere più.

La miseria della stampa italiana.

Avevamo una pessima opinione del giornalismo italiano. Ora trovano conferma i peggiori sospetti.
 
...Il nostro successo non lo misureremo con i vostri criteri e le vostre “soglie di sbarramento”... Siamo nelle strade con la nostra gente, saremo il vostro peggiore incubo.
 

Potere al Popolo ha incontrato Mélenchon a Parigi, si trovano d’accordo su quasi tutto e progettano una rappresentanza politica transnazionale euromediterranea per dire addio all’Unione Europea dei trattati neoliberisti? Non è una notizia, soprattutto per la Rai, che mette nel cassetto il servizio realizzato da Iman Sabbah, entrata insieme alla nostra delegazione all’Assemblee Nationale.
E dire che France Insoumise ha preso il 19,6% alle presidenziali dello scorso anno, sfiorando la possibilità di andare al ballottaggio col pupazzo delle banche, Macron (24%). Non è insomma un “partitino di sinistra”, ma probabilmente il maggior “pericolo” per l’asse franco-tedesco, visto che il suo programma prevede la ricontrattazione integrale di quasi tutti i trattati europei (Plan A) oppure la rottura unilaterale da parte della Francia e degli altri paesi che vorranno seguirne l’esempio (Plan B). Un tema che è al centro del dibattito elettorale, che torna come un incubo per tutti i candidati, soprattutto per quelli che provano a svicolare rifugiandosi in formule fumose.
Niente. Se a parlare è l’unica formazione che sul serio persegue un rovesciamento completo delle politiche neoliberiste imposte dalla Troika, e che trova perciò fiducia e credibilità in pezzi importanti della politica europea, l’ordine che arriva dall’alto, in ogni redazione, è: “silenziare”.

Roma. “Una vergognosa guerra contro i poveri”. Sfrattata da uno scantinato.

La violenza dei solerti funzionari comunali contro i più deboli di questa società, è la riprova che la guerra ai poveri è ormai divenuta una priorità delle istituzioni e dei poteri forti che a Roma hanno una identità ben precisa: banche e costruttori, quelli che fanno e disfanno le priorità sociali della città. “E’ una vergogna senza giustificazioni” denuncia Federico Giglio, attivista per il diritto alla casa e candidato di Potere al Popolo. “Due giorni fa alla 7, tutti hanno potuto conoscere il volto e la storia di Paola, una anziana di 74 anni sfrattata dalle case popolari durante le feste di Natale per una ordinanza kafkiana della magistratura”. Adesso una donna con 3 bambini che viveva in uno scantinato viene buttata in mezzo alla strada.Se le soluzioni non le trovano le istituzioni le troverà la gente con l’azione diretta popolare e Potere al Popolo la sosterrà apertamente conclude Giglio.
Il video dello sfratto al Quarticciolo

Potere al Popolo “colpisce” anche Sabina Guzzanti.







La ragazza è entusiasta di gruppo che si chiama Potere al Popolo, sono di Napoli e dal niente sono riusciti, unici in questo momento, a raccogliere le firme, presentare liste e programma decisi dai militanti, con un processo perfettamente democratico e trasparente senza imposizioni e senza litigi.
Sulla chat del TgPorco pochi minuti dopo scopro che una di noi sta andando a filmare. Posso venire anch’io? E così li abbiamo conosciuti, sembrano interessanti, che ne pensate?

La retorica dell'eccellenza è una truffa.

È uno slogan sempre più spesso nella bocca dei politici. Ma nessuna società funziona sulla base di un pugno di "migliori". E anzi fa riferimento a un modello di società fallimentare.

L'Espresso Andrea Zhok
La retorica dell'eccellenza è una truffaSono ormai diversi anni che in Italia la parola “eccellenza” ha acquisito un’aura particolare, salvifica, quasi escatologica. Ogni uomo politico che conti - anche solo moderatamente - si sente in obbligo di invocare l’orizzonte dell’eccellenza come ciò che conferisce dignità ultima a qualsiasi attività, come modello da estendere a ogni lavoro, produzione, istituzione.
Questo appello all’eccellenza non è rimasto questione semantica, ma si è tradotto in norme e indirizzi, con particolare riferimento a scuola e università ma estendendosi all’intera sfera del made in Italy (per definizione, naturalmente, un’eccellenza). Il riferimento ideale all’eccellenza si è così tradotto nell’idea che ogni attività lavorativa debba essere concepita un po’ come un campionato sportivo, dove è giusto che nutrano aspirazioni di dignità solo quelli che insidiano la vetta. Di contro, tutti i “non eccellenti” devono solo prendersela con sé stessi se non ottengono riconoscimento.

