sabato 31 dicembre 2016

Tangenti, narcotraffico, pizzo: per l'Italia anche il 2016 è stato un altro anno di mafia.

La mafia è ancora viva. Sta bene e continua a comandare su interi territori. Spesso nel silenzio generale. Gli ultimi dodici mesi raccontati attraverso gli eventi che hanno fatto più discutere e quelli meno visibili.

Tangenti, narcotraffico, pizzo: per l'Italia anche il 2016 è stato un altro anno di mafia
L'Espresso Giovanni Tizian
 
Il 2016 è stato un anno di mafia. Come l'anno prima e quello prima ancora. La differenza è che il Paese, oggi, sembra praticamente assueffatto dallo scorrere delle notizie che riguardano le nostre quattro grandi aziende criminali: camorra, 'ndrangheta, cosa nostra e mafia pugliese. L'abitudine crea dipendenza: così la convivenza con il potere criminale è diventata la normalità.

Nell'accettazione di ciò che normale non è, abbiamo perso di vista i danni reali alle persone, alle cose, all'ambiente, che le cosche provocano con i loro business. Non sempre ci sono i morti ammazzati, anche se questi non mancano, a ricordarci che le mafie sono vive e vegete. Spesso si tratta di imprenditori strozzati dall'usura, dal pizzo, o cittadini disperati per le perdite alle slot machine. Spesso, insomma, i corpi dilaniati di questa eterna guerra contro le cosche non si vedono, ma esistono eccome.
Certo, il sangue sul marciapiede fa più effetto che il fallimento di imprenditori onesti che non hanno accettato di pagare tangenti e per questo sono rimasti fuori dai giochi dei grandi appalti. Un mondo dove troppe volte ritroviamo aziende partner delle organizzazioni mafiose. Oppure pensiamo ai giornalisti che quotidianamente vengono intimiditi durante il loro lavoro.

Guido Calogero e la “terza persona”.

guido-calogero-499Il trentennale, caduto quest'anno, della morte di uno dei più importanti filosofi italiani del Novecento, Guido Calogero, può essere l’occasione per ricordare lo spessore della sua ricerca filosofica e politica, oltre che la sua singolare modernità.



micromega di FRANCESCO POSTORINO


L'articolo in pdf
Non tutti possono leggere Guido Calogero. I visitatori occasionali, lo scienziato che cura con freddezza storiografica le opere altrui e i fanatici di professione farebbero bene a cambiare rotta. Calogero va vissuto.
A trent’anni dalla morte, avvenuta il 17 aprile del 1986, la sua filosofia continua a esprimere una vox clamantis in deserto. In un contesto inquinato dal nichilismo e dalla progressiva mercificazione dell’uomo, andrebbe senz’altro riscoperta la sua innovativa lezione pedagogica. In ogni modo, come ricorda Serge Audier in Le socialisme libéral, le sue riflessioni anticipano l’etica del discorso di Karl-Otto Apel, l’etica della discussione di Jürgen Habermas e il metodo dialogico del liberal Bruce Ackerman. In una recensione pubblicata sull’«Unità» il 23 marzo del ‘97, Stefano Petrucciani scorge una certa affinità tra il suo liberalsocialismo e l’idea di «libertà positiva» avanzata in tempi più recenti dall’economista Amartya Sen. E Norberto Bobbio, in una sua testimonianza, lo accosta al neo-contrattualismo rawlsiano. Per comprendere in profondità il suo pensiero occorre, tuttavia, rimanere in Italia.

L'Onu vota contro le colonie di Israele. Astensione Usa. L'ira di Netanyahu


 israele_onu

 globalproject Shaden Ghazal
"Qui invenit amicum invenit thesaurum” insegna un noto proverbio e Benjamin Netanyahu l’ha capito bene.
Amicizie tradite, nuove alleanze, illusioni e disillusioni, ripicche e vendette: gli ultimi aggiornamenti sembrano quasi parte di un copione di una qualche telenovela argentina se non fosse che parliamo dell’assurda realtà e gli attori in questione decidono le sorti del mondo.

Il caso Monte dei Paschi ed il "capitalismo straccione" italiano Intervista ad Andrea Fumagalli


 monte dei Paschi

 global project
Il salvataggio statale della Monte dei Paschi di Siena, oltre a palesare la continuità del governo Gentiloni con quello precedente in materia di aiuti alle banche, mette a nudo elementi congeniti di debolezza del capitalismo italiano, che rendono la vita delle classi lavoratrici ancora più difficile e precaria. Abbiamo intervistato Andrea Fumagalli, che recentemente su Effimera ha messo in relazione il fallimento della banca senese con quello del Jobs Act.

Almaviva Contact. La forma e la sostanza

Almaviva lavoratrici
 
contropiano rsu almaviva
L’incontro di ieri al Ministero dello Sviluppo economico, convocato dalla viceministro Teresa Bellanova, non ha avuto l’esito sperato: l’azienda ha confermato la chiusura delsito produttivo di Roma e il contestuale licenziamento dei 1.666 lavoratori Almaviva Contact di questa sede.
L’incontro era stato richiesto unitariamente dai sindacati dopo aver consultato –attraverso una raccolta di firme e un referendum – i lavoratori romani e avere verificato la volontà della maggioranza di accettare l’accordo del 21 dicembre.

Grandi opere, quali opportunità e quali rischi



 Fonte: sbilanciamoci.infoAutore: Anna Donati
I fatti dimostrano che le “grandi opere” solo occasionalmente producono utilità sociale. Un convegno della Fondazione Basso e della Fondazione Culturale Responsabilità Etica
Davvero un appuntamento ricco di contenuti quello promosso di recente dalla Fondazione Basso e dalla Fondazione Culturale Banca Etica sul tema delle grandi opere, per ragionare non solo sugli aspetti ambientali, ma soprattutto sulla partecipazione dei cittadini, la vitalità dei territori, le regole del gioco deformate dalla Legge Obiettivo e dalle misure di semplificazione. Regole che non aiutano a scegliere le opere utile alla rigenerazione delle città, alla tutela del paesaggio ed alla cura contro il dissesto idrogeologico, come ha sottolineato Nicoletta Dentico della Fondazione Basso, concludendo i lavori e proponendo che questo dialogo e questa rete prosegua e diventi sempre più serrata ed innovativa. Una rete di associazioni e comitati capace anche di progetto e di alternative concrete, come dimostrano le tante esperienze di impegno e partecipazione nei territori.

Salva-banche, un percorso accidentato

 Fonte: sbilanciamoci.infoAutore: Vincenzo Comito
L’intervento del governo a favore di alcune banche si annuncia come un percorso tortuoso tra Roma, Bruxelles, Francoforte e Berlino. E il salvataggio di Mps è già lievitato a 8,8 miliardi
La decisione troppo tardiva del governo di varare lo stanziamento di 20 miliardi per il salvataggio di alcune banche può far pensare, per qualche verso, alla prima tappa di un Giro o di un Tour; di frequente il primo tratto è breve, magari a cronometro e serve giusto per riscaldare i muscoli, in vista invece di un percorso che si rivelerà poi molto lungo e impegnativo, pieno di tappe di montagna tra le più dure.

Svizzera, marijuana libera nei negozi? No. Profuma come la “cugina illegale” ma è canapa a basso contenuto di Thc.

