domenica 20 dicembre 2015

Meditate gente!


 
legalizziamolacanapa
In Italia, quando si parla di legalizzazione, si finisce sempre col sentir esclamare: “non accadrà mai!”
Chiedendo il perché di tale certezza, le motivazioni sono sempre quelle: c’è il fattore culturale (leggi Vaticano), porta consistenti finanziamenti alle attività della mafia (attuale forza di maggioranza in Italia) e va contro gli interessi economici delle case farmaceutiche e di varie industrie petrolifere ed editoriali.
In realtà, e volendo esser seri, ci sono ancora molti ostacoli da superare per arrivare alla legalizzazione della cannabis, ma i motivi sono ben diversi da quelli che immaginiamo.

Sappiamo ormai tutti che la cannabis è tra le sostanze meno tossiche al mondo, e che fare uso responsabile di cannabis è possibile e non è pericoloso, esattamente come col vino e gli alcolici in generale. Inoltre è ormai dimostrato il potere terapeutico della cannabis nella cura di svariate patologie. Dunque possiamo imputare il primo vero motivo all’ignoranza di tutti quei parlamentari convinti che legalizzare la cannabis sia una follia.
Eppure si legge ovunque di cannabis, ed avendo la dimostrazione scientifica dei benefici (economici e sociali) ottenuti in quei Paesi che hanno legalizzato, sorge spontaneo il dubbio che qualcuno faccia l’ignorante al solo scopo di favorire o chi ricava immensi vantaggi dal commercio illegale di sostanze stupefacenti, o chi guadagna dai Ser.T. a cui vengono affidati i consumatori di cannabis.
Altro reale motivo è l’incapacità del popolo di capire che, se una legge è ingiusta, non deve essere applicata, e nessuno si deve impegnare a farla rispettare.
Conosco moltissime persone che lavorano nelle forze dell’ordine che sono contrari al proibizionismo e non vedono l’ora che la cannabis diventi legale. Ma perché continuano comunque a portare a termine operazioni antidroga che vedono coinvolti onesti cittadini colpevoli solo di apprezzare una pianta? Non rappresenta pericolo chi coltiva qualche pianta di cannabis e/o la consuma. Perché allora continuare ad ubbidire all’ordine di “attaccare”? Che beneficio ha la nostra società dalle continue segnalazioni per possesso di cannabis e derivati, o denunce per coltivazione illecita? I tribunali si intasano, e le famiglie si indebitano. La vita di persone normali rovinata perché hanno un abitudine diversa da quelle già comunemente accettate. Bere birra o vino SI, passarsi una canna NO.
Ultimo motivo, forse però il più sconfortante, è l’incapacità popolare di pretendere la propria libertà di scelta.
In Italia si stimano circa 4 milioni di consumatori di cannabis. 4 milioni di elettori, di lavoratori, di gente che se domani decidesse di interrare anche solo due semi a testa, riempirebbe l’Italia di canapa.
Eppure questi 4 milioni, bravissimi a produrre o procurarsi una sostanza illegale, e a nascondersi per utilizzarla, non sono capaci di gettare qualche semino trovato in erboristeria o nel negozio bio (semi di canapa integrali per alimentazione umana e/o animale… la pianta è morfologicamente la stessa).
In realtà le cose vanno anche peggio di così: le raccolte firme, anche se solo on-line (non occorre staccarsi dalla sedia), vedono scarsissime adesioni.
Le fiera della canapa, le marce ed i cortei antiproibizionisti, le iniziative popolari e/o politiche hanno sempre un adesione scarsissima rispetto a quello che dovrebbe essere. Com’è possibile non essersi ormai stancati di questa schiavitù e accettare, lamentandosi appena, la negazione di diritti fondamentali?
Noi abbiamo smesso, ma siamo ancora troppo pochi. Che siate “perseguitati o persecutori”, riconoscere la verità e metterci la faccia è indispensabile per potersi definire individui pensanti.
Giuseppe Nicosia – ASCIA

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