venerdì 23 dicembre 2016

Classe dirigente & figli. Manuel Poletti, figlio di Giuliano, "copia e incolla": ampi stralci di articoli di colleghi (e di Ezio Mauro) riportati integralmente nei suoi pezzi.

Un settimanale "che sappia creare quella chimica arcana con cui il giornale dà quotidianamente forma a se stesso, dal primo abbozzo del mattino all'urto pieno e aperto con i fatti".
 

L'Huffington Post Claudio Paudice
POLETTI JR COPIA INCOLLACosì il 10 gennaio 2009 Manuel Poletti, figlio del ministro del Lavoro Giuliano, presentava ai lettori del settimanale Sette Sere il grande cambiamento in atto. Nel suo editoriale da direttore Poletti jr annunciava la fusione tra due giornali locali che sarebbe avvenuta di lì a un mese: dal 7 febbraio successivo Sette Sere si sarebbe fuso con un altro settimanale, Sabato Sera Bassa Romagna, esperimento editoriale poco fortunato nato qualche anno prima.
Parole che però suonano come già sentite. Perché identiche a quelle usate dall'ex direttore di Repubblica Ezio Mauro nel suo articolo del 16 dicembre 2008 sulla morte dell'imprenditore Carlo Caracciolo, fondatore della Società Editoriale La Repubblica che ha dato il via alle pubblicazioni del quotidiano di Largo Fochetti. Scriveva Ezio Mauro:
Perché (Carlo Caracciolo, ndr) conosceva [...] quella chimica arcana con cui il giornale dà quotidianamente forma a se stesso, dal primo abbozzo del mattino all'urto pieno e aperto con i fatti, infine al momento in cui gli avvenimenti esterni e la cultura interna si fondono in una selezione, creano una gerarchia, diventano un disegno, formano un'idea: e danno vita non a un fascio di notizie stampate, ma ad una ricostruzione organizzata e a una reinterpretazione appassionata della giornata che abbiamo attraversato, della fase che stiamo vivendo.


ezio mauro


polettiNel suo articolo Manuel Poletti copia l'intero passaggio, riferendolo non a Caracciolo (morto il mese prima) ma alla sua nuova esperienza editoriale. E infatti l'unica differenza sta in "giornata" che nell'editoriale del figlio dell'attuale ministro del Lavoro si trasforma in "settimana" (dal momento che si tratta di un settimanale).



È solo uno dei casi che avrebbero fatto guadagnare, secondo chi ha avuto modo di lavorare con lui, la fama di "Mr Copia e Incolla" a Manuel Poletti, figlio del ministro finito nell'occhio del ciclone per le sue frasi su quei giovani andati all'estero alla ricerca di opportunità che a volte "è meglio togliersi dai piedi" . Frase poi definita "infelice" dallo stesso ministro che si è scusato per aver usato quell'espressione.
Poletti jr, prima di diventare direttore dei settimanali delle Coop, ha fatto la "gavetta" come tanti altri giornalisti. Nel 2004 era in forze alla redazione di Bologna dell'Unità. Il 22 ottobre di quell'anno al suo caporedattore arrivò una lettera (di cui l'Huffington Post è in possesso) in cui veniva segnalato un plagio a firma Manuel Poletti. La segnalazione era stata inviata da un giornalista di un settimanale locale e denunciava un copia e incolla pressoché integrale di un suo articolo pubblicato il 16 ottobre 2004 e apparso quasi identico su L'Unità tre giorni dopo, il 19 ottobre. Non solo: veniva fatto notare come lo spiacevole inconveniente si fosse ripetuto più volte in passato.
È accaduto a Massimiliano Boschi, per esempio. Anche lui, giornalista nel 2004 per il settimanale legato al mondo rosso delle coop Sabato Sera, ha pubblicato un articolo il 14 febbraio 2004 quasi integralmente "ricopiato" su L'Unità di Bologna quattro giorni dopo, il 18 febbraio. E anche questo portava la firma di Manuel Poletti. Contattato dall'Huffington Post, Boschi ha confermato la paternità dell'articolo e i "copia e incolla" operati dal figlio dell'attuale ministro.
Nel 2009 Manuel Poletti è diventato direttore del nuovo SetteSere, nato dalla fusione con Sabato Sera Bassa Romagna che pure aveva guidato fino a quel giorno. La decisione dell'editore, la cooperativa Bacchilega, di designare il figlio dell'attuale ministro e all'epoca presidente nazionale di LegaCoop, indusse una decina di giornalisti a fare armi e bagagli e a lasciare il settimanale nel quale avevano lavorato molti anni.
Andarono via dal giornale il direttore, quattro caporedattori e diversi collaboratori, sbattendo la porta. Nella lettera di commiato ai lettori scrissero:
"La fusione è stata decisa senza neppure presentare un progetto editoriale e un piano di fattibilità economica, forzando il voto dell'assemblea dei soci con tempi, modalità e scenari propri più di un blitz che non di una discussione serena. È stata una decisione presa rifiutando a priori, e spesso irridendo, qualsiasi tentativo della redazione faentina di formulare eventuali controproposte che salvaguardassero la qualità e la territorialità del giornale".

Nessun commento:

Posta un commento