Una società di prodotti vegetali biologici è riuscita a fare approvare dalle autorità svizzere la vendita delle sue infiorescenze di cannabis ad alto contenuto di Cbd, cannabinoide non psicoattivo e dalle diverse doti terapeutiche, e basso contenuto di Thc, l’unico cannabinoide tra gli oltre 100 ad oggi identificati ad avere proprietà psicoattive.

canapa905Dieci grammi di marijuana già tritata, impacchettata in buste dal packaging accattivante che viene venduta liberamente in Svizzera. La mente corre subito al periodo in cui il piccolo Paese era considerato la “Giamaica delle Alpi” e cioè a quando, nel periodo tra il 1998 ed il 2004, nonostante la cannabis non fosse stata legalizzata era venduta liberamente come profumatore per ambienti ed armadi.
Ma non si tratta di questo, nonostante nel Paese si sia aperto da tempo un ampio dibattito sulla necessità di regolamentare la produzione e la vendita di cannabis a scopo ricreativo per contrastare la criminalità organizzata che gestisce il traffico illegale. Si tratta invece di infiorescenze di canapa che hanno un contenuto di Thc inferiore allo 0,1%: non ha effetti psicoattivi (non causa il tipico “sballo” associato alla pianta) ed è completamente legale.
Una società di prodotti vegetali biologici è riuscita a fare approvare dalle autorità svizzere la vendita delle sue infiorescenze di cannabis ad alto contenuto di Cbd, cannabinoide non psicoattivo e dalle diverse doti terapeutiche, e basso contenuto di Thc, l’unico cannabinoide tra gli oltre 100 ad oggi identificati ad avere proprietà psicoattive. La varietà di cannabis è stata registrata presso l’Ufficio della Sanità federale come prodotto erboristico e classificato come sostituto del tabacco. La sua vendita è quindi libera, senza particolari licenze o prescrizioni.

"Il precario, diciamocela tutta senza giri di parole, si chiama precario per pudore, per decoro".

Notte che passerò con i miei affetti, con il mio amore. Immerso nel traffico, tamburello con le dita sul volante: one, two, three, four. E ancora one, two, three, four… Un batterista sa come battere il tempo.
Alla ricerca di qualche bottiglia di buon vino per il cenone di capodanno, scorgo un grande centro commerciale, uno dei tanti, tutti uguali. Una moderna architettura che ricorda il Titanic; percorro le rampe dello sconfinato parcheggio girando a spirale e abbandono la macchina al piano +3 – colore giallo – fila 4 – posto 56. Meglio appuntarlo sullo smarphone se all’uscita voglio ritrovare la macchina.
Faccio lo slalom tra orde di fanatici dello shopping post natalizio, con le idee ben chiare: le bottiglie di vino e dritto a casa. Ma una affascinante promoter mi ferma all’uscita dell’ipermercato e mi chiede qualcosa che a malapena intuisco, frastornato dal vociare insopportabile di tutte quelle famiglie insoddisfatte alla ricerca compulsiva dell’acquisto e dalla musica diffusa dagli altoparlanti di questa immensa nave precaria. Con un cenno educato mi smarco dalla difficoltà del risponderle, perché so bene cosa devo fare. Me ne devo andare, andare via da questo centro commerciale affollato da finti volti e corpi mossi da chissà quali meccanismi automatici.

venerdì 30 dicembre 2016

Omicidio Regeni: l’infamia del delatore, il silenzio dei colpevoli

  http://enricocampofreda.blogspot.it/
Giulio Regeni scoprì tardi le infide mani cui s’era affidato, seppure nella sua indagine sul tessuto sociale del Cairo, Mohamed Abdallah, che il ricercatore definisce miserabile, risultasse il responsabile del sindacato dei lavoratori ambulanti. L’uomo rappresentava una quantità infinita di persone che lavorano in una filiera di parziale legalità o di totale illegalità. Terreno di enorme interesse, da scandagliare, perché in quella megalopoli che è la capitale egiziana coinvolge forse uno o due milioni d’individui che danno da mangiare a cinque, sette milioni di bocche.

Sondaggio. Per cambiare le cose la rivoluzione è meglio delle riforme?

rivoluzione
contropiano

Il grande maestro Mario Monicelli ci regalerebbe un sorriso leggendo la notizia. Lui che in una intervista storica disse che affidarsi alla speranza era sbagliato e che in Italia le cose andavano male perchè non c'era stata una rivoluzione, si sentirebbe meno solo e maggiormente compreso. Un sondaggio dell'istituto demoscopico di Trieste, SWG svolto tra il 15 e il 16 dicembre scorso, ha rilevato alcuni dati estremamente interessanti nelle risposte degli intervistati. La domanda posta era la seguente:

La difesa dell’ambiente è l’altra faccia della lotta alla globalizzazione

Fonte: il manifestoAutore: Giorgio Nebbia
La politica ha (dovrebbe avere) la funzione di soddisfare i bisogni delle persone: bisogni di cibo, di acqua, di abitazione, bisogno di respirare aria pulita, di salute, di informazione e istruzione, di mobilità, di dignità e libertà, eccetera. Per soddisfare questi bisogni, anche quelli apparentemente immateriali, occorrono cose materiali: frumento e mulini, acquedotti e gabinetti, cemento e vetro per le finestre, libri e banchi di scuola, letti di ospedale, veicoli e strade, eccetera. TALI COSE MATERIALI POSSONO ESSERE OTTENUTE SOLTANTO trasformando, col lavoro, delle materie naturali: i raccolti dei campi diventano pasta alimentare o conserva di pomodoro e queste vengono trasportate nei negozi e poi arrivano alle famiglie; i minerali vengono trasformati in acciaio e questo diventa lattine per alimenti, o tondino per le costruzioni di edifici; gli alberi vengono trasformati in carta e questa in giornali o libri.

La Classe dirigente si salva sempre. Quella vergogna del sangue infetto.


600 morti di Aids ed epatite C. Ma le imputazioni per Poggiolini e soci sono quasi tutte prescritte. E ora al processo...

L'Espresso Sara Lucaroni
Duilio Poggiolini oggi ha 88 anni. Non è più il Re Mida della Sanità, com’era stato soprannominato quando era direttore generale del servizio farmaceutico del Ministero - e membro della Loggia P2. Ma è ancora un imputato per quello che accade in quegli anni, in Italia. Tra la fine degli Ottanta e l’inizio dei Novanta.  Quando migliaia di persone sono state infettate con il virus di HIV e epatite C tramite la trasfusione di sangue ed emoderivati infetti e non controllati. Una scia di morte e di dolore che non è ancora finita. Come non sono finiti i processi nelle aule giudiziarie.

Cristina, ad esempio, pensa ancora al luglio 1987. Aveva 27 anni, la sua vita era al massimo. Ma il cesareo non era andato bene e 12 giorni dopo ha rischiato di morire per una emorragia post partum. L’ha salvata il primario appena rientrato dalle ferie, con le sacche di sangue di 14 donatori, di cui sette occasionali e irreperibili. Uno aveva l’epatite. La C, la più diffusa in Italia, genotipo 1B, tipico dei politrasfusi. Quaranta giorni dopo Cristina aveva gli occhi in sub-ittero e un neonato da accudire. Una vita di day-hospital, di cicli di Interferone, di complicazioni, di artrite migrante.

