giovedì 31 dicembre 2015

"Passo ma non chiudo". Sara, licenziata senza pietà dalla Coop, fa gli auguri a tutti.

Gli auguri quest'anno li abbiamo affidati a Sara, commessa licenziata dalla Coop senza pietà. Mamma di 3 figli che ha perso l’unico reddito familiare di circa 700 euro al mese. Un licenziamento brutale, come solo i padroni lo sanno essere.
Loro, e quelle parole di plastica, quella retorica da "panna spray". Non se la caveranno. Lo sanno. E' per questo che sono così nervosi. #iostoconsara. E con tutti quelli che guardano al 2016 con tanta voglia di lottare. Sono parole, quelle di Sara, con l'accento al posto giusto. Parole vere che sconfiggono qualsiasi falso buonismo di maniera. Buona lettura e tanti auguri a tutti.
"Passo, ma non chiudo. Ho da portare nel 2016 qualcosa che ha segnato il mio 2015: la mia famiglia, i miei colleghi, i miei compagni del sindacato, ma soprattutto me, lavoratrice, madre e donna.
Nel 2016 che sta per iniziare affronterò il percorso legale presso il Tribunale del Lavoro di Livorno, dove verrà giudicato il mio licenziamento. Mi faccio forza e coraggio, attraversando spesso giorni bui e apatici, che non hanno senso, perché i miei giorni erano pieni del mio lavoro anche se part time, come addetta, come delegata sindacale e poi, anche dopo i turni, anche nei momenti con i miei figli, il legame con il mio posto di lavoro non si spezzava mai. E spesso sono crollata in questo lungo mese e mezzo. Ma come dicevo, ho intorno persone che da lontano ogni giorno hanno pensato a me.
Mi hanno scritto, telefonato, suonato al campanello, fatto foto con il cartello “Io sto con Sara” e postate su questa pagina. E soprattutto portato quello che doveva essere il mio stipendio di dicembre. Il gesto di questi miei colleghi ha per me un valore assoluto, perché io so cosa significhi aspettare i cosiddetti mesi doppi, significa sdebitarsi di qualche bolletta arretrata, niente di più, perché i nostri stipendi non permettono follie.
Non so come andrà a finire, continuo a sperare in tutto ciò che di buono ho fatto nei miei 13 anni di lavoro, e nel desiderio di poter tornare su quel banco a fare il mio lavoro che tanto mi piaceva. Spero che arrivi presto il verdetto. L’oblio, l’incertezza economica… Essere licenziati così è devastante. Però io cammino a testa alta e il mio orgoglio è sempre vivo così come la mia voglia di battermi contro le ingiustizie.
A tutti quelli che mi danno solidarietà e sostegno voglio fare i migliori auguri per un 2016 sereno, pieno di salute e di cose belle.
Buon anno colleghi amici e compagni. Sara"

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