Boom di startup per i consumatori e per chi ne ha bisogno per curarsi.


Il social network della cannabis: così l'erba si compra online








PER LA  marijuana è arrivato il " momento startup": il momento in cui i giovani imprenditori applicano il loro talento e le tecnologie digitali per costruire nuove aziende, legali naturalmente, basate sulla coltivazione, la distribuzione, il commercio e il consumo dell'erba più famosa del mondo: la cannabis. Tecnicamente, uno stupefacente; in molti paesi, una droga e quindi vietata. Ma negli Stati Uniti, anche grazie alla spinta di alcuni referendum popolari, le cose stanno cambiando. In fretta. Quanto in fretta lo si è visto all'ultimo "TechCrunch Disrupt" di San Francisco. Di fatto è l'Olimpiade degli startupper: si candidano in migliaia, ne vengono scelti 25 per la selezione finale, e poi in sei si giocano il titolo di campione, ovvero 50 mila dollari ed una coppa che di solito attira investimenti milionari dei venture capitalist.

La settimana scorsa l'evento annuale è andato in scena al " Pier 70" di San Francisco, un monumentale edificio affacciato sulla baia, che un tempo aveva un utilizzo industriale e oggi è tutto ruggine e polvere. Invaso di ragazzi che sognano di diventare milionari, ha il suo fascino. Che fosse un'edizione speciale lo si è capito dal primo giorno quando sul palco è salito Snoop Dogg, il famosissimo rapper. Era lì per lanciare una nuova piattaforma editoriale "Merry Jane": " Mary Jane" è uno dei modi popolari di chiamare la marijuana; " Merry Jane" è per mettere in evidenza l'uso felice (" merry", come il Natale) dell'erba. "Lo faccio per far uscire i consumatori dal gabinetto e fargli ammettere con tutti che gli piace fumare". Praticamente, un social network per fare outing. Sarà online a fine ottobre, per ora ci si può solo iscrivere lasciando la propria mail.

Ma la sorpresa è stata la gara. La vittoria finale se la sono giocata una startup legata agli orti, Agrilyst (che poi ha vinto), e la prima startup del mondo dedicata alla marijuana. Si chiama GreenBits e di fatto è un software gestionale che aiuta i commercianti che vendono l'erba. Lo ha realizzato un giovane genietto del digitale: si chiama Ben Curren, ed è da poco diventato milionario vendendo la sua precedente startup, Outright (una piattaforma per gestire operazioni finanziarie) al colosso GoDaddy. Insomma era ricco, Ben Curren, e si annoiava. Ha bussato alle porte di Google, ha costruito dei droni, ma dopo un po' si è accorto che sognava solo la sua prossima startup: "Allora ho riguardato i miei appunti sul telefonino e ho trovato questa frase, segui l'evoluzione dell'industria della cannabis. E ho pensato che fosse arrivato il momento di realizzare uno strumento che consentisse ai negozi di comprare e vendere marijuana in maniera facile e sicura con una app sul proprio iPad".

In effetti in America su questo fronte è in corso una trasformazione che può diventare rivoluzione culturale. Non solo quattro stati (Colorado, Oregon, Alaska e Washington) hanno legalizzato la vendita e il possesso di marijuana anche per uso non medico; molti altri sono andati verso la depenalizzazione sulla spinta dell'opinione pubblica che a larga maggioranza spinge in questa direzione. I risultati sono clamorosi: a settembre il Colorado ha fatto sapere che le entrate fiscali dovute alla cannabis sono quasi raddoppiate in un anno (da 76 milioni di dollari nel 2014 ai 125 previsti entro il 2015) e hanno superato quelle per gli alcolici; un successo che motiva l'istituzione di un " tax free day", un giorno in cui fumare senza tasse (il 16 settembre scorso). E nel South Dakota, in un territorio abitato dagli indiani Sioux, aprirà il primo resort dedicato alla marijuana, con un bar dove ordinarla e un lounge dove fumare in santa pace.

In questo contesto effervescente, nel quale una ricerca dell'università del Michigan sostiene che fra i ragazzi il " fumo" di erba sia diventato più popolare delle sigarette " perché fa meno male", la startup di Ben Curren potrebbe
avere successo ed essere la prima di una lunga serie. Infatti in Italia sta per debuttare " Let's Weed", che si candida a diventare il primo riferimento online per i consumatori di cannabis a fini terapeutici. L'impressione è che questa storia sia solo all'inizio.