Altri licenziamenti in vista. Una bomba sociale chiamata Alitalia

Il nuovo piano industriale Alitalia-Ethiad conterrebbe circa duemi­la esuberi. Ecco perché la parola  d'ordine a Palazzo Chigi è quella di riallaccia­re i rapporti con i sindacati mag­giori, uniche  possibili sponde di contenimento.

L'Espresso Susanna Turco
Una bomba sociale chiamata AlitaliaNon c'è solo la tegola della legge elettorale (di cui la consulta si occuperà il 24 gennaio), a pen­dere sopra il capo dell'appena in­ sediato governo Gentiloni: una bomba sociale  a orologeria sareb­be prossima a esplodere causando più di una fibrillazione. Ai piani alti di Alitalia-Ethiad, infatti, cir­colano con insistenza crescente le date  del 13 e 14 gennaio per pre­sentare il piano industriale che conterrebbe qualcosa come duemi­la esuberi.
Licenziamenti che arri­verebbero subito dopo la pronun­cia della Consulta sull'ammissibi­lità del referendum Cgil sul Jobs act (udienza l'11 gennaio); e anche subito dopo l'abolizione della cas­sa integrazione, approvata  in ex­tremis nell'ultima legge di stabilità di Renzi, in favore del nuovo siste­ma di sostegno alla disoccupazione (Naspi) ritenuto  da  molti meno vantaggioso per i lavoratori.
Ecco perché la parola  d'ordine a Palazzo Chigi è quella di riallaccia­re i rapporti con i sindacati mag­giori, uniche  possibili sponde di contenimento: nessuno  s'è scorda­to i giorni drammatici di dieci anni fa, quando la crisi irreversibile di Alitalia  rischiò di far cadere il go­verno Prodi.

Verità e giustizia per Giulio Regeni


Anna Falcone: “Né Pd né M5S, esiste un nuovo spazio politico”.

Quando le si chiede del governo Gentiloni, scuote la testa. Incredula. “Sorprende l’autismo politico che promana la reiterazione di potere: nessuna presa di coscienza del significato del voto del 4 dicembre, nessun cambio di rotta, nessun tentativo di ricucire il rapporto di fiducia con i cittadini perché è quella la prima frattura democratica da colmare per rilanciare il Paese”.



micromega intervista a Anna Falcone di Giacomo Russo Spena
Avevamo lasciato Anna Falcone, la combattiva avvocata cassazionista, nella campagna elettorale per il No al referendum sulla Costituzione; la ritroviamo ancora in prima fila all’assemblea del prossimo 21 gennaio quando i “Comitati per il No” proveranno a lanciare una proposta nazionale: “Molti, se non tutti, ci chiedono di andare avanti per rilanciare l’azione politica su un doppio binario: attuazione della Costituzione e riaffermazione dei diritti sociali, a partire dal lavoro. Per questo abbiamo già annunciato il nostro impegno per il prossimo referendum sul Jobs Act”. Si intravede uno spazio politico tra il M5S e il Pd che nasce dal basso e dalla società civile. Anna Falcone non ha dubbi: “Se la Sinistra è ancora il luogo del futuro, della partecipazione, dell’orizzonte democratico del domani non può sottrarsi a questa sfida, ma deve abbandonare rigidità, frammentazioni e ritualità del passato che l’hanno portata a collassare su se stessa ed a perdere il contatto con buona parte della sua base elettorale”.

Partiamo dal 4 dicembre. Qual è il segnale principale che si evince da quel voto? Come si spiega una così alta affluenza?

I cittadini partecipano al voto quando hanno la possibilità di incidere realmente sulla res publica, così come è stato sulla Costituzione. Al contrario, l’astensione aumenta quando il consenso è direzionato verso opzioni chiuse e non soddisfacenti. Dal 4 dicembre giunge un messaggio di grande partecipazione unito al desiderio di libertà e “liberazione” dalle vecchie pratiche della politica politicante.

Libro. Una via di fuga da noi stessi.

1819-b_TiepoloGià nel periodo 1793-1797 (anno della caduta della Repubblica di Venezia), l’artista, ormai anziano, aveva impiegato le proprie energie per affrescare con un Pulcinella innamorato e una Partenza di Pulcinella la propria villa di Zianigo, riservando quelle immagini alla decorazione di una piccola camera, forse destinata al riposo o alla meditazione. Come se Tiepolo volesse ricapitolare la propria vita attraverso una relazione intima e interlocutoria con Pulcinella. Poco dopo si dedicò alle 104 tavole del Divertimento per li regazzi.
In quei disegni Pulcinella è rappresentato in molteplici situazioni, a compiere mille mestieri o a divertirsi. Pulcinella nasce, si ammala, muore, risorge, viene processato, impiccato e poi graziato; un Pulcinella bambino impara a camminare e un altro a corteggiare le ragazze. E in ogni disegno non si ravvisa mai un solo Pulcinella, ma molti, reiterati omuncoli goffi in camicione bianco, maschera nera e cono mozzato sulla testa.
Forse l’anziano pittore percepiva l’esigenza di misurare la propria coscienza in rapporto al padre, che pure aveva rappresentato ampiamente la maschera napoletana, sebbene con accenti comico-mostruosi e meno enigmatici, oppure – più intimamente – intendeva riponderare in Pulcinella la propria vita, tracciare un bilancio d’esistenza. Comprendere questo momento simbolico, per Agamben, diventa occasione per un’importante meditazione filosofica.

Crumiri di riserva e guerra tra poveri. "Flunch GrandEmilia di Modena, un passo indietro all'800".

La notizia è questa, riportata fra le brevi dai cosiddetti “grandi giornali”, ma che va riportata invece con assoluto rilievo: “Caso tutto particolare di uso dei voucher è avvenuto invece nei giorni scorsi a Modena. Qui la catena Flunch GrandEmilia ha deciso di chiudere il punto vendita modenese licenziando 34 persone. Durante uno sciopero a sorpresa giovedì scorso i dipendenti che hanno protestato sono stati sostituiti, denunciano Cgil, Cisl e Uil, con lavoratori pagati a voucher.
"Stiamo verificando se ci sono gli estremi per una denuncia", avvertono i sindacati. Ma la protesta ha avuto anche un seguito sgradevole. "Il giorno dopo i lavoratori che hanno scioperato hanno trovato cartelli con minacce e offese attaccate ai marcatempo – raccontano le tre sigle – Con frasi chiaramente intimidatorie".” Quando si parla e si scrive di “ritorno all’indietro” nel mondo del lavoro e nel campo dei diritti dei lavoratori non ci si muove per sentito dire o per un pessimismo da “gufi”.
Questa notizia, che viene da Modena cuore di quella che fu l’Emilia Rossa (“Ceti medi ed Emilia Rossa: una delle più acute analisi togliattiane) , una regione dove – attraverso le Coop – ancora oggi il PD trae il massimo sostentamento economico e in termini di influenza politica e voti, rappresenta la testimonianza tangibile e concreta, vissuta sulla pelle dalle lavoratrici e dai lavoratori nel disprezzo dei loro diritti e della loro dignità.
Sembra di ripiombare in pieno ‘800, quando ai primi scioperi i padroni delle ferriere chiamavano i crumiri per sostituire gli scioperanti : crumiri che erano reclutati tra i disoccupati e portati in blocco sul luogo dello sciopero.
Il classico meccanismo dell’esercito di riserva che si punta sempre a rinnovare nella logica dello sfruttamento indiscriminato.

