martedì 31 ottobre 2017

si cresce!

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La più subdola arma di distruzione di massa: il neoliberismo

http://www.libreidee.org

Ilaria BifariniPer combattere una guerra bisogna innanzitutto identificare il nemico, studiare le sue strategie e analizzare su quali fronti risulti più vulnerabile. Affermazione scontata, direte voi, non serve certo leggere “L’arte della guerra” di Sun Tzu per capirlo! Ma la percezione cambia se spostiamo il campo di osservazione da quello bellico a quello ideologico. I grandi conflitti del XXI secolo hanno un carattere universale che sfugge alla logica dei blocchi contrapposti, sempre più difficili da identificare. Così avviene per le idee e le dottrine economiche, che più di un dittatore riescono a irreggimentare una popolazione. Il nostro Dna di cittadini occidentali è permeato culturalmente e socialmente da quella che è stata la grande guerra ideologica del XX secolo, combattuta su tutti i fronti e senza esclusione di colpi: quella contro il comunismo, poi dirottata verso il keynesismo, nemico ancora più resistente. Lo scontro è stato uno dei più duraturi della storia, fornendo così il tempo e l’esperienza per elaborare tecniche in grado di assicurare al vincitore un dominio incontrastato, votato all’immortalità. A vincere è stato chiaramente il neoliberismo, l’ideologia imperante dal proselitismo universale.

La Valsusa brucia.


Ci sarà tempo per approfondire le diverse cause che hanno provocato gli immensi incendi in Valsusa. Ora c’è solo da sostenere le comunità abituate a difendere in modo straordinario quel territorio. Una cosa però sanno bene in Valle: “quelli che sono in alto” hanno bucato per decenni le montagne della Valsusa – con la prima centrale in caverna a Venaus da parte di Enel e dei francesi di Edf, che qui alcuni chiamano la Nonna delle Grandi opere, e più recentemente con i lavori per l’alta velocità – massacrando quei recipienti millenari di acqua che ora avrebbero difeso case e boschi. E ora istituzioni e grandi media si disperano mentre i canadair arrivano fino in Croazia… Perfino studi commissionati per la Torino-Lione mostrano l’evidente relazione tra il disseccamento delle montagne e il progredire dello scavi delle Grandi opere. Il fumo delle fiamme alte più di cinquanta metri che hanno devastano Mompantero puzza di ipocrisia e di profitto.
comune-info.net Claudio Giorno
Borgone Susa, domenica 29 ottobre. Ottava giornata di fuoco e fumo. Altri ettari di boschi resi estremamente infiammabili da oltre novanta giorni di siccità stanno bruciando inesorabilmente nonostante la lotta commovente che sfinisce pompieri, Aib (Antincendi boschivi) e volontari che non contano le ore, i pasti saltati e i veleni respirati.
Loris Mazzetti – scrittore, giornalista e dirigente Rai che era venuto a trovarci giovedì per presentare il suo ultimo lavoro, La profezia del Don dedicato a un prete che non prometteva miracoli, (li faceva) – ha voluto trattenersi per altri due giorni per vedere di persona quel che stava succedendo nella Valle dei No Tav… Ecco cosa ha scritto sulla piazza virtuale facebook, la più frequentata al mondo:

“Sono stato in Valsusa a presentare il libro La Profezia del Don. La valle è devastata da incendi dolosi, non si vede il sole per colpa del fumo, si respira a fatica, la solidarietà non basta, occorre la presenza dell’esercito, ci vogliono leggi adeguate contro chi provoca gli incendi. L’informazione nazionale deve fare di più, non è un problema che riguarda solo il Piemonte è l’Italia che è stata colpita. In alcune zone le fiamme sono a ridosso delle case, un giovane di venti…sei anni mentre tentava di spegnere le fiamme è morto d’infarto, vigili del fuoco salvati per miracolo, animali morti. No, no la solidarietà non basta. Basta con i soldi sperperati dalla politica per inutili referendum, basta con treni che vanno su e giù per il Paese per campagne elettorali che durano mesi e mesi. I cittadini della Valsusa hanno bisogno di risposte immediate. Portiamo le telecamere nella valle”.
Di telecamere siamo invasi ma per inquadrare noi, la nostra ribellione contro chi – prima che qualcuno desse fuoco ai boschi – ha bucato per decenni le nostre montagne, i recipienti millenari di acqua potabile e di quella (comunque di buona qualità) di fossi e torrenti che oggi sarebbe stata preziosa per difendere le case, oltre le piante.