Le varie introduzioni di “bonus premiali” ai docenti della scuola, di aumenti premiali ai docenti universitari, di finanziamenti premiali ai dipartimenti e alle università, o similmente le risorse premiali previste nella “riforma della pubblica amministrazione” ecc. vanno tutte in questa direzione, dove normalità è assimilata a mediocrità, mentre dignità e onorabilità sono riservate alle “eccellenze”.

RANIERO LA VALLE - Ricostruire il fondamento

rlavalleMentre in Italia si sta per votare, il costituzionalista Mario Dogliani sul sito di "Sbilanciamoci" (che è quello di studi e ricerche per un'economia alternativa) accende una luce su ciò che più di tutto sarebbe necessario ma che nessuno immagina e propone: che l'intervento pubblico (non solo dello Stato, diciamo noi, ma di tutta la sfera pubblica - la res publica - nazionale e internazionale o europea) crei lavoro, quel lavoro che non c'è più.

micromega RANIERO LA VALLE



Il lavoro non c'è non perché costa troppo di tasse, come crede il Jobs act, ma perché il capitalismo all'ora del suo trionfo globale ha preteso azzerarlo, sia sostituendolo con le macchine, sia andandoselo a prendere dove costa di meno ed è senza diritti. E ciò con l'intento non solo di ridurre al minimo tale costo di produzione, ma di sopprimere il suo stesso storico antagonista nel conflitto, fondativo della modernità, tra capitale e lavoro. Questa è la realtà evocata nell'articolo di Dogliani. Ma se non c'è il lavoro, o è ridotto allo stato gassoso, non solo non c'è vita (non si può comprare né vendere), ma non c'è più neanche il fondamento della Repubblica, e dunque salta tutto il sistema delle libertà e dei diritti; ragione per cui diventa necessario per la Repubblica prima di tutto ricreare essa stessa il suo fondamento.
E dunque il lavoro non più come affare privato, qual è nell'attuale vulgata neoliberista, ma come interesse e finalità pubblica.
Di ciò non compare il minimo accenno nella campagna elettorale, come del resto nessuno parla della pace, delle guerre e delle armi, e di che cosa l'Italia ci sta a fare al mondo.

Dalla campagna elettorale al vertice di Davos, anche i ricchi pensano?

Giurista internazionale
Dalla campagna elettorale al vertice di Davos, anche i ricchi pensano?
Tutto lascia però intendere che il disastro sociale e ambientale in corso non preoccupi più di tanto lorsignori. Eppure non si tratta solo di giustizia, ma anche di economia e di qualità della vita per tutti, non solo per la crescente massa di poveri che insostenibili condizioni di vita spingono a migrare ovvero costringono a condurre esistenze non degne di esseri umani, anche nelle metropoli del capitalismo.
Tale deplorevole indifferenza risulta confermata dall’andamento degli indici borsistici statunitensi, che sembrano andare a gonfie vele nonostante i proclami e le decisioni di Trump che con le sue scellerate politiche fiscali di sgravi generalizzati nei confronti dei ricchi e dei profitti alimenta la crescita delle disuguaglianze e sabota ogni possibilità di intervento pubblico. In altri termini Trump riceve il consenso dei padroni del vapore e delle borse-valori perché rappresenta in modo adeguato gli spiriti animali del capitalismo allo stato puro.

martedì 30 gennaio 2018

Cinquant’anni fa il 1968, e non era che l’inizio

 



È nelle librerie un testo che ripercorre i momenti più importanti di quell’anno. Lo fa attraversando il mondo e testimoniando l’estensione e la forza di quella scossa necessaria e memorabile. L’autore è Paolo Brogi, già giornalista de “L’Europeo” e de “Il corriere della sera”, nonché protagonista di alcuni degli eventi narrati. Il titolo è “’68 C’est n’est qu’un début. Storie di un mondo in rivolta”


dinamopress  di Gabriele Salvatori
Mano a mano che un evento storico si allontana nel tempo il ricordo si fa meno nitido.
Se poi si tratta di un passaggio epocale, alla memoria si aggiungono i giudizi e le analisi che ne alterano sempre il valore. L’evento diventa strumento per sostenere tesi, a favore dell’uno, a favore dell’altro. E la distanza tra ciò che è accaduto e ciò che viene trasmesso sembra farsi infinita. Sarebbe opportuno, sempre, provare a cercare nelle parole di chi ha vissuto i fatti le uniche tracce necessarie a ricomporli. Con la consapevolezza che, così facendo, non emergerà nessuna verità assoluta, nessun taglio omogeneo, ma l’eterogeneità delle forze e delle volontà che lo hanno determinato. A quel punto, l’evento tornerà a parlarci.