Licenziamenti in vista. Unicoop Tirreno annuncia esuberi e cessioni. Usb dichiara lo stato d’agitazione.

USB: siamo curiosi di conoscere, in merito, il pensiero del Ministro del lavoro, Giuliano Poletti.
Il direttore generale Unicoop Piero Canova ha dichiarato, mezzo stampa, la volontà di mettere in atto politiche stringenti di contenimento dei costi, declinando particolari quali la possibile cessione e chiusura di parte della rete di vendita, con i conseguenti esuberi che ne deriverebbero.
 
maxresdefault1“Come da noi previsto anni or sono, a pagare il conto salato saranno soprattutto i lavoratori e le lavoratrici – esordisce Francesco Iacovone, dell'Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato – e la nostra prima risposta è l’apertura dello stato di agitazione sindacale e il riservarci future mobilitazioni”.
“Dopo anni di utili di bilancio mai raggiunti, la Coop affida ad un manager esterno al mondo cooperativo le sorti del rilancio e i risultati – ironizza il sindacalista – non si fanno attendere. Quello che si intravede è il continuo ricorrere all'abbassamento del costo del lavoro, che non ha mai conseguito i frutti sperati”.
“L'azienda annuncia inoltre di voler adeguare gli organici – sottolinea il rappresentante USB – ed è chiaro a tutti cosa intenda. Il management Unicoop continua inoltre a puntare sulla revisione della rete di vendita anche attraverso lo sviluppo del franchising, con conseguenze pesantissime sui diritti e sul salario delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Il killer del lavoro, nel lungo termine, non è la Cina. E’ la robotizzazione.

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Tempo dopo vide le macchine imparare a poco a poco a fare il suo lavoro; quindi le vide utilizzate in un reparto di produzione merci, dove venivano costruiti macchinari per la respirazione, poi ancora nell’ inventario di un magazzino, ed infine in un archivio.
La lavoratrice da noi intervistata ha dichiarato “Quello che mi fa veramente incazzare è… Ma se lo chiedono come possiamo costruirci una vita, in questo modo?” Sherry quindi si è iscritta ad un corso per computer a Goodwill, ma anche questo non è bastato: “I ventenni, i trentenni, sono molto più aggiornati di noi in quella roba lì, noi non ci siamo cresciuti insieme, come è stato per loro,” dichiara la Johnson, che ora ha sviluppato un piccolo handicap, e vive in un quartiere di case popolari a Jefferson City, in Tennessee.
Il neo eletto Presidente USA, Donald J. Trump, in campagna elettorale, promise ai lavoratori come la Johnson che avrebbe riportato in auge lavori come quelli che sapevano fare prima, frenando il commercio internazionale, le delocalizzazioni e reprimendo l’immigrazione. Ma gli economisti, invece, sono convinti che la minaccia peggiore per il lavoro sia rappresentata da qualcosa d’altro: la robotizzazione.
Chiaramente, l’avvento della robotizzazione nel mondo del lavoro è stato fondamentale, ma a lungo andare, non può diventare così 'invadente'”, afferma Lawrence Katz, professore di economia ad Harvard e studioso del lavoro e di innovazione tecnologica.

Lavoratori. "Almaviva, dove è il confine della legalità in un sistema come questo?".

1666 lavoratori e lavoratrici di Almaviva, sede di Roma, licenziati da oggi a domani. L'azienda ha perseguito brutalmente il proprio interesse e profitto, i sindacati non sono riusciti a far valere le proprie ragioni, il governo non c'era e se c'era guardava da un'altra parte.

controlacrisi.org Paolo Andreozzi
1666 lavoratori e lavoratrici da domani senza stipendio, a una media di 3 persone per nucleo familiare (tenendoci bassi, ma visti i nostri tassi di natalità da Paese giustamente estinto), fa esattamente 5000 persone da domani senza reddito, fonte di sostentamento, mentre tutte le altre spese essenziali, mangiare, un tetto sulla testa, le bollette, le rate, i prestiti, vestirsi, muoversi, istruirsi, comunicare, vivere appena più che sopravvivendo, mentre tutto questo continua a chiedere il proprio tributo, che anzi aumenterà dicono le tabelle.
Di che camperanno questi nuovi 5000 senza-entrate?
Le catene malavitose non aspettano altro che nuove disponibilità nell'esercito di riserva della manodopera espulsa dal capitalismo (di marxiana memoria), per arruolare braccia, gambe e teste nelle filiere apparentemente legali del riciclo degli immensi proventi criminali.
Per esempio in uno degli sterminati esercizi di mangeria e beveria che a Roma stessa (e Milano e Napoli) sono sorti come funghi, il 10% in più all'anno negli ultimi cinque, nonostante la crisi di consumi, la restrizione della spesa familiare, le chiusure a raffica delle saracinesche di ristoranti e bar e negozi vari di vecchia data.
Di chi sono quelle vetrine?
Così il capitalismo apparentemente legale spinge forza-lavoro, che ritiene ormai esosa, tra le braccia del profitto illegale. Che però sempre capitalismo è.

giovedì 29 dicembre 2016

Ankara, timori e interessi sul confine siriano


 http://enricocampofreda.blogspot.it/
Ricomposto un rapporto che poteva incrinarsi per l’omicidio eccellente dell’ambasciatore russo ad Ankara (rimasto comunque tuttora oscuro) l’establishment turco guarda al futuro prossimo della sua politica interna e di quella che si sviluppa appena oltre confine nel turbolento scenario siriano. In questi giorni si parla con insistenza d’un tavolo di colloqui da tenere ad Astana (Kazakistan) assieme ai due ferrei alleati di Damasco, Russia e Iran. Sul tema interviene il ministro degli Esteri turco che la prende larga, puntando il dito sugli Stati Uniti, poco amati da tutti gli interlocutori. Cavuşoğlu, con un’intervista rilasciata ieri a un’emittente del suo Paese, risolleva un argomento noto da mesi: il rifornimento di armi americane alle Unità di Protezione del Popolo che, difendendo i territori del Rojava, combattono l’Isis.

Chi sono quelli che non restituiscono i prestiti al Mps?

manager ombra
contropiano stefano porcari
Perché una banca può andare a rotoli? Perché i soldi che ha prestato non sono tornati indietro e sono diventati  “sofferenze bancarie”, ossia crediti quasi inesigibili che probabilmente non rientreranno tutti o non rientreranno mai. Ma chi sono i furbetti che hanno preso i soldi in prestito dalla banca e poi non riescono o non intendono restituirli? E’ il sig. Mario che ha fatto un mutuo ma poi è stato licenziato e non riesce più a pagare le rate per la casa? Robetta!!  E’ la sig.ra Maria che ha chiesto un prestito per pagare il rifacimento della facciata del palazzo e sta saltando le rate? Bazzecole!! A mettere in crisi le banche sono soggetti che somigliano molto ai banchieri e spesso ci vanno a cena insieme: i prenditori.

Modena, il caso delle squadre antisciopero pagate con i voucher. Alleva: "La Regione intervenga a tutela dei lavoratori"

Fonte: agenzia direAutore: redazione
Alla luce del caso di Modena, dove un gruppo di lavoratori in sciopero e' stato rimpiazzato con loro colleghi a voucher, il consigliere dell'Altra Emilia-Romagna Piergiovanni Alleva chiama in causa la Regione.
In una interpellanza alla giunta Alleva vuole infatti sapere come "la Regione intenda intervenire a tutela dei lavoratori contrastando l'utilizzo dei voucher, che squalifica la dignita' dei lavoratori e quali iniziative intenda intraprendere in tutti i luoghi opportuni e di competenza affinche' si annulli l'istituto dei buoni lavoro".