Ambiente. Una storia interressante d'intressi connessi. Toscana, la discarica raddoppia? Per convincere la Regione Pd l’azienda manda il tecnico. Che è vicesindaco di Pisa col Pd.

Il caso dell'impianto tra i colli di Volterra della cui chiusura si parla da vent'anni. Ma ora la società vuole conferire un altro milione di tonnellate di rifiuti perché, assicura il sindaco di Pomarance, porta soldi e lavoro. Ma le anomalie (e i possibili conflitti d'interessi) non mancano.
La Regione Toscana si prepara ad autorizzare l’ampliamento della discarica di Bulera, della cui chiusura si parlava già quasi 20 anni fa, in un quadro che però è pieno di anomalie: controlli ambientali ancora incompleti, potenziali conflitti di interesse, situazioni inopportune. Il luogo scelto si trova a Pomarance, in provincia di Pisa, e nel tempo ha già ingoiato anche scarti pieni di arsenico, amianto e fanghi contaminati da mercurio. E’ stato tenuto in vita per quasi vent’anni – dal 1999 – da diverse proroghe. Ora la società proprietaria, la Scl, chiede di seppellire lì dentro un altro milione di tonnellate di rifiuti speciali, in parte pericolosi, da qui al 2026. In cambio ha promesso occupazione e investimenti, ma senza autorizzazione della Regione, aveva detto al Fattoquotidiano.it il presidente di Scl Attilio Pellero mesi fa, “cade tutto, perché le risorse da investire dovrebbero venire in parte dalla discarica: l’alternativa sarà il Sud America”.

Ambiente. Il rapporto rifiuti urbani di Ispra.

Italia con forza verso l'economia circolare.


Ispra, l'Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale del Ministero dell'Ambiente, ha presentato il suo consueto Rapporto Rifiuti urbani annuale, e come sempre la lettura delle migliaia di dati in esso contenuto, consente di fare il punto della situazione su questo importante e delicato settore.
Vediamo i principali risultati.
La produzione di rifiuti urbani nel 2016 torna a salire, dopo anni di declino: +2,0% (590.000 tonnellate) sul 2015. C'è stato quest'anno, è vero, un cambio di metodologia che fa aumentare il dato, ma con il vecchio sistema sarebbero aumentati lo stesso (+0,9%). Siamo tornati sopra la soglia "psicologica" dei 30 milioni di tonnellate (ma stiamo sotto la soglia di 500 kg/ab/anno con 497). Il 2015 ci aveva fatto sperare in un disaccoppiamento fra dati del PIL e dei consumi (in ripresa) e dati dei rifiuti urbani (in calo).
Il 2016 ci riporta alla realtà dolce e amara al tempo stesso: cresce l'economia (bene) e tornano ad aumentare i rifiuti (male). Ma è così. Il confronto con l'Europa non è facile, riportando il Rapporto dati europei del 2015, quando i rifiuti erano ancora stabili. Ancora forti i differenziali regionali: la prima in classifica per produzione procapite, l'Emilia Romagna, produce 653 kg ad abitante all'anno, quasi il doppio dell'ultima in classifica, la Basilicata, con 354. Ma la spiegazione è sempre la stessa: incidono sui dati regionali PIL, sistemi di raccolta, estensione dell'assimilazione dei rifiuti speciali, e presenze turistiche. Non ci sono italiani più spreconi di altri.

Libro. “Di Hartz si muore”. Lavoro coatto come soluzione alla povertà?

I sistemi di welfare per poveri e disoccupati sono diventati una diabolica porta girevole senza uscita, anzi l’unica porta possibile sembra essere diventata quella con su scritto “Arbeit macht frei” e la prospettiva del lavoro “coatto”.
 
 