Potere al Popolo – France Insoumise. Ossia i popoli contro l’Unione Europea.

La prima sortita internazionale della lista Potere al Popolo è subito molto impegnativa. Niente partitini dello zerovirgola, nessuna ricerca di per “quelli proprio come noi”, ma subito il contatto con uno dei movimenti che stanno stravolgendo il quadro politico europeo.

Ci vediamo di mattina presto – per le abitudini parigine, bene o male spostate di un’ora rispetto all’Italia (stessa ora legale, ma qualche meridiano di differenza) – per mettere a punto come presentarci davanti a Jean-Luc Mélenchon, frontman di France Insoumise, 19,6% alle presidenziali dello scorso anno, quarta forza di Francia. I giornali locali ci aggiornano però subito sul cambiamento di posizione. Si è votato domenica per sostituire due parlamentari all’Assemblee Nationale e la formazione di Mélenchon ha scavalcato nettamente la destra di Marine Le Pen, in aperta crisi. En Marche di Macron è lì a un passo, così come i gaullisti. Scomparsi i socialisti di Benoit Hamon, ridotti al 2%, praticamente evaporati dopo il settennato di François Hollande, in cui il neoliberismo ha sostituito il tradizionale modo di fare socialdemocratico (non a caso Emmanuel Macron ne era stato ministro dell’economia per tre anni).

Potere al Popolo. Napoli. Lettera aperta alle lavoratrici e ai lavoratori delle aziende partecipate.

Care e cari,
La mia candidatura all’interno della lista di Potere al Popolo non è una casualità ne tantomeno una decisione individuale, è il frutto di un ragionamento politico da parte del mio collettivo di riferimento, il Laboratorio Comunista Casamatta, del gruppo del coordinamento napoletano di Eurostop, del sostegno di amici e compagni dell’associazionismo e della cittadinanza attiva del quartiere in cui vivo e lotto e di alcuni esponenti e dirigenti della USB – Napoli, perché sono un lavoratore dell’azienda partecipata, Arpac Multiservizi.
 
contropiano.org 

I requisiti di comunista e di attivista sindacale nella lotta contro il padronato, il contributo nella costruzione di una alternativa politica alla crisi del sistema capitalista fondato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sono maturati nel corso di anni di lotta con il movimento dei disoccupati organizzati per la conquista del lavoro, che hanno contribuito alla mia formazione politica e ad acquisire la consapevolezza che senza la ripresa di un movimento popolare e senza la costruzione dell’organizzazione politica dei lavoratori non può esistere, oggi, una società fondata sull’uguaglianza e sulla giustizia sociale, ma soltanto un ordine di cose fondato sullo sfruttamento, sulla precarietà, sulla disuguaglianza e sulla repressione perpetrata ai danni dei diritti politici e sociali dei lavoratori dall’attuale classe dominante.

Potere al Popolo. Se il governo favorisce le delocalizzazioni non resterà nulla.

Giorgio Cremaschi a “L’aria che tira”, su La7, inchioda “esperti” di Confindustria, economisti e il “sottosegretario” Gennaro Migliore, detto anche “il nano più alto del mondo”.
 

Ambiente. Auto elettrica, si va troppo lenti e in Italia addirittura si sta fermi.

Auto elettrica, si va troppo lenti e in Italia addirittura si sta fermi
Ecologista, politico e sindacalista

Ma non tutti i Paesi e le loro politiche industriali e economiche vanno di pari passo per conquistare un primato, questa volta desiderabile se accompagnato alla diffusione delle rinnovabili e del risparmio energetico. Anzi! Se la direzione sembra chiara, è evidente che si va troppo lenti e in Italia addirittura si sta fermi.
L’Occidente, con l’eccezione di Olanda e Norvegia, rischia di rimanere indietro rispetto alla Cina nel passaggio alla mobilità elettrica
Francia e Regno Unito e negli ultimi mesi l’Italia hanno annunciato di abbandonare i mezzi a benzina e gasolio, motorizzazioni ibride comprese, ma la deadline è veramente poco audace: al 2040.
Il ruolo della Cina

Altan.

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Chi mangia nel mondo le fette più grandi.


Cento economisti, tra cui Thomas Piketty, hanno elaborato un rapporto sulle disuguaglianze: quanto sono forti, in quali paesi e gruppi di paesi. Medio Oriente, India e Brasile in vetta. L’Europa è ancora l’area meno diseguale, ma anche qui il trend è in aumento.