Vogliamo farli sti botti di Capodanno scendendo in piazza per i lavoratori Almaviva? Lo spettacolo è rivoltante. E noi staremo tutti a festeggiare l'inizio del nuovo anno



controlacrisi fabio senastiani
Mentre Regione e Comune di Roma, pardòn, Roma Capitale, si rimpallano il "sì & il no" sui botti di Capodanno, e il Wwf ci mette del suo sottolineando che fanno male agli animali, Almaviva licenzia più di mille e seicento lavoratori del suo sistema di call center. Dopo settimane di "trattative" ai massimi livelli e due referendum in cui il lodo del Governo doveva passare a tutti i costi, ecco che i cosiddetti imprenditori continuano a premere sull'acceleratore. Vogliono tutto. E non sono disposti a fermarsi. 

Giulio Regeni, il capo del sindacato egiziano confessa: “L’ho consegnato io all’Interno”.

In un'intervista all'edizione araba dell'Huffington Post, Mohamed Abdallah, sospettato da marzo di essere l'uomo che aveva tradito il ricercatore friuliano, ha dichiarato: "Ogni buon egiziano, al mio posto, avrebbe fatto lo stesso".

Giulio Regeni, il capo del sindacato egiziano confessa: “L’ho consegnato io all’Interno”Già il 4 agosto scorso l’agenzia di stampa Reuters aveva puntato l’attenzione su Mohamed Abdallah, il capo del sindacato egiziano degli ambulanti. Due fonti della sicurezza interna egiziana avevano raccontato come l’uomo fosse un informatore dei servizi segreti. In un’intervista all’edizione araba dell’Huffington Post, Abdallah ha confessato di aver consegnato il ricercatore italiano Giulio Regeni al ministero dell’Interno, cioè agli uomini che fanno capo direttamente al presidente Al Sisi.
Regeni, incaricato dall’università di Cambridge di fare una ricerca sul campo proprio nell’ambito del mondo sindacale, secondo Abdallah faceva troppe domande“. “Sì, l’ho denunciato e l’ho consegnato agli Interni e ogni buon egiziano, al mio posto, avrebbe fatto lo stesso – racconta il capo del sindacato come riporta l’Espresso – Siamo noi che collaboriamo con il ministero degli Interni. Solo loro si occupano di noi ed è automatica la nostra appartenenza a loro. Quando viene un poliziotto a festeggiare con noi a un nostro matrimonio, mi dà più prestigio nella mia zona”.  E poi “è illogico che un ricercatore straniero si occupi dei problemi degli ambulanti se non lo fa il ministero degli Interni. Quando io l’ho segnalato ai servizi di sicurezza, facendo saltare la sua copertura, lo avranno ucciso le persone che lo hanno mandato qua”. Non è tutto. Abdallah fornisce anche una propria versione sugli scambi avvenuti con Giulio. In merito al video che il procuratore generale egiziano avrebbe consegnato al collega italiano, il sindacalista sostiene che la versione fornita dagli inquirenti del Cairo sia corretta. “Io non lo spiavo” aggiunge.  “Collaboravo con lui, non avete notato che la situazione si è calmata da quando hanno visto quel video?”. L’allusione di Abdallah – si legge ancora su L’Espresso – è che quelle scene riprendessero Giulio nel tentativo di offrire una somma di denaro al sindacalista in cambio di alcuni informazioni. Non ha però precisato che tipo di informazioni.

Classe diregente. Finiti sul conto di Elisabetta Tulliani i soldi della casa di Montecarlo.

TULLIANIPer Elisabetta Tulliani, la compagna di Gianfranco Fini, l'accusa è quella di riciclaggio: il Fatto Quotidiano rivela che i soldi (739 mila euro) ricavati dalla vendita dell'appartamento di An a Montecarlo sarebbero infatti stati rigirati sul suo conto dal fratello, Giancarlo Tulliani. 

hp.it il fatto quotidiano
Elisabetta Tulliani è indagata per riciclaggio. Ricordate la casa di Montecarlo? Quella in Boulevard Principesse Charlotte 14, lascito nel 1999 della contessa Colleoni, svenduta da An al modico prezzo di 300 mila euro nel luglio 2008 alla società offshore Printemps e rivenduta nell'ottobre 2008 dalla Printemps per 330 mila euro a un'altra misteriosa off-shore: la Timara Ltd? Il Fatto è in grado di rivelare che, secondo il pm Barbara Sargenti, i proventi della vendita di quella casa nel 2015, stavolta a un prezzo di mercato, sono in buona parte finiti sul conto corrente di Elisabetta Tulliani, transitando dal conto del fratello Giancarlo.

ISTAT dixit. Annuario Istat 2016: 6,5 milioni di italiani sognano un lavoro. Paese più vecchio e bassa natalità. Aumenta percezione crimine.

ISTATSognando un lavoro. "Sommando ai disoccupati le forze di lavoro potenziali, ammontano a 6,5 milioni le persone che vorrebbero lavorare". Così l'Istat nell'Annuario statistico, che riepiloga la situazione sul mercato del lavoro nel 2015, spiegando che le forze di lavoro potenziali sono rappresentate da persone che non cercano un impegno ma sarebbero pronte ad accettarlo o che lo cercano ma non sono subito disponibili. Sono tutti quindi accomunati dal 'sogno' di avere un lavoro.

L'Italia è sempre più un Paese di anziani.
Al 31 dicembre 2015 ogni 100 giovani c'erano 161,4 over65, rispetto ai 157,7 dell'anno precedente. Per quanto riguarda il confronto con gli altri Paesi europei, secondo gli ultimi dati disponibili (dicembre 2014), l'Italia era al secondo posto nel processo di invecchiamento della popolazione, preceduta solo dalla Germania.
Sul territorio - informa l'Istat - è la Liguria la regione con l'indice di vecchiaia più alto (246,5 anziani ogni 100 giovani) mentre quella con il valore più basso è la Campania (117,3%) ma in entrambi i casi i valori sono in aumento rispetto all'anno precedente. Sempre in calo le nascite: nel 2016 i nati sono scesi sotto quota 500mila, a 485.780 unità. La differenza tra nascite e morti è stata pari a -161.791 unità, il che ha comportato un calo della popolazione residente che a fine 2015 si attestava a quota 60.665.551 persone. Il numero dei morti nel 2015 è cresciuto (49.207 in più rispetto all'anno precedente) e la speranza di vita, dopo anni di crescita costante, ha subito una battuta d'arresto, passando da 80,3 a 80,1 anni per gli uomini e da 85,0 a 84,7 per le donne.

Lavoro & Profitto. Effetti Collaterali. Licenziamento per profitto, la Cassazione dice sì "Legittimo eliminare una funzione per avere più redditività".


