Un corteo non autorizzato si
è formato in Place de la Republique: la polizia ha usato dei
lacrimogeni per disperdere i partecipanti che stavano lanciando degli
oggetti contro gli agenti.
Un corteo non autorizzato si è formato
nel pomeriggio nella zona di Place de la Republique, a Parigi:
nonostante il divieto di manifestare a causa dello stato di emergenza
dopo gli attentati del 13 novembre,
un gruppo di persone si è radunato nella piazza. La polizia ha usato
dei lacrimogeni per disperdere i partecipanti che stavano lanciando
oggetti contro gli agenti. Molti manifestanti si sono presentati al
corteo vestiti di nero e, dopo una prima fase pacifica, hanno cominciato
a lanciare contro le forze dell’ordine gli omaggi portati in piazza dai
cittadini per commemorare le vittime degli attentati. Decine le
camionette della polizia presenti in Place de la Republique. A difendere
gli omaggi alle vittime degli attentati ci hanno invece pensato i
manifestanti pacifici, tentando di sottrarli alla falange più violenta
del corteo.
Ma c’è anche chi ha scelto di partecipare in altro modo alla marcia indetta in tutto il mondo in attesa della
conferenza sui cambiamenti climatici
che inizierà lunedì 30: ventiduemila paia di scarpe hanno invaso
infatti la stessa Place de la Republique : cittadini e associazioni
hanno quindi deciso di ricoprire la piazza parigina, diventata
simbolo della solidarietà alle vittime, di scarpe, accompagnate da
messaggi e
disegni di speranza. A proporre l’iniziativa è stata l’
associazione Avaaz,
che sui social network ha invitato a “prendere un paio di scarpe,
scriverci su il proprio nome, disegnarci e inserire un messaggio di
speranza per il futuro”. Tra le calzature donate, anche quelle di Papa
Francesco, inviate dal pontefice qualche giorno fa.
“Non potremo manifestare in carne e ossa, ma questa azione altamente
simbolica sarà in grado di trasmettere il messaggio che siamo uniti per
difendere tutto ciò che amiamo. E’ il nostro modo di dire che la paura e
il terrore non potranno mai ridurre a silenzio il nostro sogno
collettivo per un futuro pulito al cento per cento, unito al centro per
cento”, ha spiegato l’organizzazione, e quando alle 14 il mondo si unirà
sotto una sola voce
contro il riscaldamento globale, gli attivisti parigini si uniranno in una
catena umana.
Le IBG e le associazioni che avevano in programma manifestazioni, stanno cercando in queste ore
modalità alternative
per aggirare o evitare i divieti dello stato di emergenza. A 24
persone, sospettate di voler partecipare a marce di protesta, è stato
imposto l’
obbligo di firma per tre volte al giorno in commissariato.
Intanto in numerose altre città del mondo, si sono svolti, o sono in programma, eventi per chiedere il
raggiungimento di un accordo per la riduzione delle
emissioni a effetto serra, ovvero un impegno dei paesi per
limitare l’aumento delle temperature ai due gradi, la soglia oltre la quale le conseguenze saranno irreversibili per il pianeta. A
Sidney, sono scese in piazza
45mila persone, a
Brisbane 40mila, mentre a
Londra l’appuntamento è a
Park Lane a mezzogiorno. Altre manifestazioni si sono svolte a
Nairobi,
Beirut e
Seul.
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