Mentre gli autori espongono il loro libro, ti scorrono davanti le immagini di “Io Daniel Blake” di Ken Loach e ti sembra di seguire la presentazione di un libro “distopico”, cioè quelli che ti anticipano scenari futuri da incubo. Eppure le argomentazioni di Giuliana Commisso e Giordano Sivini (docenti dell’Università di Calabria e autori di “Reddito di cittadinanza. Emancipazione del lavoro o lavoro coatto? Edizioni Asterios) sono purtroppo veritiere e pertinenti.
E’ una analisi impietosa dei meccanismi perversi sui quali hanno modellato i sistemi di welfare nell’Unione Europea sia nella versione neoliberista (anglosassone) che ordoliberista (tedesca). Nel primo caso il film di Ken Loach è illuminante di quell’apparato messo in piedi per favorire formalmente “l’inclusione sociale” e che invece tende a rendere permanente la condizione di esclusione. Nel secondo agisce l’inganno retorico partorito a Bruxelles della “flexsecurity”, costruito per passare dall’obiettivo di creare occupazione a quello di stabilizzare “l’occupabilità” delle persone. E’ il modello tedesco prodotto dal commissario Hartz, quello  delle riforme e dei mini-job ma anche degli “One euro jobs”, dove i poveri e i disoccupati vengono ormai concepiti come malati bisognosi di cure ma, come ha sintetizzato Giuliana Commisso, “di Hartz si muore”.
Gli elementi in comune tra i due modelli sono la filosofia coercitiva che tende a penalizzare i poveri  e i disoccupati – sancendo il problema come dovuto ad un deficit personale (lo scarso impegno nella ricerca di un lavoro qualsiasi) e non al sistema – e l’orizzonte del “lavoro coatto”, obbligato, un lavoro magari a 1 euro l’ora, con la minaccia di togliere parzialmente o totalmente gli eventuali sussidi. Insomma una aperta lotta contro i poveri piuttosto che contro la povertà.

Clima. Record di anidride carbonica nell'aria, l'ONU lancia l'allarme: "Una concentrazione mai vista da 800 mila anni".

Secondo le Nazioni Uniti, l'inquinamento elevato può portare a "un aumento pericoloso della temperatura".

Redazione HuffPost
"Le concentrazioni di anidride carbonica nell'atmosfera hanno raggiunto nuovi record nel 2016 a una velocità senza precedenti": è questo l'allarme lanciato nelle ultime ore dall'ONU, secondo cui la situazione climatica mondiale è così pericolosa da consigliare un'azione drastica per raggiungere gli obiettivi contenuti nell'accordo sul clima di Parigi del 2015, obiettivi che paiono lontani più che mai.
Stando ai dati forniti dalla Nazioni Unite - che si basano sui calcoli dell'organizzazione meteorologica mondiale, la concentrazione di CO2 nell'aria è pari a 403.3 ppm (parti per milione), livello che secondo l'ONU porterebbe a "un aumento pericoloso della temperatura". La soglia di sicurezza da non superare era fissata a 350 ppm.
L'allarme arriva da un rapporto aggiornato al 2016 della World Meteorological Organization (Wmo) ripreso fra gli altri dalla Bbc. L'incremento risulta del 50% rispetto alla media dei 10 anni precedenti, fino a un livello ritenuto inedito da 800.000 anni.

Libro. "Il primo anno di Trump è passato, ma il peggio deve ancora venire"



L'obiettivo di The Donald è la decostruzione dello Stato e il dominio assoluto di un’élite economica. Da raggiungere sfruttando le crisi, gli shock, le bombe. Un'anticipazione dell'ultimo lavoro dell'attivista canadese. 

 

 

 

L'Espresso Naomi Klein

Il primo anno di Trump è passato, ma il peggio deve ancora venire Si intitola “Shock Politics - L’incubo Trump e il futuro della democrazia” il nuovo libro della scrittrice e attivista canadese Naomi Klein (Feltrinelli, 288 pagine, 18 euro). Sarà disponibile nelle librerie dal 2 novembre. Nello stesso giorno l’autrice lo presenterà a Torino, alle 18 all’Aula Magna della Cavallerizza Reale dell’Università degli Studi di Torino (unica presentazione italiana). Ne anticipiamo qui uno stralcio.
Durante la prima settimana in carica di Donald Trump, mentre firmava uno tsunami di ordini esecutivi e alla gente girava la testa nel disperato tentativo di tenergli dietro, mi è tornata in mente la descrizione che fece la paladina dei diritti umani Halina Bortnowska dell’esperienza polacca allorché gli Stati Uniti imposero al suo paese una terapia economica d’urto, crollato il comunismo sovietico. Definì la velocità dei cambiamenti che stava vivendo il suo paese come «la differenza tra gli anni dei cani e gli anni degli esseri umani», aggiungendo che «inizi a vedere reazioni semipsicotiche. Non ci si può più attendere che la gente agisca nel proprio interesse quando è talmente disorientata da non capire qual è il suo interesse, oppure non le importa più».

Qualcosa di Sinistra. All'Onorevole Vendola. Grasso non è “un programma politico vivente”.