Si tratta, scrive Italia Oggi:
di un ampliamento di campo del licenziamento per giustificato motivo oggettivo che potrà ricorrere, adesso, non solo nei casi «straordinari» come le situazioni economiche sfavorevoli, ma anche in quelli «ordinari» in cui l’azienda decide di sopprimere una funzione per aumentare la redditività e quindi, in ultima istanza, il profitto.
Con la sentenza in esame i giudici di legittimità compiono una vera e propria rivoluzione copernicana affermando per la prima volta e chiaramente che un licenziamento non sarà più giustificato solo se necessario a fronte di una crisi economica o una perdita di bilancio o un calo di fatturato che metta a dura prova se non addirittura a rischio l’andamento dell’azienda. Il licenziamento di un dipendente, secondo i giudici della Corte di cassazione, potrà essere giustificato anche solo in vista della migliore e più efficiente organizzazione produttiva dell’impresa o dalla ricerca della maggiore redditività della stessa: alias maggior profitto.

mercoledì 28 dicembre 2016

Articolo 18 e voucher, si tenta di neutralizzare il referendum della Cgil

Fonte: il manifestoAutore: Roberto Ciccarelli

Sono due i modi usati dalla politica per neutralizzare i tre quesiti referendari proposti dalla Cgil sulla cui ammissibilità si pronuncerà la Consulta l’11 gennaio. Il primo riguarda il quesito che intende abrogare la norma sui licenziamenti illegittimi e intende fare pressione sulla consulta alludendo a una sua presunta “incostituzionalità”. Il secondo riguarda il quesito che vuole «abrogare i voucher usati in maniera flessibile e illegittima» attraverso un intervento parlamentare o del governo alla luce di diverse opzioni, non ancora chiarite. Ad oggi il terzo quesito sull’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità sociale sugli appalti resta fuori dalle polemiche.

Almaviva, i lavoratori di Roma per la trattativa ma l’azienda licenzia

controlacrisi Fonte: il manifestoAutore: Antonio Sciotto
I lavoratori Almaviva di Roma hanno detto sì all’accordo con la multinazionale dei call center, ribaltando la decisione espressa giovedì scorso dai propri delegati sindacali: ma sono andati a votare con le lettere di licenziamento già in mano. Dando seguito infatti all’intesa firmata al ministero dello Sviluppo, che prevede un congelamento delle missive solo per il sito di Napoli (che ha sottoscritto entro la scadenza della procedura), il gruppo controllato dai Tripi ha intanto fatto partire la rescissione dei contratti per la sede laziale. Il referendum, organizzato ieri dalla Cgil, ha comunque dato l’ok a riprendere la trattativa per evitare i 1.666 licenziamenti: i votanti hanno superato il 63% (1.065 in tutto); a favore si sono espressi in 590, mentre hanno barrato il no in 473 (2 le schede nulle). Ora però dovrà essere la stessa Almaviva a fare un passo per riaprire il tavolo, perché come detto le lettere sono già partite (data 22 dicembre, con effetto dal 30): e bisognerà capire ovviamente come si muoverà il governo, che aveva mediato per l’accordo.

I Ricchi non piangono mai. Il 2016 ha fruttato 237 miliardi ai più ricchi. E gli americani ringraziano Trump.

Il Bloomberg Billionaires Index traccia il patrimonio dei Paperoni globali: anno volatile tra incertezze su Cina e Brexit, poi la cavalcata con l'elezione a sorpresa del tycoon. Gates si conferma al numero uno, Buffett è quello che ha guadagnato di più. Bene il tech, prima battuta d'arresto in Cina.
repubblica.it
Il 2016 ha fruttato 237 miliardi ai più ricchi. E gli americani ringraziano TrumpI maggiori guadagni individuali si trovano proprio negli Stati Uniti, con un nome noto come quello di Bill Gates (persona più ricca del mondo con 91,5 miliardi) o il petroliere Harold Hamm. Un destino bizzarro se si considera che la maggior parte dei ricchi americani manifestò apertamente la propria contrarietà a Trump. Chissà se con Hillary Clinton, che pure sostenevano, a fine anno si sarebbero ritrovati sul conto in banca 77 miliardi in più generati proprio dal rally scatenato a sorpresa dalla vittoria del candidato repubblicano. Il portatore di un mix di politiche di de-regolamentazione e investimenti pubblici che secondo molti osservatori sono irrealizzabili (a meno di voler mandare all'aria la stabilità dei conti pubblici) e che invece per il guru degli hedge fund Ray Dalio potrebbero liberare l'animal spirit del capitalismo e guidare i mercati finanziari ancora più in alto.
Per trovare un Paperone in grado di accrescere il suo patrimonio in maniera significativa, ma uscendo dalla corte di Trump, bisogna andare sul classico: il francese Bernard Arnault, patron del colosso del lusso Lvmh, ha messo in cascina 7,1 miliardi per arrivare a un passo da 29 miliardi di dollari. Amancio Ortega, il più ricco d'Europa sulla colonna portante di Zara, ha perso però 1,7 miliardi nel 2016 ma non avrà problemi ad asciugare le lacrime con i 71,2 miliardi che gli restano. Anche i guru del tech hanno fatto bene: al mondo della tecnologia appartengono 55 miliardari che hanno aggiunto 50 miliardi al loro c/c nel corso dell'anno, nonostante la politica economica di Trump non sembri sorridere loro. Jeff Bezos, il numero uno di Amazon, dopo aver doppiato il suo patrimonio a 60 miliardi nel 2015 è riuscito a portare a casa un bilancio ancora positivo per 7,5 miliardi quest'anno, seguito dal genietto di Facebook, Mark Zuckerberg, con 5,4 miliardi.

Armi & Business. Gli Usa primi fornitori mondiali di armi giro d'affari per 40 miliardi di dollari Al secondo posto c'è la Francia.

E' quanto emerge da uno studio condotto per il Congresso americano. 

repubblica.it
Gli Usa primi fornitori mondiali di armi: 40 miliardi di dollariAl secondo posto c'è la Francia. Vendite globali in calo rispetto al 2015NEW YORK  - Gli Stati Uniti fornitori mondiali di armi. Nel 2015 ne hanno vendute per un valore di 40 miliardi di dollari, confermandosi leader delle vendite nel mondo. Al secondo posto la Francia con 15 miliardi di dollari.

E' quanto emerge da uno studio condotto per il Congresso americano e riportato dal New York Times, secondo il quale lo scorso anno sono state vendute complessivamente armi per 80 miliardi di dollari, in calo rispetto agli 89 miliardi di dollari del 2015.
I Paesi avanzati restano anche nel 2015 i maggiori acquirenti di armi, con acquisti per 65 miliardi. Il calo delle vendite globali è legato all'economia debole, spiega il rapporto. ''Problemi di bilancio hanno spinto molti Paesi a posticipare o limitare gli acquisti. Alcuni Paesi hanno scelto di non acquistare nuove armi e di ammodernare i loro sistemi esistenti''.

Salute. Roma, maestra delle elementari muore di meningite. Allerta e paura nella scuola Cesare Battisti.

ROMANe da notizia la Asl RmC in una mail inviata ai genitori dalla scuola. Decine gli alunni sottoposti a profilassi antibiotica. Fino allo scorso giovedì, ultimo giorno di lezione prima delle vacanze natalizie, la donna era regolarmente in aula nella sua scuola. Ricoverata il giorno di Natale al San Giovanni, la maestra era stata trasferita al Policlinico Gemelli, dove è morta il giorno seguente. Si attende conferma da fonti ospedaliere
La Asl, attraverso la scuola, ha inviato e-mail ai genitori degli alunni della maestra morta raccomandando, previo consulto con il medico curante o con il pediatra, l'assunzione di uno specifico antibiotico a quanti avessero avuto contatti stretti e in un luogo chiuso per più ore al giorno con la docente.

