mercoledì 28 dicembre 2016

I Ricchi non piangono mai. Il 2016 ha fruttato 237 miliardi ai più ricchi. E gli americani ringraziano Trump.

Il Bloomberg Billionaires Index traccia il patrimonio dei Paperoni globali: anno volatile tra incertezze su Cina e Brexit, poi la cavalcata con l'elezione a sorpresa del tycoon. Gates si conferma al numero uno, Buffett è quello che ha guadagnato di più. Bene il tech, prima battuta d'arresto in Cina.
repubblica.it
Il 2016 ha fruttato 237 miliardi ai più ricchi. E gli americani ringraziano TrumpI maggiori guadagni individuali si trovano proprio negli Stati Uniti, con un nome noto come quello di Bill Gates (persona più ricca del mondo con 91,5 miliardi) o il petroliere Harold Hamm. Un destino bizzarro se si considera che la maggior parte dei ricchi americani manifestò apertamente la propria contrarietà a Trump. Chissà se con Hillary Clinton, che pure sostenevano, a fine anno si sarebbero ritrovati sul conto in banca 77 miliardi in più generati proprio dal rally scatenato a sorpresa dalla vittoria del candidato repubblicano. Il portatore di un mix di politiche di de-regolamentazione e investimenti pubblici che secondo molti osservatori sono irrealizzabili (a meno di voler mandare all'aria la stabilità dei conti pubblici) e che invece per il guru degli hedge fund Ray Dalio potrebbero liberare l'animal spirit del capitalismo e guidare i mercati finanziari ancora più in alto.
Per trovare un Paperone in grado di accrescere il suo patrimonio in maniera significativa, ma uscendo dalla corte di Trump, bisogna andare sul classico: il francese Bernard Arnault, patron del colosso del lusso Lvmh, ha messo in cascina 7,1 miliardi per arrivare a un passo da 29 miliardi di dollari. Amancio Ortega, il più ricco d'Europa sulla colonna portante di Zara, ha perso però 1,7 miliardi nel 2016 ma non avrà problemi ad asciugare le lacrime con i 71,2 miliardi che gli restano. Anche i guru del tech hanno fatto bene: al mondo della tecnologia appartengono 55 miliardari che hanno aggiunto 50 miliardi al loro c/c nel corso dell'anno, nonostante la politica economica di Trump non sembri sorridere loro. Jeff Bezos, il numero uno di Amazon, dopo aver doppiato il suo patrimonio a 60 miliardi nel 2015 è riuscito a portare a casa un bilancio ancora positivo per 7,5 miliardi quest'anno, seguito dal genietto di Facebook, Mark Zuckerberg, con 5,4 miliardi.


L'indice di Bloomberg racchiude anche presenze curiose, come quelle di padre e figlio alle spalle della tequila José Cuervo, o l'emergere di tre miliardari in Argentina, dopo anni difficili per i businessman. Fuori dagli Usa, però, l'effetto-Trump si è visto poco e in particolare in Cina: Wang Jianlin, il secondo più ricco del colosso asiatico, ha perso ben 5,8 miliardi scendendo a un patrimonio di 30,6 miliardi. Proprio in Cina si registra per la prima volta in cinque anni di indice una dinamica negativa della creazione di ricchezza: i Paperoni orientali lamentano nel complesso perdite per 11 miliardi a seguito della performance negativa dei mercati azionari. Per il 2017, i gestori di questi super patrimoni credono che la volatilità e la frenesia saranno ancora la cifra distintiva.

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