Provo una istintiva simpatia, e una ovvia stima di fondo, per Pietro Grasso. E guardo con ammirazione, gratitudine e affetto alla figura di Nichi Vendola. Sono due pezzi della Sinistra che vorrei.





































...Il motivo per cui milioni di giovani preferiscono i 5 Stelle alla Sinistra è che quest'ultima non ha il coraggio di dire che bisogna rovesciare il sistema. Un sistema che lascia fuori della porta metà del Paese. Una Sinistra troppo preoccupata di 'rassicurare' gli spettatori dei talk show, apparendo moderata, affidabile, "di governo". Una Sinistra che, raccontando a se stessa che è tattico scegliere un servitore dello Stato, finisce col raccontare a tutti gli altri che sta scegliendo di servire lo stato delle cose. Una Sinistra convinta di non vincere perché troppo alternativa: e che invece non convince, e non vince, perché è troppo timida, conformista, prevedibile. Una Sinistra che non può dire di voler rifare lo Stato dalle fondamenta candidando chi per cinque anni è stato il numero due dello Stato. Anche se si tratta di una eccellente persona, come in questo caso. Una Sinistra subalterna al Pd: perché si autocondanna a ruotare intorno all'elettorato, e al ceto politico, di quel partito, come un satellite ruota intorno a un sole malato. Una Sinistra che sembra non trovare altre parole, altre persone, altre biografie... 
 
micromega Tomaso Montanari

Ma quella Sinistra la vorrei più larga, coraggiosa, innovativa. Capace di parlare a tutti, e di fare una politica diversa.

Una politica in cui le case non si costruiscono dai tetti. Credo profondamente che uno dei drammi della politica italiana sia questa, apparentemente insanabile, deviazione leaderistica. Una deviazione endemica a destra, capace di sfigurare il Pd di Renzi, e alla fine fatale anche per i 5 Stelle, prigionieri della dinastia Casaleggio e prostrati davanti al trono di Di Maio.

lunedì 30 ottobre 2017

lo trovi su cb01.movie (In viaggio con Sebastiao Salgado)

Il sale della Terra di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado

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60 anni fa la morte di Di Vittorio. USB a Foggia con un convegno sulle lotte dei braccianti

http://contropiano.org


Venerdì 3 novembre ricorre il sessantesimo anniversario della morte di Giuseppe Di Vittorio, bracciante, comunista, deputato, fondatore della Cgl unitaria, presidente della Federazione Sindacale Mondiale. L’Unione Sindacale di Base, che nella Fsm rappresenta l’Italia, lo ricorderà sabato 4 novembre nella sua terra con un convegno a Foggia sulle lotte bracciantili.
Quelle lotte alle quali Di Vittorio prese parte fin da giovanissimo, da quando cioè all’età di sette anni per mantenere la famiglia fu costretto a prendere nei campi il posto del padre, morto per un incidente sul lavoro. A 12 anni il piccolo Giuseppe vide i suoi compagni di lavoro cadere sotto il fuoco della polizia che voleva reprimere lo sciopero dei lavoratori della terra proclamato nella sua Cerignola. Nel cuore cioè di quella Puglia che ancora oggi vede i braccianti impegnati quotidianamente nella lotta per i diritti dei lavoratori, che si sovrappongono ai diritti umani troppo spesso negati a una categoria fatta esclusivamente di migranti.

Guasto acqua potabile in Via Toscana segnalato alla CREA un mese fa. Niente da fare , non glie ne frega niente! - RISOLTO -

Post originale di Augusto Scatolini, residente in Via Toscana a Campagnano - RISOLTO -

E' passato, inutilmente,  più di un mese dalle ripetute segnalazioni alla CREA di una perdita di acqua potabile, trattata, clorata, dearsenificata in Via Toscana.

L'acqua potabile, anche detta "oro blu", continua a fuoriuscire da una  tubatura, scorrere per la strada e finire nella fognatura.

Evidentemente con quello che paghiamo in bolletta si coprono anche le perdite.

Dopo averci fatto pagare per anni l'acqua con arsenico come se fosse potabile ora la CREA si permette anche di buttarla, l'acqua potabile.
Aggiornamento del 30 ottobre 2017

Dopo che il post è stato letto 143 volte in 1 giorno, la Crea ha deciso di intervenire e riparare il guasto, sarà una coincidenza!