Banche. La rabbia di Arezzo per il diverso trattamento riservato a Banca Etruria e a Mps. Il sindaco e il vescovo: "Chiediamo giustizia".

BANCA ETRURIABanca Etruria da un lato, Mps dall'altro. Da una parte gli obbligazionisti subordinati finiti sul lastrico, dall'altro salvati con intervento pubblico. A dare voce all'amarezza aretina sono il sindaco e il vescovo.
"Il 2016 si è aperto con la vicenda Banca Etruria e si sta chiudendo con la vicenda Mps. Due fatti che lasciano l'amaro in bocca. Quello che non è stato fatto per Banca Etruria, è stato fatto per Monte dei Paschi, ovvero il risanamento di un istituto bancario con soldi pubblici" ha detto il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, nel tradizionale appuntamento di fine anno con la stampa. "Due città vicine, coinvolte peraltro in processi aggregativi di 'area vasta' in molti ambiti, hanno ricevuto trattamenti opposti. Così, se le cose non cambieranno, scriverò per la seconda volta al presidente della Repubblica, stavolta per chiedere che sia dato ristoro anche agli aretini possessori di obbligazioni subordinate - ha spiegato Ghinelli - Vediamo chi avrà il coraggio politico di firmare questa richiesta".

martedì 27 dicembre 2016

Se questa non è ideologia

Nel regime della libera concorrenza c'è sempre qualcuno più libero degli altri, affermava Eduardo Galeano alcuni decenni orsono.

... Si osanna il “libero mercato” ed in realtà si afferma la “libertà di morire di fame”...

domenico.tambascoDOMENICO TAMBASCO


L'universale validità di questo principio è confermata, nell'oggi, considerando quella parte del sistema bancario italiano di fatto fallito e tuttavia beneficiario, in queste ore, del maxi-regalo di 20 miliardi di euro a spese dei cittadini e contribuenti italiani approvato in un lampo, a maggioranza assoluta dei propri componenti, sia dalla Camera dei Deputati sia dal Senato.
La notizia, che in un sistema democraticamente sano avrebbe scatenato la rabbia e l'indignazione generale portando all'immediata rimozione dei responsabili di una tale meschina operazione, è stata invece “impacchettata” dalla più autorevole stampa politico-economica in una raffica di giustificazioni “tecniche” che, tra un “one-off” e un “burden sharing”, passando per una “ricapitalizzazione precauzionale” che tuttavia non toccherebbe “l'aggiustamento strutturale”, pare ispirata alla “supercazzola” del Conte Mascetti.

Sicurezza Alimentare. Semi: libertà vigilata.


TRATTORE


Molti agricoltori, spesso vittime di sindrome di Stoccolma, sono rapiti da questo sistema che si avvia a divenire ulteriormente ostaggio di un combinato disposto che vede la chimica-genetica agganciata (d)a big data e costosi macchinari per cavalcare la nouvelle vague dell'agricoltura di precisione. Un quadro in cui la stessa sicurezza alimentare potrebbe divenire vittima, aprendo all'appropriazione del controllo sul sistema produttivo degli alimenti da parte di un pugno di corporations.
In Italia il fenomeno si affaccia, ma forse gioca ancora con le caricature: è questo il caso del grano duro, derrata intorno alla quale si stanno giocando intense partite nazionali in nome della Patria, evocata dagli uni e dagli altri con diverse declinazioni: pasta con solo frumento italiano vs qualità (italiana) perseguita con le migliori miscele di grani.
Su questo, è in viaggio verso Bruxelles un decreto del Ministero dell'Agricoltura (Mipaaf) che "introduce la sperimentazione dell'indicazione obbligatoria dell'origine per la filiera grano-pasta in Italia", per citare il comunicato stampa del Ministero: in sostanza, l'etichettatura d'origine per la pasta, che marcherebbe un goal per i partigiani del grano nazionale, semmai la norma divenisse tale.
È in questo scenario che si inserisce la partita dei semi, correlata a quella dei premi e dei contratti. E a tutto quello che sfugge alle logiche ordinarie in cui si vuole serrare il mondo agricolo. Sorprendentemente, è tanto quello che sfugge. Per comprendere cosa e quanto sfugga, si può ricorrere a un altro Decreto Ministeriale, il cosiddetto "Fondo grano duro", recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che sancisce misure a favore delle produzioni di grano duro in filiera, prevedendo il vincolo di uso del seme certificato, ovvero di semente cartellinata dall'industria che la moltiplica e commercializza.

Evitare un altro choc referendario sul Jobs Act. Governo in ambasce

Jobs
  contropiano redazione

Le batoste fanno male, soprattutto se a rifilartele è la stragrande maggioranza del paese. E così una classe dirigente vile e servile si sta lambiccando su come evitarne un'altra.
Il tema è il referendum sul Jobs Act, che effettuato “a caldo” – questa primavera, stando ai tempi tecnici dopo la sentenza di ammissibilità – darebbe molto probabilmente un responso ferale per l'esecutivo Renzi-bis chiamato Gentiloni.

Le feste dei padroni/6. Esuberi in arrivo all'Unicoop? Usb: "Attacco continuo al costo del lavoro. Anche con il franchising"





controlacrisi redazione
il direttore generale Unicoop Piero Canova ha dichiarato nei giorni scorsi la volontà di mettere in atto politiche stringenti di contenimento dei costi. Il che potrebbe voler dire, possibile cessione e chiusura di parte della rete di vendita, con i conseguenti esuberi che ne deriverebbero.

“Come da noi previsto anni or sono, a pagare il conto salato saranno soprattutto i lavoratori e le lavoratrici – esordisce Francesco Iacovone, dell'Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato – e la nostra prima risposta è l’apertura dello stato di agitazione sindacale e il riservarci future mobilitazioni”.

Le feste dei padroni/5. Natale senza buste paga e con grandi incertezze per il futuro occupazionale all'Edita di Bologna





controlacrisi redazione
Natale di lotta all'Edita di Bologna, azienda che occupa 38 persone, per lo piu' donne, e che produce sistemi di back office e di archiviazione ottica nel settore bancario: i dipendenti stanno scioperando per rivendicare la regolarita' delle retribuzioni e maggiori garanzie occupazionali.

lunedì 26 dicembre 2016

Le feste dei padroni/4. GE ex Alstom Power, a Sesto San Giovanni in presidio permanente per difendere il posto di lavoro "bene comune"

controlacrisi fabrizio salvatori
Stanno in azienda 24 ore su 24 da 86 giorni, alternandosi nei tre turni (esattamente come quando lo stabilimento era in funzione, ossia prima che venisse acquisito da General Electric) e il loro obiettivo è chiaro: tornare al lavoro, riavviare la produzione.
Gli operai di GE ex Alstom Power di Sesto San Giovanni stanno facendo un lavoro socialmente utile: si stanno tenacemente e seriamente opponendo all’ennesima dismissione industriale, alla cancellazione di competenze e saperi.