 

Dal 1980, anno di nascita dei millennials, in avanti, fino ai nostri giorni è aumentato del 2% il reddito complessivo del 50 per cento meno ricco dell’umanità, passando dall’8 al 10% del reddito complessivo. Qualcuno loderà questo barlume di giustizia sociale finalmente ottenuto; nello stesso periodo, però vi è stato un aumento doppio per la gente più ricca; dal 16 al 20%; una vera sperequazione, che diventa madornale quando si nota che una tale percentuale sul reddito mondiale è ottenuto dall’1% soltanto della popolazione mondiale. Per dirla altrimenti: metà del genere umano (3,7 miliardi di viventi) si fa bastare il 10% dei redditi, dopo cinquanta e passa anni di “progresso”; contemporaneamente  l’1%, cioè 75 milioni di persone – quante vivono in Italia e in Svizzera, tanto per farsi un’idea – ha un reddito doppio della metà mondiale prima citata, una crescita a velocità doppia, e un reddito individuale (2016) pari a 100 volte quello medio di una persona della classe dei meno privilegiati o per dirla in una parola: plebei.
Come è ovvio, c’è differenza da paese a paese, anche se si guarda a paesi della stessa fascia. A fare la differenza sono le leggi, l’assetto sociale e il tipo di governo: insomma, la democrazia. 
In Europa l’1% dal maggiore reddito prima citato ha il 37% del reddito totale. Sembra moltissimo, ma in Cina la parte dei privilegiati è del 41%. In poche parole, madamina, il catalogo è questo
in Russia si arriva al 46%, negli Usa-Canada si sale al 47, nell’Africa subsahariana al 54, in Brasile e in India al 55 e infine in Medio Oriente al 61%.

Potere al popolo e alla suola della scarpa.

Potere al popolo e alla suola della scarpa
I primi non si sono coalizzati, la seconda invece ha scelto di allearsi col Pd.
I primi sono quasi sconosciuti, senza radicamento sociale se non in alcuni settori, modesti, della società; la seconda è tra i volti più popolari d’Italia, apprezzata per le sue battaglie civili e politiche. Non parliamo poi delle differenze dei nostri concittadini militanti comunisti con Beatrice Lorenzin, ministra della Salute e condottiera del Fiore petaloso, il simbolo di Civica Popolare, il nuovo raggruppamento, moderato ed equilibrato che tiene legato ai valori centristi il carro del Pd. Inutile poi illustrare quelle tra i compagni rivoluzionari e Denis Verdini, leader di Ala, o Roberto Formigoni e Maurizio Lupi, di Alternativa Popolare, eccetera eccetera.
L’ultima delle differenze che separa Potere al popolo con tutti gli altri candidati è però la più rilevante: i primi hanno raccolto le firme per presentare la propria lista e gli altri no. Un numero mostruoso” disse la Bonino denunciando l’inghippo antidemocratico che avrebbe costretto lei a non essere presente sulla scheda elettorale. “Addirittura ora servono il doppio delle firme rispetto alle scorse elezioni, fissate a 25mila”. Fu scandalo nazionale e grazie alla generosità di Bruno Tabacci, democristiano altruista e detentore di un simbolo in Parlamento che lo autorizzava all’esenzione della raccolta, la nostra eccellente, popolarissima Emma, e con lei esponenti di ogni altra risma politica, sono oggi presenti sulle schede elettorali al pari di Potere al popolo che ha dovuto trovare 52mila sottoscrittori, e autenticare con un notaio, collegio per collegio, l’identità di ciascuno di essi.
Potere al popolo è riuscito dunque dove altri non hanno nemmeno immaginato di tentare.
In questa orrida democrazia del clic rendiamo onore al potere della passione, della militanza, della suola della scarpa.

Una Repubblica fondata sul caporalato.

Alla grossa azienda di lavorazione della carne di maiale, Giulia Zaccariello ha dedicato un’incisiva inchiesta su ilfattoquotidiano.it.
 I servizi di logistica sono stati appaltati a due cooperative, la Work Service e la Ilia D.A. che fanno lavorare manodopera straniera in condizioni bestiali. Questi uomini né liberi né uguali provenienti dall’Africa, dalla Cina, dall’Albania, hanno provato a ribellarsi contro turni di lavoro sottopagati che possono arrivare anche a 14 ore.
Al culmine di un lungo sciopero sono arrivati 127 licenziamenti. Poi il colpo di scena: un accordo separato tra la Cisl e l’azienda ha portato alla riassunzione di 52 dei 127 licenziati, scelti accuratamente tra chi non aveva scioperato.  
Daniele Donnarumma, esponente della Cisl tanto fiero dell’accordo da diffondere un comunicato con foto allegata, dopo aver manifestato preoccupazione per il “danno d’immagine” subito dalla Castelfrigo, ha spiegato la sua posizione: “L’azienda ha scelto chi far rientrare. È vero che il diritto di sciopero è sacrosanto, ma c’è anche il diritto di impresa di scegliere chi assumere”. Questo è il sindacalista.