Quando si dice "la democrazia diretta"!


domenica 29 ottobre 2017

Come leggere e scrivere codice binario in 1 minuto

Corso di terminale linux - la shell

Come crearsi un account gratuito per usare LibreOffice online

post originale di Augusto Scatolini

Supponiamo che Mario Rossi voglia crearsi un account gratuito per LibreOffice online.
E' sufficiente scrivere sulla barra degli indirizzi di un browser qualunque la seguente stringa:

https://www.offidocs.com/filemanager.php?username=mariorossi

come vedete in basso, l'account verrà magicamente creato, c'è una cartella predefinita che si può cancellare, c'è la possibilità di creare nuove cartelle, c'è la possibilità di creare un nuovo documento di testo, un nuovo foglio elettronico e una nuova presentazione.

Spero vivamente che Renzi resti coerentemente un unomo di destra.

post originale di R@P51

Risultati immagini per il bullo di rignanoVisti tutti i disastri che ha combinato, il bullo di Rignano, negli ultimi anni e vista l'accellerazione improvvisa (dei disastri) degli ultimi mesi, c'è il rischio che in questi ultimi mesi di campagna elettorale gli venga la tentazione di "buttarsi a sinistra" per non scomparire definitivamente.
Io spero vivamente che Renzi resti coerentemente e solidamente un unomo di destra qual'è e che porti all'estinzione (rapidamente) quel che rimane della peggiore Democrazia Cristiana che oggi si chiama PD.
In questo modo lascerebbe spazio alla vera sinistra di rappresentare le istanze dei lavoratori, dei precari, dei flessibili, dei disoccupati, dei pensionati e pensionandi, di tutti quelli che pensano ancora che un altro mondo sia possibile.

Storia recente. 1947, settant’anni fa


Quasi nessuno però ricorda che quello di settant’anni fa fu l’anno più terribile del dopoguerra: quello nel corso del quale emersero le maggiori difficoltà nella vita materiale della povera gente, disoccupazione, carenza di alloggi per le case distrutte dai bombardamenti, scarsità di generi alimentari e di riscaldamento, fabbriche ancora chiuse e da ricostruire, ferrovie, strade, porti , scuole inagibili.
Il fascismo aveva portato l’Italia a un cumulo di macerie.
Il governo De Gasperi da maggio in avanti rispose ai tentativi di ribellione che si verificarono in numerose città con la forza: il ministro dell’interno Scelba divenne celebre per aver ordinato l’uso indiscriminato della polizia nella repressione dei conflitti sociali.
Conserviamo un ricordo quasi ancestrale di quei giorni, lo portiamo dentro al nostro animo e al nostro cuore quale rimembranza indelebile (quasi una “coscienza parallela” che ogni giorno ci richiama a quel tempo) del carico dei sacrifici e delle sofferenze patite dai nostri genitori. Sacrifici al limite della privazione, sofferenze che hanno segnato non soltanto la nostra infanzia ma la nostra vita: una sensazione costante, una idea del “vissuto” nella miseria non cancellata poi dal boom economico, dalla “Milano da bere”, dalla rutilante pubblicità televisiva, dall’innovazione tecnologica che ci ha reso così comodo lo svolgersi del quotidiano.
Dentro di noi rimane ancora ben viva l’amarezza e l’incertezza di quei giorni.

Il tormento della sinistra. Un commento a posteriori su «40 anni dall’autunno tedesco».


Oggi non molti hanno più ricordi vivi di questo, di quanto negli anni ’60 e ’70 fossero spalancate le porte del processo storico. Soprattutto la decolonializzazione dell’Africa, dell’Asia e nel mondo arabo, le lotte sociali rivoluzionarie in America Latina, la lotta di liberazione vittoriosa dei vietnamiti contro gli USA e il patto oriente-occidente, avevano offerto possibilità. Offrivano ogni sorta di ispirazione per la decisione di attraversare ponti, di lasciarseli alle spalle, di bruciarseli dietro e di puntare concettualmente tutto su un’unica carta. Nel contesto della restaurazione nel mondo capitalista dopo la Seconda Guerra Mondale c’erano ragioni più forti per questo che per la costruzione di un ordine degli sfruttatori. A questo si aggiungeva la particolarità in Germania ovest, dove dopo i crimini del fascismo era mancata la giustizia.
Una tale estensione della sfera di possibilità nella storia capita raramente. Ma che questo momento oggi sia difficile da ripercorrere dipende anche dal fatto che i contemporanei negli ultimi due decenni hanno interiorizzato il fatto di pensare che gli obiettivi politici sono legati alle costrizioni della valorizzazione del capitale e non devono essere orientati in base agli sviluppi sociali. Non si può sopportare il continuo «There is no alternative» senza che si scolorisca. Politici agiscono come impiegati dei grandi gruppi del capitale, il primato della politica non viene più nemmeno postulato. Questo ha avuto la forza di risucchiare tutto. All’inizio dello smaltimento della democrazia e del pensiero sociale c’era la massima criminale di Margaret Thatcher, secondo la quale non c’è una società ma solo singoli.