Le feste dei padroni/3. Alitalia due mesi di tempo e poi il bubbone esploderà. Altre migliaia di licenziamenti in vista



controlacrisi fabrizio salvatori
Tagli, esuberi e ridimensionamento complessivo a fronte di un rifinanziamento parziale che di fatto consegna appena due mesi di sopravvivenza. E' questo l'ultimo "status" di Alitalia che nel bel mezzo del periodo festivo regala ai propri dipendenti amarezze a non finire. I dipendenti AZ hanno già subito licenziamenti (oltre 12.000 in 8 anni!), precarietà (oltre il 50% del personale nei
settori operativi!), tagli salariali, drastici aumenti della produttività. Ed ora l'inc

Le feste dei padroni/2. La tela del Governo su Almaviva è piena di rattoppi. I lavoratori non cedono al ricatto.



controlacrisi fabrizio salvatori
Per 1600 lavoratori Almaviva di Roma ed alle loro famiglie, non sara' un Natale felice, ma potranno guardare in faccia i propri figli ed essere orgogliosi di non avere ceduto all'ennesimo ricatto dell'azienda e alla pazzesca gestione sindacale. Non hanno accettato di vedere ancora una volta comprimere i propri salari ed i propri diritti in nome del profitto di un'azienda che continua ad elemosinare fondi pubblici mentre avvia le procedure di delocalizzazione in Romania. 

Le feste dei padroni/1. Ibm torna a licenziare, Fiom: "Una vera ecatombe". L'incontro con l'azienda il 17 gennaio



controlacrisi fabrizio salvatori
Ad appena sei mesi dall'ultimo accordo sull'ultima procedura di licenziamento collettivo per 190 lavoratori, con il quale sono stati impediti licenziamenti unilaterali, l'Ibm apre nuovamente le danze con un'ulteriore procedura che coinvolge 184 impiegati e quadri e 60 dirigenti. La riduzione di personale risponderebbe all'esigenza di contrarre i costi, a fronte della riduzione dei ricavi negli ultimi tre anni, e di focalizzarsi sul settore cosiddetto Camss (cloud, analitycs, mobile, social, security). Sono coinvolti lavoratori provenienti da tre divisioni con profili diversi: venditori, programmatori, sistemisti, project manager, supporto clienti.

Francia - Stato d' eccezione permanente


global project di Marina Nebbiolo
25 / 12 / 2016
Il 15 dicembre è stato votato dal Parlamento il prolungamento dello stato d'emergenza, per la quinta volta dagli attentati del 13 novembre 2015. Giustificato dal «pericolo imminente» che minaccia il paese, l'emergenza è diventata una condizione onnipresente sia nel discorso politico che nella realtà quotidiana dei cittadini, in particolare dei migranti.

Poletti ci odia


dinamopress Antonio Sanguineti
Se il governo Renzi senza Renzi potesse eliminare con un decreto legge i giovani dalla faccia della terra, di certo lo farebbe domani stesso . Ancora brucia quel No di massa degli under 35 al Referendum Costituzionale. Un rifiuto che ha mandato all'aria il progetto neo napoleonico dell'ex Presidente del Consiglio. Probabilmente la sottosegretaria Boschi e i suoi colleghi non riescono a chiudere gli occhi dallo scorso 4 dicembre, appena provano a riposarsi vedono ventenni dappertutto pronti a vendicarsi della Buona Scuola e del Jobs Act.
Il caro Poletti però è diverso dagli altri, lui ha una grande virtù, un valore che condivide con pochi altri valorosi: la coerenza.

Radio Documentario Emergency "Storia di una pallottola"


Web Documentario Emergency "Storia di una pallottola"


domenica 25 dicembre 2016

DIEGO FUSARO: Sozialistische Staaten, die Widerstand leisten und kapitalistische Globalisierung

Mai che l’Isis colpisca le banche e il potere, chissà perché

http://www.libreidee.org/

Diego Fusaro«Ed è subito terrore. Ancora una volta. Secondo modalità che ritornano sempre invariate, sempre le stesse. Quasi come se si trattasse di un copione già scritto, un orrendo copione da mettere in scena a cadenza regolare». Dopo Parigi, Bruxelles e Nizza, è toccato a Berlino. Ma a chi serve, il terrorismo contemporaneo? Se lo domanda il filosofo Diego Fusaro. Che ha già la risposta: tutto quel sangue serve all’élite, per il suo dominio sul resto dell’umanità. Gli attentati, osserva Fusaro, si abbattono «sempre e solo sulle masse subalterne, precarizzate, sottopagate e supersfruttate», e mai «sui luoghi reali del potere occidentale», le banche, le centrali finanziarie: «I signori mondialisti non vengono mai nemmeno sfiorati». Le vittime dei terroristi sono le stesse dell’oligarchia, cioè «le masse schiavizzate, sottoproletarie, precarizzate e pauperizzate», che rappresentano il «nemico di classe», lettaralmente «bombardato» dal super-potere, attraverso «agenzie terze» che possono chiamarsi Al-Qaeda o Isis, dietro cui si intravede la regia di servizi segreti, pronti a guidare i killer e depistare regolarmente la polizia.
Il terrorismo, scrive Fusaro sul “Fatto Quotidiano”, produce «un grandioso spostamento dello sguardo dalla contraddizione principale», cioè «il nesso di forza classista finanziarizzato». A reti unificate, continua il filosofo, «ci fanno credere che il nostro nemico sia l’Islam e non il terrorismo quotidiano del capitalismo finanziario (guerre imperialistiche, ecatombi di lavoratori, suicidi di piccoli imprenditori, popoli mandati in rovina)». Ci fanno credere che il nemico, «per il giovane disoccupato cristiano», sia «il giovane disoccupato islamico» e non già «il delocalizzatore, il magnate della finanza, l’apolide e sradicato signore del mondialismo che sta egualizzando il pianeta nella disuguaglianza del libero mercato». Per questa via, continua Fusaro, «il conflitto servo-signore è, ancora una volta, frammentato alla base: si ha l’ennesima guerra tra poveri, della quale a beneficiare sono coloro che poveri non sono», perché il terrorismo «frammenta il conflitto di classe e mette i servi in lotta tra loro (islamici vs cristiani, orientali vs occidentali)».

Serra : i poteri forti della finanza non vedono l'ora che l' Italia esca dall' euro e faccia default

Colti sul fatto!

Aereo militare russo precipita nel Mar Nero. A bordo il Coro dell'Armata Rossa

Canapa: approvata la nuova legge di settore, ecco cosa cambia.

Il testo è stato approvato presso la commissione agricoltura in Senato ed ora manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La legge approvata definitivamente era stata inizialmente proposta dal Movimento 5 Stelle con Loredana Lupo come prima firmataria, per poi diventare un testo unificato che racchiudeva anche le proposte di Adriano Zaccagnini (Sel), Nicodemo Oliverio (Pd) e Dorina Bianchi (Area Popolare). La legge era stata proposta nel 2013 e dopo l’approvazione è passata in Senato dove è stato approvata oggi.
“Nel percorso”, racconta a canapaindustriale.it la senatrice del Movimento 5 Stelle Daniela Donno, membro della nona commissione permanente dedicata ad agricoltura e produzione alimentare, “abbiamo assistito ai tentativi dell’esecutivo e della maggioranza di rallentare i lavori, ma nonostante questo, in Italia finalmente sarà vigente una legge per lo sviluppo della filiera della canapa industriale”.
Nonostante la coltivazione di canapa industriale non sia mai espressamente stata vietata nel nostro Paese, la mala interpretazione delle leggi antidroga ha portato le forze dell’ordine ad arrestare e sequestrare le coltivazioni di chi negli anni ’70 e ’80 aveva provato riprendere la coltivazione della canapa da fibra o da seme.