Potere al popolo è ‘l’unica vera novità di queste elezioni’, la penso come De Magistris.

Potere al popolo è ‘l’unica vera novità di queste elezioni’, la penso come De Magistris
Giornalista e autrice satirica
A riprova del fatto che che quel pare impossibile diventa fattibile se c’è chi lo fa.
Potere al popolo ha raccolto in pochi giorni il doppio e il triplo delle firme necessarie per presentarsi alle elezioni in tutta Italia. “Abbiamo dovuto mandar via le persone ai banchetti perché non potevano firmare più di 2mila a collegio”.
La lista che ha scelto come portavoce una giovane donna, la ricercatrice precaria Viola Carofalo è la prima nella storia della repubblica italiana che ha tra i capolista più donne che uomini. La prima lista senza “paracadutati”, con il cento per cento dei candidati scelti da migliaia di persone sui territori in libere assemblee. La lista nata dopo il fallimento del Brancaccio, sconvocato da Tomaso Montanari e Anna Falcone (ora candidata in Liberi e Uguali con Grasso), ha convinto migliaia di persone spiegando ai banchetti il proprio programma:
Cancellare subito il Jobs Act e la Legge Fornero, non aggiustarli un pochino come promettono di fare Berlusconi o Bersani!
(Cancellare la riforma Fornero? Siam mica matti!, ha reagito l’ex segretario Pd, oggi con Falcone in Liberi e Uguali).  
“Proteggendo tutti i lavoratori dal licenziamento illegittimo con il ripristino e l’estensione dell’articolo 18 e l’abolizione dei contratti che hanno permesso alle imprese di sostituire il lavoro stabile con quello precario”. “Tassando i super-ricchi molto più di chi vive del solo stipendio”, al contrario di quel che promettono di fare Salvini e Berlusconi con la flat-tax, l’ennesima legge che avvantaggerà i miliardari come – che coincidenza! – Berlusconi.
E con l’unica riforma rivoluzionaria possibile, che l’altra non è una riforma, l’altra è la rivoluzione: andando in pensione prima e riducendo l’orario di lavoro a parità di salario, oggi che a parità di lavoro si produce e dunque si guadagna di più di ieri, ma quel guadagno finisce tutto nelle tasche dei grandi imprenditori che infatti sono diventati più ricchi e non dei lavoratori che infatti sono diventati più poveri.

Elezioni 2018, sogno un Mattarella che si rifiuti di dare l’incarico ai disonesti.

Elezioni 2018, sogno un Mattarella che si rifiuti di dare l’incarico ai disonesti

Profilo blogger
Sacerdote
Il commissario economico della Ur, il francese Pierre Moscovici comunica già i risultati elettorali, dicendo chi «deve» uscire vincente dalle urne e chi sconfitto per il maggior bene della Ue. Segue il capo del Partito Popolare Europeo, quello che accoglie come salvatore della Patria Silvio Berlusconi, ineleggibile, pregiudicato e accusato di mafia insieme a Dell’Utri, già in carcere. Il PPE che non si muove senza l’avallo della Merkel, mette in guardia dai 5Stelle, incensurati, no-ladri, puliti, a che se pasticcioni. Il FMI con la signora Lagarde (quella che «con la Grecia abbiamo esagerato») annuncia come una rivoluzione un 1,4% di crescita per l’Italia purché si voti come si conviene (a loro) e cioè nella linea dei governi antidemocratici come Monti, Letta, Renzi, Gentiloni. Se vincono chi sceglie il popolo (si fa per dire perché nessuno sceglie qualcuno perché sempre nominati restano) saranno dolori perché sono populisti e appestati sabotatori della loro tirannia ignominiosa. Solo loro sono democratici e chi sceglie come loro vogliono. Democrazia dittatoriale.

I più giovani non lo ricordano, ma c’è stato un tempo in cui “socialista” non significava ”ladro”, “Sinistra” non significava “Destra”, “libertà” non significava “Berlusconi”.

Oggi ce ne stiamo seduti davanti alla Tv a mangiare la nostra zuppa surgelata, che non si chiama né zuppa, né surgelata, ma qualcosa tipo “Viva L’Amore” o “Baciami Ancora”, e guardiamo Berlusconi chiamare “comunista” un partito che ha abolito l’articolo 18, e “buonista” un governo che finanzia campi di concentramento.