Canapa. Un fumetto per raccontare la canapa ai bambini e finanziare la ricerca

Un fumetto che possa raccontare ai bambini il valore e le potenzialità della canapa, partendo dalla storia e tradizione della canapicoltura italiana per arrivare alla ripresa dei nostri giorni. E’ l’idea di Nonna Canapa, azienda che si occupa di coltivazione e trasformazione alimentare dei semi di questa pianta meravigliosa, elaborata dalla fondatrice Serena Caserio mentre raccontava a suo figlio le virtù di questa pianta tra una puntatina per controllare i campi coltivati ed una ai formaggi ed alimenti che produce.

canapaindustriale.it Mario Catania

Da lì è nata l’idea del fumetto – che utilizzerà la chiave narrativa della nonna che racconta la storia della canapa italiana alla nipote con personaggi storici che prendono forma per catturare l’attenzione del piccolo lettore – per mantenere in vita un patrimonio che abbiamo rischiato di perdere e gettare un seme per provare a costruire un futuro più sostenibile partendo proprio dalle nuove generazioni.
Sarà stampato su carta di canapa e l’idea è quello di portarlo nelle scuole, ad esempio per i bambini di quarta e quinta elementare e quelli delle medie e vedere poi le loro reazioni. “La finalità ultima è quella di raccogliere fondi da devolvere alla ricerca scientifica sull’uso dei cannabinoidi nelle patologie pediatriche“, racconta Serena Caserio. Diversi studi scientifici clinici sono stati realizzati di recente o sono attualmente in corso, per studiare le capacità benefiche ad esempio del CBD, cannabinoide non psicoattivo, nel trattamento di forme di epilessia pediatrica farmaco-resistente.

Energia Rinnovabile. Dalla Svezia le finestre solari che si riscaldano con il freddo.

Risultati immagini per finestre solari passiveGrazie all’aiuto della nanotecnologica, un team di scienziati sviluppa una nuova tecnica per trasformare le ordinarie finestre in “radiatori solari”.
Nanoantenne nel cuore delle finestre solari passive.
 
Rinnovabili.it
Da semplici vetri di infissi a radiatori trasparenti alimentati dal sole. Questo il passaggio evolutivo ricreato all’Università di Göteborg, in Svezia. Qui, un gruppo di ricercatori, in collaborazione con colleghi provenienti da Cina, Iran e Stati Uniti, ha creato delle nuove finestre solari passive capaci di contribuire in maniera sostanziale al risparmio energetico domestico. “Abbiamo sviluppato un modo sorprendentemente semplice, economico ed efficace per trasformare le normali finestre in vetro in schermi termici a energia solare, in grado di modificare in maniera significativa l’equilibrio termico gli ambienti domestici e di lavoro”, spiega Alexandre Dmitriev, ricercatore dell’ateneo svedese e co-autore del paper pubblicato su di Nano Letters. Un contributo essenziale “soprattutto se si pensa alla crescente quantità di superfici vetrate utilizzate nell’architettura moderna”.

Canapa industriale: elenco completo delle varietà e quelle più utilizzate in Italia.

Dalla A di Adzelvieši alla zeta di Zenit, sono 64 le varietà di canapa registrate in Europa che possono essere legalmente coltivate anche in Italia.
Di seguito l’elenco completo (per aggiornamenti QUESTA è la fonte ufficiale – “Agricultural plant species” – sezione “Species” – “A – 85 Hemp – Cannabis Sativa”).

dolcevitaonline.it
Elenco delle varietà certificate di canapa industriale

Si tratta di varietà di canapa industriale certificate a livello europeo per il loro contenuto di THC, che non deve superare lo 0,2%. Sono coltivabili legalmente anche in Italia e la legge entrata in vigore quest’anno nel nostro Paese ha alzato il limite di THC che può essere contenuto dalle infiorescenze in campo fino allo 0,6%, specificando che nel caso in cui la percentuale di THC dovesse superare la soglia dello 0,6%, l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione della coltivazione, ma anche in questo caso “è esclusa la responsabilità dell’agricoltore“.

Tesi per l’elaborazione di un Manifesto per il Commonfare. Per cominciare la discussione – di General Intellect.

