martedì 26 gennaio 2016

Classe Operaia. Gela, settimo giorno di protesta: bloccati gli ingressi della raffineria.

Presidio anche alla stazione di rilancio del gas libico che arriva in Sicilia. Si intensifica la protesta in vista degli incontri istituzionali.
Omelia del parroco: i politici promettono solo "Andate allo sciopero, lo chiede anche il vescovo".

Gela, settimo giorno di protesta: bloccati gli ingressi della raffineria

Dalle quattro di stamani, al'inizio del settimo giorno di protesta, i lavoratori dell'indotto del Petrolchimico di Gela hanno intensificato la lotta bloccando i turnisti della raffineria e il personale tecnico e amministrativo di Enimed, che gestiscono ricerche petrolifere e pozzi di estrazione. Non entra e non esce nessuno. I dimostranti, inoltre, hanno iniziato a presidiare l'ingresso della stazione di rilancio del gas libico che arriva in Sicilia attraverso il metanodotto sottomarino Greenstream. Lo avevano annunciato sabato scorso, mentre i più arrabbiati pretendevano che non ci fosse un picchettaggio ma un blocco vero e proprio di uomini e mezzi per chiudere così il passaggio del metano destinato a Germania e Francia.


E così, a una settimana esatta dal blocco degli ingressi della città da parte di operai e famiglie, la protesta si fa dura. All'inizio della rivolta di piazza alcuni manifestanti avevano bloccato a singhiozzo i pozzi petroliferi, ma oggi hanno annunciato il blocco a oltranza. Per adesso la situazione è tenuta sotto controllo dalle organizzazioni sindacali. "Ma l'ordine pubblico - dicono Cgil Cisl e Uil - dipende anche dalle risposte che arriveranno o non arriveranno in questi giorni da Roma e da Palermo". E' iniziata, infatti, una settimana decisiva per le sorti della raffineria di Gela e di 2.500 lavoratori, tra diretto e indotto. Dopo l'incontro con il governatore della scorsa settimana, risolto, secondo i sindacati, con un nulla di fatto, si replica oggi alle 16 a Palermo, dove Rosario Crocetta coordinerà un tavolo tecnico convocato per determinare il possibile ricorso alla cassa integrazione in deroga per le maestranze gelesi. Vi partecipano Eni, sindacati confederali, prefetto di Caltanissetta e funzionari regionali.Domani, a Gela, giornata di mobilitazione cittadina e cortei in concomitanza con lo sciopero generale proclamato dal consiglio comunale, che nei giorni scorsi. Scende in piazza anche la Chiesa che ieri aveva incitato i fedeli a scendere in campo e che parteciperà con il suo clero alla manifestazione operaia per il rispetto del protocollo d'intesa sulla riconversione del petrolchimico in bio-raffineria, per il rilascio delle autorizzazioni ministeriali e per l'avvio dei lavori di bonifica del territorio. Su questi argomenti e sul completamento di un accordo di programma che tracci un piano industriale per Gela, mercoledì torneranno ad incontrarsi a Roma, al ministero per lo sviluppo economico, i rappresentanti del governo, il governatore, Crocetta, per la Regione Sicilia, e il sindaco Domenico Messinese, per comune di Gela.

I circa 2.500 lavoratori tra diretto e indotto aspettano. Sperano di poter avere un futuro nella loro città. In attesa della svolta la mappa dei blocchi cresce a macchia d'olio. "L'ordine pubblico - dicono i sindacalisti  - dipende anche dalle risposte che arriveranno in questi giorni da Roma e da Palermo".

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