Schegge taglienti Alessandra Daniele

Poi parte la pubblicità di “Morgana, la poltrona vegana” che dice “Affrettati, l’offerta è limitata nel tempo”, e lo dice da 3 anni.
Dallo smartphone scopriamo d’avere un nuovo “amico” sul social, e ci chiediamo “Ma questo chi cazzo è?” Il nome non ci dice niente.
D’altronde, nessun nome dice più niente.
Il giornale di Belpietro si chiama “La Verità”. Il partito della Lorenzin si chiama “Popolare”. Lo straccio per i pavimenti si chiama “Revolution”. E la poltrona è vegana. In effetti, chi si siederebbe su una poltrona carnivora?
Il partito che ci governa da più di 6 anni, avendo perso tutte le elezioni nazionali e amministrative degli ultimi 6 anni, si prepara a continuare a governarci anche dopo aver perso le prossime.
Si chiama Partito Democratico.
Poi ci sono i grillini, ma senza Grillo.
Il Savonarola del Vaffanculo, che fu perfetto per catalizzare il voto di protesta, è incompatibile con la nuova immagine moderata e responsabile del M5S. Il volto del Movimento adesso è Di Maio, col suo cravattone, e il suo perenne ghigno berluschino da yuppie anni ’90.

Kant, il capitale e il lager.


Con la assurda precisione a cui avremmo più tardi dovuto abituarci, i tedeschi fecero l’appello. Alla fine “Wieviel Stuck ?”domandò il maresciallo. E il caporale salutò di scatto e rispose che i pezzi erano 650, e che tutto era in ordine. Allora ci caricarono sui torpedoni e ci portarono alla stazione di Carpi. Qui ci attendeva il treno e la scorta per il viaggio. Qui ricevemmo i primi colpi. E la cosa fu così nuova ed insensata che non provammo dolore, né nel corpo, né nell’anima. Soltanto uno stupore profondo: come si può percuotere un uomo senza collera? (Primo Levi) 

Come si può percuotere un uomo senza collera? E’ molto semplice. Quegli uomini non stavano percuotendo un uomo. Potremmo dire che stavano percuotendo degli oggetti. E perciò potremmo insistere sulla reificazione delle persone, su di una sorta di materialismo che non riconosce le persone, sulla manipolabilità degli altri soggetti. Una strada già battuta. Io vorrei seguire invece un’altra strada, anch’essa già battuta, ma non sino in fondo, dalla Hannah Arendt che seguiva il processo Eichmann.

lunedì 29 gennaio 2018

Umberto Galimberti - Venir meno per essere nulla, il problema attuale del nichilismo

Antiproibizionismo e Pedagogia Hacker


dinamopress
Ippolita

Nel rapido sviluppo delle trasformazioni tecnologiche, le strade dell'”uso” e quella della “conoscenza” si sono andate sempre più divaricando. Una “pedagogia hacker” ha il senso di rimettere al centro il funzionamento degli strumenti digitali e la loro possibile reinvenzione collettiva
Con la diffusione su larga scala degli smartphone, avvenuta in meno di dieci anni, tutti siamo certi di sapere usare gli strumenti tecnologici, ma è davvero così? È ormai un tabù dire che ci si sente poco inclini all’informatica e nemmeno esiste più chi scherzosamente si definisce un “utonto”. Ognuno conosce le migliori applicazioni gratuite che il web ci mette a disposizione e i nostri device sono diventati abituali strumenti di uso quotidiano. Nel giro di pochi anni siamo diventati tutti esperti.
Cos’è successo? Non siamo noi ad essere migliorati, sono le interfacce che sono state parecchio semplificate. Le interfacce, già. La tecnologia invece è rimasta una materia complessa e difficile, esattamente come dieci anni fa. Quando un bambino di quattro anni prende lo smartphone e guarda un cartone animato su youtube non è perché è un genio, e nemmeno perché è un nativo digitale (infatti i nativi digitali non esistono[1]). Succede perché l’intero sistema complesso che ha a disposizione (dall’hardware al software) è stato progettato per includere tutt*. Nessuno deve avere difficoltà nell’usare la “tecnologia”, ma non perché sia uno strumento di emancipazione, bensì perché si tratta di un prodotto di consumo globale!

L’ultima utopia arriva dal Sahel e non da Davos

http://contropiano.org

Arriva dalla polvere, militarizzata, del Sahel. L’ultima utopia arriva a piedi, in camion, in canotto e in aereo.
In Svizzera sono tremila che organizzano la spogliazione del mondo e qui siamo milioni che fanno della sabbia e la polvere il nuovo sentiero dell’utopia. Non la fermerete neanche volendo, né con le armi né coi divieti di sosta della vostra civiltà. Recinti e sofisticati sistemi di controllo non faranno che imprigionare i vostri sogni diventati una merce introvabile nel mercato di beni di consumo globalizzato. La nostra utopia non si vende e non si arrende. Cambia di itinerario non appena cercate di congelarla negli schemi del mondo che hanno rifiutato di abitare. L’ultima utopia viene dalla polvere e non dal gelo turistico di Davos.