Nel capitalismo contemporaneo, le politiche del lavoro e le politiche sociali sono indissolubilmente legate. La separazione tra il tempo di lavoro e il tempo di vita scompare con la precarizzazione del lavoro. Il bio-capitalismo sfrutta il tempo della vita come una merce relazionale, produttrice di valore. La governance neoliberale assicura che ogni atto  dell’esistenza venga messo a valore.

http://effimera.org

Ogni residuo di welfare, così come ci è stato tramandato in Europa, è oggi sempre più soffocato da processi di estrazione e sfruttamento. E’ quindi venuto il tempo di riaggiornare il concetto di welfare, perché sia  adeguato alla condizione precaria oggi dominante, rispettoso del genere, delle differenze etniche e educative, al fine di garantire il benessere della comunità. In una parola, il Welfare del Comune deve dotare la vita di qualità, atodeterminazione e consentire di esercitare il diritto alla gioia.
Nel capitalismo fordista, i servizi sociali come l’istruzione, la formazione, la previdenza, la cura e la salute, favorivano anche la redistribuzione della ricchezza tra capitale e lavoro. Le politiche pubbliche, in quanto dispensatrici di tali servizi, avevano la funzione di mantenere la coesione sociale per consentire che il potere d’acquisto del lavoro potesse garantire il consumo di massa e il livello di profitto fosse sufficientemente elevato per favorire la produzione di massa. Questo patto sociale non si riferiva all’intera popolazione, bensì alle solo “classi produttive” (nel senso marxiano del termine): erano, infatti, escluse le donne e la popolazione dei territori più sottosviluppati, fonte di immigrazione. Le prime garantivano gratuitamente la riproduzione della forza lavoro; la seconda manteneva basso il costo del lavoro.

Lavoro e Diritti. Stalking e violenza di genere, quando il datore di lavoro ha il potere di ricattarti.




Giuristi per il lavoro di Francesca Garisto* e Fabio Savoldelli**
Stalking e violenza di genere, quando il datore di lavoro ha il potere di ricattarti
Quando poi questa violenza avviene nel contesto lavorativo, l’analisi deve considerare anche i rapporti di potere tipici della gerarchia nelle organizzazioni aziendali che troppo spesso portano a travalicare ogni limite consentito e accettabile.
Ci riferiamo a comportamenti che inducono gravissime ripercussioni sulla salute delle lavoratrici e che, oltre ad avere rilevanza dal punto di vista del diritto civile e del lavoro, possono costituire violazioni di norme penali e integrare reati come quello di “maltrattamento”, di “atti persecutori”, di “violenza privata” e altri ancora. Reati la cui componente violenta si trova anche nel malcelato ricatto che ha per oggetto la conservazione del posto di lavoro, in un’epoca in cui le garanzie dei lavoratori al riguardo vanno sempre più riducendosi.
Un caso paradigmatico in tal senso è quello oggetto della sentenza della Corte di Cassazione penale n. 35588/2017, emessa nell’ambito di un procedimento in cui abbiamo assistito la parte offesa, dipendente di un Ente locale e vittima di atti persecutori (stalking) da parte del proprio superiore gerarchico, anche fuori dall’orario e dal luogo di lavoro.

Classe dirigente. Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Banche: "C'è una rete di complicità fatta di impieghi e consulenze tra dirigenti Bankitalia e istituti controllati".

La dura accusa lanciata in un'intervista a Repubblica.


"Una rete di complicità fatta di offerte di impiego e consulenze. Dirigenti controllori di Bankitalia passati in corsa ai vertici delle banche controllate. Quel che sta già emergendo non è un bello spettacolo. Detto questo, la commissione d'inchiesta che presiedo non guarderà in faccia nessuno, deve essere chiaro, non rispetterà santuari. Ma i processi e le attribuzioni delle responsabilità penali, in uno stato di diritto, si fanno nei tribunali e non nelle aule parlamentari". Lo afferma Pier Ferdinando Casini, presidente della Bicamerale sulle banche, in un'intervista a Repubblica.

La terra vista dal cielo - Caos climatico HD (prima parte)

La terra vista dal cielo - Caos climatico HD (seconda parte)

Spagna. Catalogna, perché la crisi spagnola è più seria della Brexit.

Il terremoto nazionalista catalano ha provocato la frattura da Madrid che pochi fuori di questa regione pensavano si sarebbe mai verificata.

