mercoledì 30 novembre 2016

Referendum 4 dicembre, caos totale tra irregolarità sul voto dall'estero e pressione sulle banche. Sulle lettere agli italiani all'estero Renzi ingarbuglia ancora di più: "Non l'ha mandate il Governo ma il Pd"



controlacrisiAutore: fabrizio salvatori
  Non se ne parla più molto, ma il voto estero, oggetto di una particolare "attenzione" da parte del governo, continua ad essere monitorato dal Comitato per il No, in considerazione del rilevante fenomeno di falsificazione delle schede emerso in modo preoccupante negli anni passati (si ricordano, ad esempio, le decine di migliaia di schede false pervenute nelle elezioni politiche del 2008).
Per questo, il Comitato per il No ha scritto al ministero degli Esteri chiedendo il massimo controllo sulle schede in arrivo onde accertarsi che siano autentiche. Il Comitato si riserva di agire attraverso i rappresentanti di lista nel controllo accurato delle schede, ma chiede in modo esplicito l'impegno dei Consolati anche fornendo, entro venerdì prossimo, i dati sul numero di schede stampate, di quelle inviate, di quelle smarrite, di quelle tornate al mittente eccetera. Il Comitato chiede anche, tra l'altro, per ogni consolato una certificazione di avvenuta distruzione di tutte le schede non utilizzate o ritornate al mittente.

Ma il fatto più grave contestato (e documentato) nella lettera al ministro Gentiloni rimane quello di elettori (Flavio Briatore, Laura Serra, Mauro Prini) che hanno fotografato e postato su internet la propria scheda, un comportamento che fa venir meno la segretezza del voto e può configurare il reato di voto di scambio. Per questo, il Comitato chiede al ministero degli Esteri di dare disposizioni affinché questi voti siano annullati, non fosse che per un fatto simbolico che sconsigli simili comportamenti in futuro e di segnalare tutti i casi simili alle competenti autorità; o almeno si chiede che i consolati segnalino i plichi interessati in modo che all'apertura dei seggi a Castelnuovo di Porto si possa procedere alla sottrazione del voto contestato.
Il Comitato, comunque, si riserva di portare all'attenzione della magistratura tutti i casi di irregolarità e in particolare di violazione della segretezza del voto, che, se si diffondesse in futuro, sarebbe causa di gravi violazioni delle regole nell'esercizio della democrazia.

Per quanto riguarda le lettere agli italiani all'estero, di cui parla oggi il Fatto quotidiano, Renzi ha buon gioco nel dire che l'ha mandate il Pd e il Comitato per il Sì, "e non il Governo". Insomma, un teatrino. Anche perché come qualcuno ricorderà gli indirizzi non erano disponibili. Chi gliel'ha dati a "questi signori"?

Ma c'è all'ordine del giorno anche il capitolo, meno formale dal punto di vista delle regole ma ugualmente importante dal punto di vista politico generale, e del peso specifico che può avere nell'orientamento degli elettori, della campagna di stampa sul nesso, assolutamente inesistente tra esito del voto e presunto fallimento delle banche.

"Vale forse la pena ricordare anzitutto - spiega il vice-presidente del Comitato per il No, Alfiero Grandi - che la direttiva europea sul bail in (salvataggi delle banche) è stata recepita dal parlamento a tempo di record in appena 13 giorni e a bicameralismo paritario vigente. Coloro che hanno approvato questa normativa si sono chiesti se era attuabile in Italia? La Germania ha preteso e ottenuto di tenere le Casse locali, una forza nell'economia del paese, sostanzialmente fuori dalle regole europee; l'Italia invece ha approvato senza fiatare e senza riflettere adeguatamente sulle proprie diversità".

"Il Governo se n'è accorto? - continua Grandi - Francamente non sembra visto che ad ogni piè sospinto continua a dire che ogni intervento è bloccato dalle norme europee, il che non è neppure vero perché un intervento pubblico di salvataggio non è affatto vietato, deve solo avvenire con regole concordate. E certo è difficile che possa farlo un Presidente del Consiglio che ha consigliato a più riprese di acquistare bond bancari che sono regolarmente precipitati in borsa».
"Il governo - aggiunge Grandi - ha sbagliato gravemente sia con la legge di trasformazione delle popolari in Spa, facendo un regalo a chi brama di conquistarne il controllo, sia con le modalità del commissariamento delle 4 banche in difficoltà (Banca Etruria in testa): fissando per legge il livello delle percentuali di sofferenza ha creato un potenziale affare per finanziarie speculative, come Algebris, e un effetto domino su altre banche che hanno sofferenze nel campo dell'esigibilità. Il governo quindi ha agito come un dilettante allo sbaraglio, ha messo sull'avviso la speculazione sulle banche e rinviando tutto a dopo il referendum ha creato ad arte l'impressione che dal suo esito dipenda il futuro delle banche, il che è una vera balla".

Il ragionamento non sembra così peregrino. E non lo è se appena appena si osserva che c'è un "attore economico" fortemente interessato al fatto che quantità considerevoli di capitali si spostino nella sua direzione togliendosi dai titoli italiani di banche e Governo. E questok attore economico si chiama Germania.  

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