Kernel 4.15: il primo completamente patchato contro Meltdown e Spectre

https://www.miamammausalinux.org

After a release cycle that was unusual in so many (bad) ways, this last week was really pleasant. No last-minute panics, just small fixes for various issues. I never got a feeling that I’d need to extend things by yet another week, and 4.15 looks fine to me.
Dopo un ciclo di rilascio inusuale sotto molti (brutti) aspetti, la scorsa settimana è stata molto piacevole. Niente problemi dell’ultimo minuto, solo piccoli fix per alcuni problemi. Non ho avuto la sensazione di dover attendere un’altra settimana, il 4.15 mi sembra a posto.

domenica 28 gennaio 2018

Umberto Galimberti - LA BELLEZZA, LEGGE SEGRETA DELLA VITA

Manifestazione antifascista a Genova. L’appello della sezione ANPI Renato Biagetti


 


dinamopress  ANPI sezione Renato Biagetti
La sezione ANPI Renato Biagetti di Roma risponde all’appello per la manifestazione antifascista nazionale di sabato 3 febbraio a Genova, lanciata in seguito all’aggressione di Casapound

La nostra sezione ANPI è dedicata a Renato, ucciso con 8 coltellate nell’estate del 2006, al termine di una brutale aggressione fascista. Non possiamo dunque non rivivere la stessa rabbia e la stessa indignazione ogni volta che giunge la notizia dell’ennesima aggressione razzista e fascista nel nostro paese così come nel resto d’Europa. Non possiamo che tremare al pensiero di come sarebbe potuta finire. Non possiamo quindi non ritenere importante, anzi urgente, scendere in piazza insieme a tutti coloro, che da anni, hanno deciso di non rimanere in silenzio contro l’avanzata dell’estrema destra in Italia e in Europa.

Omicidio Vassallo, si rischia l'archiviazione. Il grido di dolore del figlio: "Una sconfitta per noi ma anche per la comunità e per lo Stato"





Fonte: agenzia direAutore: redazione
Amarezza. È questa la parola che Antonio Vassallo pronuncia piu' spesso mentre parliamo dell'imminente archiviazione delle indagini relative all'omicidio del padre, Angelo, sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010 con una raffica di colpi di pistola mentre rientrava a casa, nel suo Cilento. Succedera' a fine febbraio, quando scadranno i termini dell'inchiesta della Procura di Salerno, se da esami balistici e prove del Dna non emergeranno nuovi elementi utili a proseguire le indagini per dare un nome e un volto a chi sette anni e mezzo fa ha spezzato la vita del sindaco-pescatore.

A New Italian ‘Podemos’?

http://leftvoice.org

The new “Potere al Popolo” movement is headquartered in Naples, in southern Italy, a traditional stronghold for the Italian Left. Its most important project is a colossal occupied building in the heart of the city – the former OPG psychiatric hospital.
After the closure of all Italian psychiatric hospitals, the building stood empty. Two years ago, left-wing activists occupied it and have since turned it into a community center known as the “Ex OPG” with a wide range of social, cultural and recreational activities for local residents, students, workers and migrants. Throughout the building, one can see the graffiti of the former inmates who inhabited the building. Today the first floor contains a theater, a library, a gym and more.
Now the activists from Ex OPG are constructing a political movement with a quickly growing number of branches throughout the country. Since the founding congress in Rome in the middle of November, the number of local groups has been increasing from about 20 to more than a hundred groups throughout Italy. Jean-Luc Mélenchon of “La France insoumise” and Alberto Garzón Espinosa of “Unidos Podemos” have both praised the creation of the movement, signalling its importance for the European political landscape.

Potere Al Popolo

https://www.ensemble-fdg.org

Point culminant d’une initiative lancée cette automne, la première Assemblée Nationale de la liste « Potere al Popolo » s’est tenue à Rome le dimanche 17 décembre. Plus de 1000 personnes issues de collectifs militants, centres sociaux, associations, mouvements écologiques, syndicats et partis politiques, se sont réunies pour adopter le principe d’une liste unique de la gauche antilibérale et anticapitaliste aux prochaines élections législatives du printemps 2018, après plus de 80 réunions préparatoires au niveau local.
Le projet « Potere Al Popolo » est né d’un collectif militant napolitain, Je so Pazzo, (je suis cinglé), qui a transformé un hôpital psychiatrique désaffecté en centre social et espace de mobilisation. Ce projet vient après de nombreuses expériences, ces derniers mois, de constituer un « nouveau sujet politique » à la gauche du Parti Démocrate. Plusieurs tentatives ont eu lieu « par le haut » autour de la structure « Sinistra Italiana », principalement animée par les élus de Socialisme Ecologie et Liberté et des dissidents du Parti Démocrate, sous l’œil intéressé et critique de Rifondazione Comunista.