Catalogna, perché la crisi spagnola è più seria della Brexit
Il sogno dell’indipendenza catalana è sempre apparso al turista come una nota folcloristica. E invece non è mai stato così. Per chi ha vissuto  in Catalogna o vi ha trascorso molto tempo, specialmente per chi ci ha lavorato il sogno dell’indipendenza catalana era un obiettivo ben determinato e condiviso da una buona fetta della popolazione. Se ne parlava continuamente, usciva sempre nelle conversazioni ed a quel punto i catalani si lanciavano nella difesa del proprio diritto di autodeterminazione.
A volte la ricostruzione storica della grandezza della Catalogna nazione non era altro che la manifestazione di un narcisismo paesano, come la storia che Cristoforo Colombo era catalano. Ma spesso alla radice di questo nazionalismo testardamente perseguito c’erano gli anni bui del franchismo quando fu proibito alla popolazione di parlare in catalano. E così la gente raccontava le storie di famiglia, di come i genitori insegnavano clandestinamente la loro lingua ai figli. Il discorso economico è arrivato negli ultimi dieci anni, dopo la crisi del 2008 ed ha attirato l’attenzione della stampa straniera perché ha la sua logica volersi staccare per motivi economici, mentre volerlo fare per motivi sentimentali, nel XXI secolo, è davvero incomprensibile.

Earth

L'ultimo contadino (The Last Farmer) [HQ]: documentario sui danni della finanza al "3° mondo"...

Un Renzi sul viale del tramonto non commuove nessuno…

http://contropiano.org

Unendo i puntini su un foglio di carta si ottengono comunque delle figure. Magari orrende e prive di senso, ma si ottengono.
Se quindi proviamo rintracciare un filo logico nella serie di “incidenti” che va inanellando Matteo Renzi negli ultimi mesi l’immagine che balza agli occhi è quella del cupio dissolvi, quasi un tocco di Mida al contrario.
La sortita contro il rinnovo dell’incarico a Ignazio Visco, come governatore della Banca d’Italia, ha avuto l’efficacia militare di un attacco kamikaze finito in mare, anziché sulla flotta avversaria. Un attacco proseguito anche dopo il fallimento manifesto – quando Gentiloni aveva ormai “proposto il rinnovo” in consiglio dei ministri e Mattarella preparava la penna per la firma – costringendo gli ormai fedelissimi (Lotti, Martina, Boschi e Delrio) alla penosa presentazione di certificati medici o “precedenti impegni” per giustificare l’assenza.
E’ solo l’ultimo episodio lungo una nutrita serie di sconfitte o figuracce, al punto che l’annunciata batosta nelle elezioni siciliane (dove il Pd rischia di arrivare addirittura quarto, con meno voti persino degli odiatissimi rivali del “centrosinistra classico”) si profila come il big bang che potrebbe costringerlo in una posizione insostenibile.

Anteprima del libro "Il reddito minimo universale" di Philippe Van Parijs e Y. Vandetborght

Canapa. Non c’è la legge, ma tutti la vogliono. Ecco cosa succede al mercato italiano della canapa.

Dai pionieri di AssoCanapa alla “marijuana legale” di EasyJoint, semi e infiorescenze sono sempre più richiesti.
 
Lastampa.it
Poca pioggia, troppo caldo. Non è stata una grande annata per le coltivazioni. Felice Giraudo, 83 anni compiuti da poco, scarponi impolverati e camicia a scacchi, vive e lavora da sempre a Carmagnola, paese a poco meno di trenta chilometri da Torino conosciuto in tutto il mondo per due prodotti tipici: il peperone e la canapa. Lui scelse la seconda vent’anni fa esatti, combattendo sia con i borbottii dei compaesani che con misteriosi attentanti incendiari che mandarono in fumo tonnellate di raccolto coltivato con i primi finanziamenti dell’Unione europea. Al suo fianco nella battaglia per riportare in paese quel che c’era sempre stato, Margherita Baravalle, 72 anni che paiono venti di meno. Negli uffici di AssoCanapa tra sementi e piantine, corde e pacchi di pasta, il telefono non smette mai di squillare: chi vuole comperare i semi, chi ha bisogno di un consiglio per iniziare una nuova coltivazione. Se Felice all’ennesima richiesta scuote la testa e torna ai suoi campi, Margherita non smette di spiegare e rispiegare che cosa è legale e cosa no. Coltivare la canapa è un affare, ma complicato: anche nella nuova legge manca un quadro normativo per poter vendere le infiorescenze, sempre più richieste per le loro preziose proprietà nutritive.