Power to the People: In Italy, Potere al Popolo, a new left-wing movement is born

https://mronline.org

Power to the People Founding Conference
In Rome on December 17, the first national meeting of Potere al Popolo (Power to the People), a new grass-roots left-wing movement aiming at running for the next general elections in March. But the new group also aims at giving new lifeblood and a new perspective to Italy’s radical left.
The meeting, attended by thousands of people, was thrilling and inspiring; all Italian communist parties and organisations, as well as environmentalist groups, social and community centres and workers associations took part in it. Moreover, many international guests were present at the meeting, including a Palestinian delegation, the Spanish Communist Party and Izquierda Unida (United Left), the Party of European Left and France Insoumise (the party of Jean-Luc Mélenchon). Plus, Mélenchon himself saluted the meeting with an enthusiastic official announcement on his website.

Power to the People (Italy)

https://en.wikipedia.org/wiki/Power_to_the_People_(Italy)

Power to the People (Italian: Potere al Popolo, PaP) is a coalition of political parties and groups in Italy. PaP was launched in December 2017 and will run as a joint electoral list in the 2018 general election.[2][3]
In its manifesto, PaP's membership is described as "social and political, anti-liberist and anti-capitalist, communist, socialist, environmentalist, feminist, secular, pacifist, libertarian and southernist left-wing".[4] The coalition's goal is "to create real democracy, through daily practices, self-governance experiments, socialization of knowing and popular participation".[4]

segue su https://en.wikipedia.org/wiki/Power_to_the_People_(Italy)

Potere al popolo - Il Programma (leggi, scarica e diffondi)

Migranti, affonda gommone nel Mediterraneo: tre donne morte, una ventina di dispersi tra cui diversi bambini

A bordo erano circa in 120, moltissime donne giovani con tanti bimbi, alcuni piccolissimi. Nelle ultime 24 ore salvate complessivamente ottocento persone.

Migranti, affonda gommone nel Mediterraneo: tre donne morte, una ventina di dispersi tra cui diversi bambiniE' andato giù poco prima che arrivassero i soccorsi. 
"Il gommone ha iniziato a sgonfiarsi, le persone sono andate nel panico, qualcuno mi ha spinto facendomi cadere in acqua"
E' un ragazzo del Camerun a raccontare all'equipaggio della nave Aquarius di Sos Mediterranée le tragiche fasi dell'affondamento del gommone costato la vita a tre giovani donne e ad almeno una ventina di dispersi, tra cui diversi bambini, secondo le testimonianze degli 83 superstiti presi a bordo.
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Due donne, recuperate in fin di vita con i loro bambini, sono morte a bordo della nave. Il team di Medici senza frontiere ha tentato l'impossibile per salvarle ma non ce l'hanno fatta, una terza è morta questa mattina all'ospedale di Sfax dove era stata trasportata d'urgenza insieme a sei bambini in gravi condizioni con i polmoni pieni d'acqua.

"La scena era devastante - racconta uno dei medici del team - arrivavano a bordo molti casi gravissimi, uno dietro l'altro, persone incoscienti e che non respiravano piu''. "Abbiamo affrontato un salvataggio molto critico - conferma Klaus Merkle, capo delle operazioni a bordo della Aquarius - quando i nostri mezzi sono arrivati il gommone era già sgonfio da un lato e c'erano persone in acqua. Alcuni avevano già perso conoscenza quando sono stati recuperati".

Migranti. Verità e giustizia per Becky Moses, uccisa a 26 anni dall’incendio a San Ferdinando.

Chi risponde della vita di Becky Moses, uccisa stanotte a 26 anni dal fuoco nelle baracche di San Ferdinando? Chi è che dopo riunioni su riunioni, pubbliche promesse e nomine di commissari straordinari non ha mai mosso un dito né ha voluto ascoltare le denunce e gli allarmi dell’Unione Sindacale di Base sulle terrificanti condizioni nelle quali sono costretti a vivere migliaia di braccianti per guadagnare pochi spiccioli raccogliendo arance? Quanto dovremo attendere per avere verità e giustizia?
Perché questo il Comitato lavoratori agricoli Usb chiede da sempre: verità e giustizia, fin dai tempi dell’uccisione di Sekine Traore nella stessa tendopoli di San Ferdinando. Verità e giustizia che si traducano in riscatto sociale e lavorativo dei braccianti. E invece siamo qui, sabato 27 gennaio 2018, a piangere l’ennesima vittima di una strage silenziosa che si consuma nell’indifferenza.